Concetti Chiave
- Il governo ha il diritto di impugnare gli statuti regionali ordinari davanti alla Corte costituzionale entro 30 giorni dalla loro pubblicazione.
- Dalla pubblicazione decorre un termine di 3 mesi per richiedere un referendum, iniziativa che può essere presa da un quinto dei consiglieri regionali o da un cinquantesimo degli elettori.
- Il referendum richiede che la maggioranza dei voti validi sia a favore per promuovere lo statuto, trattando l'intero testo e non singole parti.
- Tutte le quindici regioni italiane hanno adottato un nuovo statuto, anche se con tempi diversi, dalla prima nel 2004 all'ultima, la Basilicata, nel 2016.
- Gli statuti devono rispettare l'armonia con la Costituzione, un concetto che va oltre la semplice conformità a ogni disposizione costituzionale.
Impugnazione degli statuti regionali
Il governo può impugnare gli statuti delle regioni ordinarie davanti alla Corte costituzionale entro 30 giorni dalla pubblicazione. Questa avviene al solo scopo di dare notizia dell’avvenuta approvazione consiliare.
Sempre dalla pubblicazione notiziale decorre il termine di 3 mesi entro il quale un quinto dei componenti del consiglio regionale o un cinquantesimo degli elettori della regione possono chiedere che lo statuto sia sottoposto a referendum. Richiesto il referendum, occorre che si pronunci a favore la maggioranza dei voti validi (non c’è quorum strutturale) e lo statuto viene così promulgato. Per quanto riguarda l’oggetto del quesito referendario, esso deve riguardare l’intero testo statutario, e non singole parti (sent. 445/2005).
Tutte le quindici regioni si sono dotate di un nuovo statuto, pur con anni di ritardo (le prime nel 2004 e via di seguito le altre, ultima la Basilicata nel 2016).
Vincoli e armonia costituzionale
Accanto ai vincoli relativi ai suoi contenuti specifici (v. dopo), lo statuto deve rispettare il limite generale indicato nell’art. 123 dell’«armonia con la Costituzione». Fermo ovviamente restando che lo statuto non può che rispettare ogni singola disposizione costituzionale, «armonia» indica qualcosa di più. Si tratta di vincoli statutari e formali che, necessariamente, il governo e il legislatore devono rispettare.