Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il contratto di lavoro intermittente richiede una forma scritta solo per dimostrare causa, durata e modalità di disponibilità del lavoratore.
  • Il lavoratore intermittente non è obbligato a rispondere alla chiamata a meno di una clausola di disponibilità nel contratto.
  • Senza obbligo di disponibilità, il lavoratore non percepisce compensi nei periodi di non utilizzo della prestazione.
  • In presenza di una clausola di disponibilità, il lavoratore deve rispondere alla chiamata e riceve un'indennità minima del 20% della retribuzione.
  • Il datore deve comunicare la durata delle prestazioni intermittenti all'ispettorato del lavoro, pena una sanzione amministrativa.

Forma del contratto di lavoro intermittente

Nel job on call, il requisito della forma scritta è richiesto soltanto ad probationem per dimostrare causa è durata del contratto, luogo e modalità della disponibilità eventualmente garantita dal lavoratore, trattamento retributivo e relativa indennità di disponibilità.
Il lavoratore intermittente è a disposizione del datore in vista di un'eventuale chiamata: ciò non comporta necessariamente l'assunzione di un vero e proprio obbligo di disponibilità.

In sostanza, il lavoratore non è contrattualmente obbligato a rispondere affermativamente alla chiamata.
Pertanto, a meno che tra le parti non sia stipulata un’apposita clausola, il contratto si deve intendere senza obbligo di disponibilità: nei periodi in cui non viene utilizzata la prestazione, il lavoratore non matura alcun trattamento economico. Questo prospetto è maggiormente vantaggioso per il datore di lavoro, che ne usufruisce purché nutra il ragionevole affidamento che il lavoratore accetti, pur non essendovi tenuto, la chiamata, oppure purché disponga di un ampio elenco di soggetti da interpellare, così da essere indifferente all’indisponibilità di uno o più di essi.

Tuttavia, se è pattuita una clausola di disponibilità, il lavoratore è contrattualmente obbligato ad aderire alla chiamata, purché fatta con le modalità previste; in questo caso, egli è compensato con un'indennità di disponibilità, il cui ammontare è determinato dai CCNL ma entro un minimo pari al 20% della retribuzione contrattuale. L'indennità è assoggettata a contribuzione previdenziale per il suo effettivo ammontare.
Se il lavoratore è oggettivamente impossibilitato a rispondere alla chiamata, ad esempio per malattia o infortunio, deve informare tempestivamente il datore. Durante il periodo di indisponibilità, egli non matura il diritto all'indennità.
Il rifiuto ingiustificato di rispondere alla chiamata può costituire motivo di licenziamento disciplinare.
Infine, il datore di lavoro è tenuto a comunicare alla competente sede dell’ispettorato del lavoro (mediante sms, fax o posta elettronica) la durata di ogni ciclo di prestazioni lavorative intermittenti, le quali comunque non possono accedere i 30 giorni. L'omessa comunicazione produce una sanzione amministrativa compresa fra 400 e 2200 € per ciascun lavoratore chiamato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il requisito della forma scritta nel contratto di lavoro intermittente?
  2. Nel contratto di lavoro intermittente, la forma scritta è richiesta ad probationem per dimostrare la causa e la durata del contratto, il luogo e le modalità della disponibilità, il trattamento retributivo e l'indennità di disponibilità.

  3. Cosa accade se il lavoratore non risponde alla chiamata senza giustificazione?
  4. Il rifiuto ingiustificato di rispondere alla chiamata può costituire motivo di licenziamento disciplinare.

  5. Quali sono le conseguenze per il datore di lavoro se non comunica la durata delle prestazioni lavorative intermittenti?
  6. Se il datore di lavoro non comunica la durata delle prestazioni lavorative intermittenti, è soggetto a una sanzione amministrativa compresa fra 400 e 2200 € per ciascun lavoratore chiamato.

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