Concetti Chiave
- Il contratto individuale di lavoro è influenzato dalle fonti eteronome, principalmente la legge e il contratto collettivo di lavoro.
- La contrattazione collettiva si integra nei contratti individuali solo se le parti vi aderiscono volontariamente.
- La legge impone conseguenze sui contratti individuali, limitando l'autonomia contrattuale delle parti e proteggendo valori fondamentali.
- Il contratto di lavoro subordinato combina effetti voluti dai contraenti e quelli imposti dalla legge e contrattazione collettiva.
- Nonostante alcune opinioni contrarie, la dottrina maggioritaria considera i rapporti di lavoro basati sul diritto dei contratti.
Indice
Definizione del contratto di lavoro
Le condizioni in cui il lavoratore presta la propria opera e gli obblighi reciproci delle parti sono definiti all’interno del contratto individuale di lavoro, il cui contenuto è vincolato al rispetto delle fonti eteronome: prima di tutto la legge e, in secondo luogo, il contratto collettivo di lavoro.
Influenza della legge e del contratto collettivo
La legge e il contratto collettivo, le due principali fonti lavoristiche, danno a loro volta contenuto ai contratti individuali di lavoro.
Affinché la contrattazione collettiva incida sui contratti individuali, è necessario che le parti interessate vi aderiscano volontariamente: così i contratti individuali vengono integrati da quelli collettivi.
L'incidenza della legge, invece, può essere ricavata dalla lettura dell'articolo 1374 c.c., il quale stabilisce che «il contratto obbliga le parti non solo a quanto è nel medesimo espresso, ma anche a tutte quelle conseguenze che ne derivano secondo la legge».
Autonomia contrattuale e ingerenza esterna
Molti giuristi ritengono che questa disposizione comprometta l'autonomia contrattuale delle parti: l'ordinamento giuridico può interferire con le valutazioni private per proteggere i valori fondamentali e, per questo, il contratto non può considerarsi un affare riservato meramente ai contraenti.
In sostanza, il contratto è un mix di effetti voluti dalle parti e imputati dalla legge: si tratta di una fonte autonoma ed eteronoma insieme. Il contratto di lavoro subordinato è uno degli esempi più tipici a tal proposito: dopo l’iniziale e libera manifestazione del consenso dei contraenti, il contenuto della disciplina è in pratica sequestrato dalle fonti eteronome (legge e contrattazione collettiva); l’autonomia individuale può limitarsi a prevedere clausole di miglior favore, qualora il lavoratore riesca ad ottenerle.
Natura del rapporto di lavoro subordinato
A causa dell’elevatissima ingerenza esterna nella determinazione delle fonti lavoristiche, alcuni studiosi sono persino giunti ad affermare che il rapporto di lavoro subordinato non ha natura contrattuale. Questa tesi è avvalorata dal fatto che nell’art. 2094, in cui si definiscono le caratteristiche del prestatore d’opera, non viene precisato se la subordinazione deriva dal contratto.
La dottrina maggioritaria, comunque, continua a considerare i rapporti lavoristici prevalentemente fondati sul diritto dei contratti.
Domande da interrogazione
- Quali sono le fonti principali che influenzano il contenuto dei contratti individuali di lavoro?
- In che modo la legge incide sui contratti individuali di lavoro?
- Perché alcuni studiosi ritengono che il rapporto di lavoro subordinato non abbia natura contrattuale?
Le fonti principali che influenzano il contenuto dei contratti individuali di lavoro sono la legge e il contratto collettivo di lavoro, che integrano e vincolano il contenuto del contratto individuale.
La legge incide sui contratti individuali di lavoro imponendo obblighi che vanno oltre quanto espresso nel contratto stesso, come stabilito dall'articolo 1374 c.c., che include conseguenze derivanti dalla legge.
Alcuni studiosi ritengono che il rapporto di lavoro subordinato non abbia natura contrattuale a causa dell'elevata ingerenza delle fonti eteronome e perché l'articolo 2094 non specifica se la subordinazione deriva dal contratto.