Andrea301AG
Ominide
2 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Ogni eletto deve dichiarare l'appartenenza a un gruppo parlamentare entro pochi giorni dalla prima seduta, altrimenti viene assegnato al gruppo misto.
  • Alla Camera esistono deroghe per gruppi che rappresentano partiti nazionali, mentre al Senato la corrispondenza partito-gruppo è obbligatoria.
  • Il requisito numerico per costituire un gruppo è inderogabile al Senato, dove un gruppo con meno di dieci iscritti viene sciolto.
  • La formazione di gruppi parlamentari è stata influenzata storicamente da scissioni e fusioni, con variazioni nel numero di gruppi nel tempo.
  • A partire dalle elezioni del 2008, nonostante un iniziale ridimensionamento, il numero di gruppi è aumentato a causa di ulteriori scissioni.

Indice

  1. Dichiarazione di appartenenza
  2. Evoluzione dei gruppi parlamentari

Dichiarazione di appartenenza

All’interno dei gruppi parlamentari, ciascun eletto, entro un paio di giorni dalla prima seduta della camera di appartenenza, «deve» dichiarare a quale gruppo appartiene; se non lo fa, viene assegnato al «gruppo misto». Il numero minimo prescritto è di 20 deputati e 10 senatori. Alla Camera il regolamento prevede deroghe per gruppi che rappresentino partiti organizzati su tutto il territorio nazionale (ma solo se autorizzati dall’ufficio di presidenza); è permessa anche la costituzione, all’interno del gruppo misto, di «componenti politiche».

Al Senato, invece, ogni gruppo deve rappresentare un partito o movimento politico che abbia presentato alle elezioni propri candidati con lo stesso contrassegno: la corrispondenza partito-gruppo è obbligata. Unica eccezione, in corso di legislatura, è la fusione di gruppi già costituiti. Inoltre, il requisito numerico (salvo il gruppo rappresentativo delle minoranze linguistiche) è inderogabile: il regolamento prevede che nel caso in cui, per qualsiasi ragione, un gruppo si riduca sotto i dieci iscritti, esso è dichiarato sciolto.

Evoluzione dei gruppi parlamentari

Fino agli inizi degli anni Novanta a ognuno dei partiti tradizionali del sistema politico italiano corrispondeva un omologo gruppo parlamentare; gruppi cui non corrispondeva un partito erano l’eccezione (ad esempio: i gruppi della Sinistra indipendente dalla II alla X legislatura, formati da personalità elette nelle liste del Partito comunista). Più recentemente si sono formati anche gruppi composti da eletti di partiti diversi, ma nell’ambito della stessa coalizione. Fintantoché i regolamenti prevedevano il requisito numerico come prevalente per la formazione di un gruppo parlamentare (alla Camera è ancora così), in alcune legislature si è registrata una moltiplicazione dei gruppi dovuta a scissioni. A seguito delle elezioni del 2008 la questione era parsa ridimensionarsi: i gruppi inizialmente costituitisi in ciascuna camera risultarono solo cinque (oltre al gruppo misto); poi però alcune scissioni fecero salire il numero a sette. Anche nel corso della XVII legislatura (2013-18) i gruppi sono lievitati: alla fine risultavano dieci alla Camera e undici al Senato, rispettivamente tre e quattro in più rispetto alla composizione iniziale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il requisito numerico minimo per la formazione di un gruppo parlamentare alla Camera e al Senato?
  2. Alla Camera, il numero minimo è di 20 deputati, mentre al Senato è di 10 senatori.

  3. Cosa accade se un eletto non dichiara a quale gruppo parlamentare appartiene?
  4. Se un eletto non dichiara a quale gruppo appartiene entro un paio di giorni dalla prima seduta, viene assegnato al "gruppo misto".

  5. Come si è evoluta la formazione dei gruppi parlamentari negli ultimi decenni?
  6. Fino agli anni Novanta, ogni partito tradizionale aveva un corrispondente gruppo parlamentare. Recentemente, si sono formati gruppi composti da eletti di partiti diversi ma della stessa coalizione, e si è osservata una moltiplicazione dei gruppi a causa di scissioni.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community