Concetti Chiave
- Il capo dello Stato non può essere intercettato direttamente, nemmeno per reati presidenziali o extrafunzionali.
- Le intercettazioni dirette sono possibili solo dopo la sospensione dalla carica per reati di alto tradimento o attentato alla Costituzione.
- Si discute l'utilizzabilità di intercettazioni indirette, relative a interlocutori occasionali del capo dello Stato.
- Il caso Scalfaro ha sollevato il dibattito sull'intercettazione delle conversazioni del presidente.
- Il ministro Flick ha affermato che le conversazioni del capo dello Stato devono essere distrutte per tutelarne l'autonomia.
Indice
Limitazioni costituzionali alle intercettazioni
In considerazione della sua posizione costituzionale, il capo dello Stato non può essere sottoposto a intercettazioni telefoniche «dirette».
Non può esserlo per i reati presidenziali (l’art. 7 della l. 219/1989 le ammette, previa deliberazione del comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa, solo dopo la sospensione dalla carica disposta dalla Corte costituzionale, allorché il Parlamento in seduta comune abbia proceduto per i reati di alto tradimento o attentato alla Costituzione) né per i reati extrafunzionali (se così non fosse sarebbe meno tutelato rispetto ai parlamentari e ai giudici costituzionali).
Intercettazioni indirette e casi precedenti
Si è posto il problema dell’utilizzabilità di intercettazioni «indirette», nei confronti cioè di occasionali interlocutori del capo dello Stato, in modo analogo a quanto avvenuto per i parlamentari.
Se ne discusse per la prima volta a seguito dell’intercettazione di una conversazione cui aveva partecipato il presidente Scalfaro, finita agli atti di un’inchiesta della procura di Milano.
Principio generale di tutela
Il ministro della giustizia Flick, rispondendo ad alcune interpellanze parlamentari sulla vicenda nella seduta del Senato del 7 marzo 1997, sostenne che esiste un principio generale in base al quale, a tutela dell’autonomia e della libertà del capo dello Stato, è vietato intercettare le conversazioni del presidente comunque effettuate. Quindi, il pubblico ministero non avrebbe dovuto procedere al deposito di quella intercettazione: si sarebbe invece dovuto distruggerla.