Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Nel XIX secolo, la corona italiana intervenne frequentemente durante le crisi, scegliendo presidenti del Consiglio tra i suoi fedelissimi, spesso militari.
  • Il regime italiano pre-fascista era un governo parlamentare dualista, dove l'intervento regio era considerato essenziale.
  • La dualità del governo italiano riemerse nell'Assemblea costituente del 1946-47, con visioni contrastanti sul ruolo del presidente della Repubblica.
  • Le forze politiche maggioritarie promuovevano un governo monista, con i partiti come elemento unificante tra governo e parlamento.
  • Le forze minoritarie ottennero che al capo dello stato fossero attribuiti importanti poteri, generando ambiguità sul loro effettivo utilizzo.

Indice

  1. Interventi della corona italiana
  2. Dualismo nel regime italiano

Interventi della corona italiana

In Italia, nei periodi di crisi del XIX secolo, dopo la sconfitta contro l’Austria nel 1849, col proclama di Moncalieri; durante la fase culminante dell’unificazione nel 1859-60; negli anni subito successivi per fronteggiare la rivolta contadina nel Mezzogiorno; in occasione della presa di Roma nel 1870; nella crisi di fine secolo di fronte ai moti popolari; al momento di cambiare alleanze per entrare nella Prima guerra mondiale nel 1915; quando si trattò di liquidare Mussolini e il fascismo nel 1943) la corona non mancò mai di intervenire pesantemente e scelse presidenti del Consiglio fra i propri fedelissimi, per lo più militari, dunque anche gerarchicamente subordinati al re (da Lamarmora a Pelloux a Badoglio). Non solo: il re sempre ebbe l’ultima parola nella nomina dei ministri più importanti e sempre concorse alle scelte di politica estera e militare.

Dualismo nel regime italiano

Fino all’avvento del fascismo il regime italiano fu, in altre parole, un governo parlamentare dualista che corrispondeva alle teorizzazioni del parlamentarismo in voga a cavallo fra Ottocento e Novecento, quando si riteneva che dell’intervento regio non si potesse proprio fare a meno.
Questa visione dualista riemerse anche in Assemblea costituente nel 1946-47. Qui vi furono forze politiche, maggioritarie, convinte che la forma di governo dovesse orientarsi in senso marcatamente monista (con i partiti come fattore trainante e unificante del rapporto governo-parlamento); ma anche altre che volevano fare del presidente della Repubblica la figura di riferimento in grado di sopperire, ove necessario, alle temute carenze del sistema partitico. Le seconde, pur minoritarie, pensavano a un dualismo ancora più accentuato e ottennero che al capo dello stato fossero attribuiti importanti poteri. Siccome peraltro la controfirma ministeriale sarebbe stata prevista per tutti gli atti presidenziali, si crearono le premesse di un’ambiguità di fondo: si trattava di poteri veramente presidenziali (come volevano i fautori del dualismo) o di poteri solo formalmente presidenziali (come volevano i fautori del monismo)?

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le prerogative della corona italiana nel XIX secolo durante i periodi di crisi?
  2. La corona intervenne pesantemente scegliendo presidenti del Consiglio tra i propri fedelissimi, spesso militari, e mantenne l'ultima parola nella nomina dei ministri più importanti, influenzando le scelte di politica estera e militare.

  3. Come si manifestò la visione dualista del governo italiano nell'Assemblea costituente del 1946-47?
  4. La visione dualista riemerse con forze politiche che volevano un presidente della Repubblica con importanti poteri per sopperire alle carenze del sistema partitico, creando un'ambiguità sui poteri presidenziali.

  5. Qual era la differenza tra le visioni monista e dualista riguardo ai poteri del presidente della Repubblica?
  6. I fautori del dualismo volevano poteri presidenziali sostanziali, mentre i fautori del monismo vedevano tali poteri come solo formali, con la controfirma ministeriale prevista per tutti gli atti presidenziali.

Domande e risposte

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