Concetti Chiave
- La giurisprudenza distingue tra intercettazioni parlamentari dirette, che richiedono autorizzazione preventiva, e indirette, che necessitano di autorizzazione solo per l'uso processuale.
- La Corte costituzionale stabilisce che intercettazioni su terzi, ma mirate a un parlamentare, devono seguire il regime delle intercettazioni dirette.
- Intercettazioni casuali rilevanti per terzi non necessitano di autorizzazione parlamentare, a meno che coinvolgano un parlamentare.
- Una questione aperta riguarda il momento in cui il coinvolgimento di un parlamentare diviene diretto, richiedendo estensione dell'indagine.
- Le intercettazioni a strascico hanno sollevato polemiche, portando a una riforma della disciplina delle intercettazioni nel 2017.
Indice
Distinzione tra intercettazioni dirette e indirette
Nel corso del tempo, la giurisprudenza ha distinto le intercettazioni dei parlamentari fra dirette e indirette. Mentre per quelle dirette l’autorizzazione della camera di appartenenza deve riguardare, in via preventiva, lo svolgimento delle attività di intercettazione da parte della magistratura, per quelle indirette essa riguarda solo ed esclusivamente l’eventuale utilizzo processuale dei risultati di intercettazioni già eseguite, relative appunto a utenze di soggetti terzi entrati in contatto con il parlamentare. In questo caso la legge prevede che il giudice delle indagini preliminari possa ordinare la distruzione delle registrazioni; diversamente, se le ritiene rilevanti per il processo, deve chiedere l’autorizzazione parlamentare.
Ruolo della Corte costituzionale
La Corte costituzionale, chiamata a esprimersi sulla legittimità costituzionale di questa disciplina, ha assunto una posizione di sostanziale equilibrio. Secondo la Corte (sent. 390/2007), quando intercettazioni riguardanti terzi manifestino, in realtà, un’attività di indagine rivolta a un membro del Parlamento e un’intrusione nella sfera delle comunicazioni riservate del parlamentare (mettendo sotto controllo, ad esempio, le utenze di un suo familiare o di un suo interlocutore abituale), il regime da applicarsi deve essere quello delle intercettazioni dirette. Quando invece si tratti di intercettazioni casuali o fortuite, la Corte ha considerato irragionevole la distruzione delle registrazioni qualora queste siano rilevanti per definire la posizione processuale dei terzi coinvolti. Pertanto l’autorità giudiziaria è tenuta a chiedere l’autorizzazione nel caso in cui intenda utilizzare i risultati delle intercettazioni nei confronti del parlamentare, non dovendo invece chiederla se il loro utilizzo è limitato ai terzi; di conseguenza, l’inutilizzabilità o la distruzione in caso di diniego dell’autorizzazione concerne solo la posizione processuale del parlamentare.
Questione delle intercettazioni a strascico
Tuttavia, come ha dimostrato la successiva giurisprudenza costituzionale (sentt. 113, 114 e 188/2010), rimane aperta una questione di fondo relativa all’individuazione del momento esatto in cui il coinvolgimento del parlamentare, da meramente occasionale, divenga in qualche modo diretto, con l’effetto di estendere le indagini allo stesso parlamentare proprio grazie a indizi risultanti da intercettazioni «casuali» (pur senza che siano state intercettate conversazioni sulla sua utenza o su utenze intestate a suoi interlocutori abituali). È questo il caso delle cosiddette intercettazioni a strascico (quelle che coinvolgono indirettamente persone non indagate), che ha suscitato molte polemiche quando sono stati «pescati» esponenti di spicco della vita politica, fra cui l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma ciò può ben riguardare le situazioni soggettive di qualsiasi cittadino tutelate dall’art. 15 della Costituzione (per questo è stata approvata una riforma della disciplina delle intercettazioni: v. d.lgs. 216/2017).
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra intercettazioni dirette e indirette dei parlamentari?
- Cosa prevede la legge per le intercettazioni indirette che coinvolgono parlamentari?
- Qual è la posizione della Corte costituzionale sulle intercettazioni indirette?
- Quali sono le problematiche sollevate dalle intercettazioni a strascico?
Le intercettazioni dirette richiedono un'autorizzazione preventiva della camera di appartenenza per lo svolgimento delle attività di intercettazione, mentre quelle indirette riguardano solo l'eventuale utilizzo processuale dei risultati di intercettazioni già eseguite su terzi.
La legge prevede che il giudice possa ordinare la distruzione delle registrazioni, ma se le ritiene rilevanti per il processo, deve chiedere l'autorizzazione parlamentare per il loro utilizzo.
La Corte costituzionale ha stabilito che se le intercettazioni indirette manifestano un'indagine rivolta a un parlamentare, devono essere trattate come dirette. Tuttavia, se sono casuali e rilevanti per terzi, non è irragionevole utilizzarle senza autorizzazione parlamentare.
Le intercettazioni a strascico sollevano questioni su quando il coinvolgimento di un parlamentare diventa diretto, estendendo le indagini grazie a indizi da intercettazioni casuali, e hanno suscitato polemiche coinvolgendo figure politiche di rilievo.