Concetti Chiave
- Nei primi decenni del XX secolo, nuovi sindacati come USI, UIL e CIL emersero, ciascuno con obiettivi diversi, come la collaborazione tra datori e lavoratori.
- La Lega Industriale di Torino fu la prima organizzazione imprenditoriale, formata per contrastare leggi che limitavano produttività ed efficienza.
- Nonostante il riconoscimento formale, l'associazionismo sindacale era ostacolato, con il Codice penale che vietava coalizioni e puniva scioperi e serrate.
- La riforma del codice penale del 1889, guidata dal ministro Zanardelli, depenalizzò sciopero e serrata, sebbene rimanessero inadempimenti contrattuali.
- La riscrittura del codice nel 1889 sancì che, pur essendo inadempimenti contrattuali, scioperi e serrate non erano più perseguibili penalmente, rappresentando una libertà dei lavoratori.
Evoluzione del panorama sindacale
Durante i primi decenni del XX secolo, il panorama sindacale subì numerose modifiche: già nel 1912 la CGDL fu scorporata, dando vita a un nuovo sindacato (USI). Dopo pochi anni, precisamente nel 1918, venne fondata la UIL (unione italiana del lavoro). Nello stesso anno nacque la CIL: confederazione dei lavoratori italiani, che rifiutava la lotta di classe e auspicava la collaborazione fra datori e lavoratori. Tuttavia, essa aveva carattere temporaneo e nasceva da accordi occasionali stipulati fra imprenditori della stessa zona o della stessa provincia.
La prima vera organizzazione imprenditoriale fu la lega industriale di Torino, creata per combattere i numerosi vincoli legislativi volti a rallentare la produttività e l’efficienza del mercato del lavoro.
Ostacoli al sindacalismo
Lo sviluppo del sindacalismo era ostacolato dal riconoscimento solo formale dell’associazionismo. Sul piano teorico, infatti, l’associazione sindacale era consentita; in pratica, però, l’organizzazione autonoma e l’azione collettiva degli operai erano fortemente osteggiate. Il Codice penale sanciva il divieto di coalizione, cioè ogni accordo fra industriali e operai diretto a far pressione sulla controparte affinché accettasse condizioni meno favorevoli. Il codice puniva anche la serrata, cioè ovvero la sospensione dell’attività aziendale, e lo sciopero, ossia l’astensione collettiva dal lavoro.
Riforma del codice penale
La depenalizzazione di coalizione, sciopero e serrata fu garantita solo in seguito alla riscrittura del codice penale, realizzata nel 1889 dal ministro della giustizia Zanardelli. Vennero invece previsti nuovi delitti, contro la libertà del lavoro: comportamenti violenti e minacciosi volti a far cessare l’attività lavorativa in modo irruente da parte del datore (serrata) o dei dipendenti (sciopero).
In seguito alla riforma del 1889, i fatti collettivi smisero di essere rilevanti dal punto di vista penali: lo sciopero continuava (e tutt’oggi continua) a costituire un inadempimento contrattuale, ma non è perseguibile in quanto declinato come espressione della libertà dei lavoratori.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali modifiche nel panorama sindacale italiano nei primi decenni del XX secolo?
- Quali erano gli ostacoli principali allo sviluppo del sindacalismo in Italia?
- Come cambiò la situazione legale per il sindacalismo con la riforma del codice penale del 1889?
Nei primi decenni del XX secolo, il panorama sindacale italiano vide la nascita di nuovi sindacati come l'USI nel 1912 e la UIL nel 1918, oltre alla CIL, che promuoveva la collaborazione tra datori e lavoratori.
Lo sviluppo del sindacalismo era ostacolato dal riconoscimento solo formale dell'associazionismo e dal divieto di coalizione sancito dal Codice penale, che puniva anche la serrata e lo sciopero.
La riforma del codice penale del 1889 depenalizzò la coalizione, lo sciopero e la serrata, rendendo lo sciopero un inadempimento contrattuale ma non perseguibile, riconoscendolo come espressione della libertà dei lavoratori.