Concetti Chiave
- Le confessioni religiose con intese statali partecipano alla ripartizione dell'8 per mille delle imposte sul reddito, con eccezioni per alcune chiese.
- Esistono disposizioni specifiche per confessioni religiose, come il riposo sabbatico per ebrei e avventisti e la macellazione kosher.
- Non è ancora stata raggiunta un'intesa con la comunità musulmana in Italia, a causa di difficoltà di rappresentanza e differenze normative.
- In Spagna, un paese culturalmente simile all'Italia, un'intesa con la comunità musulmana è stata stipulata già nel 1992.
- La Corte costituzionale ha stabilito che l'avvio di trattative per intese è una decisione discrezionale del governo, non sindacabile dai giudici.
Normazione fiscale delle comunità religiose
Le confessioni che hanno ottenuto la regolazione dei loro rapporti con lo Stato – incluse, dopo le modifiche alle intese originarie, la Tavola Valdese (l. 409/1993 e l. 68/2009), le Chiese avventiste (l. 637/1996), le Comunità ebraiche (l. 638/1996), l’Unione battista (l. 34/2012) – partecipano alla ripartizione della quota dell’8 per mille del gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche (comprese le somme che derivano dalle scelte inespresse, allorché il contribuente non indica nella dichiarazione dei redditi né una confessione né la Chiesa cattolica né lo Stato: queste somme sono ripartite in proporzione alle scelte espresse).
L’unica eccezione è la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni, nota come Chiesa mormone, che ha rinunciato all’8 per mille, mentre le Assemblee di Dio e la Chiesa apostolica hanno rinunciato alle sole quote non espresse.
Accanto a queste norme che definiscono una sorta di «diritto comune» delle intese si trovano poi disposizioni specifiche riguardanti ciascuna confessione: per esempio, il riconoscimento del riposo sabbatico per ebrei e avventisti e delle festività ortodosse oppure la facoltà di ricorrere alla macellazione kosher.
Al momento non esiste un’intesa con la comunità musulmana, sebbene da tempo siano in corso dei tentativi per avviare una trattativa, rallentati però sia dalla difficoltà di individuare una rappresentanza unitaria sia dalle problematiche legate al contrasto fra i precetti coranici e i principi dell’ordinamento giuridico italiano. Difficoltà analoghe sono state superate in un paese culturalmente simile al nostro, la Spagna, ove lo Stato sin dal 1992 ha stipulato l’intesa con i musulmani.
La Corte costituzionale (sent. 52/2016) ha affermato che la decisione di avviare o meno le trattative in vista della stipula di un’intesa è un atto che appartiene alla discrezionalità politica del governo, e in quanto tale non può essere sindacato dai giudici. Nel caso in questione, si trattava della richiesta di addivenire a un’intesa avanzata dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, alla quale il governo aveva opposto un rifiuto ritenendo tale associazione non assimilabile a una confessione religiosa.
Domande da interrogazione
- Quali confessioni religiose partecipano alla ripartizione dell'8 per mille del gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche?
- Quali sono alcune delle disposizioni specifiche previste per le diverse confessioni religiose?
- Quali sono le difficoltà incontrate nella stipula di un'intesa con la comunità musulmana in Italia?
Le confessioni che partecipano includono la Tavola Valdese, le Chiese avventiste, le Comunità ebraiche e l'Unione battista. La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni ha rinunciato all'8 per mille, mentre le Assemblee di Dio e la Chiesa apostolica hanno rinunciato alle sole quote non espresse.
Alcune disposizioni specifiche includono il riconoscimento del riposo sabbatico per ebrei e avventisti, delle festività ortodosse e la facoltà di ricorrere alla macellazione kosher.
Le difficoltà includono l'individuazione di una rappresentanza unitaria e le problematiche legate al contrasto fra i precetti coranici e i principi dell'ordinamento giuridico italiano.