Concetti Chiave
- L'ordinamento giudiziario italiano valuta la pena in proporzione al disvalore del reato, sottoponendola al vaglio di ragionevolezza secondo la Corte costituzionale.
- La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l'Italia per il sovraffollamento delle carceri, ritenendolo una violazione dei diritti umani.
- Il governo italiano ha implementato misure per ridurre il sovraffollamento, ampliando le misure alternative al carcere e prevedendo rimedi risarcitori per i detenuti.
- La riforma dell’ordinamento penitenziario del 1975 è incerta a causa del cambio di legislatura e maggioranza politica.
- Il bilanciamento tra sicurezza e diritto alla salute del detenuto richiede l'intervento del giudice, che deve considerare esigenze umanitarie e la compatibilità con il diritto alla salute.
Misura della pena
L’ordinamento giudiziario italiano dedica una particolare attenzione alla valutazione relativa alla misura della pena, cioè della proporzione rispetto al disvalore del reato commesso, che la Corte costituzionale sottopone al vaglio di ragionevolezza (v. sent. 373/1996).
La Corte europea dei diritti dell’uomo (sentenza Torreggiani c. Italia del 8 gennaio 2013) ha giudicato che le condizioni di grave sovraffollamento degli istituti di pena italiani provocano, in violazione dell’art.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della Corte costituzionale nella valutazione della misura della pena in Italia?
- Quali problemi sono stati evidenziati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo riguardo agli istituti di pena italiani?
- Quali misure ha adottato il governo italiano per affrontare il sovraffollamento carcerario?
La Corte costituzionale italiana valuta la ragionevolezza della proporzione della pena rispetto al disvalore del reato commesso, come indicato nella sentenza 373/1996.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha evidenziato che il grave sovraffollamento delle carceri italiane viola l'articolo 3 della Cedu, causando sofferenze che superano il normale disagio della detenzione, come stabilito nella sentenza Torreggiani c. Italia del 2013.
Il governo italiano ha implementato misure per ridurre il sovraffollamento, estendendo l'applicazione di misure alternative al carcere e benefici penitenziari, e prevedendo rimedi risarcitori per i detenuti, come indicato nei decreti legge 78/2013, 146/2013 e 92/2014.