Concetti Chiave
- I regolamenti parlamentari possiedono un'autonomia propria, non soggetta alla revisione della Corte, caratterizzata dall'autodichia.
- Le controversie interne, come quelle tra dipendenti e amministrazione del Senato, sono giudicate da organi interni, basandosi sui regolamenti interni.
- La Corte costituzionale ha dichiarato che i regolamenti parlamentari sono insindacabili, non rientrando tra le leggi di cui può valutare la legittimità.
- Nel 2014, la Corte ha ammesso il proprio intervento solo se i regolamenti parlamentari contrastano con altri poteri statali.
- I "regolamenti minori", legati ai regolamenti parlamentari, sono dibattuti: alcuni li vedono come fonti secondarie, altri come fonti primarie.
Legittimità dei regolamenti parlamentari
I regolamenti parlamentari presentano una forza autonoma e, pertanto , la loro legittimità non è affidata alla Corte.
L’organizzazione parlamentare, infatti, è caratterizzata dall’autodichia, cioè da un potere autonomo: il suo funzionamento, dunque, è direttamente disciplinato dai regolamenti interni alle due camere.
Nel caso in cui, ad esempio, persistano controversie tra i dipendenti del senato e la sua amministrazione, esse non potranno essere deferite a giudici esterni, bensì valutate da organi giudiziari interni al senato stesso, istituiti esclusivamente sulla base del suo regolamento interno.
Nel 2014, però, la Corte si espressa nuovamente, ammettendo il suo intervento esclusivamente nel caso in cui le disposizioni del regolamento parlamentare entrino in contrasto con il potere attribuito a un altro organo dello Stato.
I regolamenti parlamentari prevedono talvolta la necessità di approvare altri regolamenti a loro subordinati. Quando si istituisce un organo parlamentare, ad esempio, lo stesso regolamento generale dispone che questo sia dotato di un proprio regolamento, che non è annoverato tra i regolamenti parlamentari definiti dall’articolo 64, ma si configura come regolamento minore. La forza normativa dei cosiddetti «regolamenti minori» è stata oggetto di diverse discussioni:
- una prima linea di pensiero tende a considerarli fonti secondarie;
- altri studiosi, invece, sostengono che, essendo direttamente riconducibili ai regolamenti parlamentari, essi devono necessariamente essere considerati fonti primarie poiché sono strettamente connessi a fonti disciplinate dalla Costituzione.
Domande da interrogazione
- Qual è la legittimità dei regolamenti parlamentari secondo la Corte costituzionale?
- In quali circostanze la Corte costituzionale può intervenire sui regolamenti parlamentari?
- Come sono considerati i "regolamenti minori" e qual è la loro forza normativa?
La Corte costituzionale ha stabilito che i regolamenti parlamentari sono espressione dell'autonomia costituzionalmente garantita alle camere e, pertanto, non rientrano tra le materie di competenza della Corte per quanto riguarda la legittimità costituzionale.
La Corte costituzionale può intervenire solo se le disposizioni del regolamento parlamentare entrano in contrasto con il potere attribuito a un altro organo dello Stato.
I "regolamenti minori" sono oggetto di discussione; alcuni li considerano fonti secondarie, mentre altri li vedono come fonti primarie, poiché sono strettamente connessi ai regolamenti parlamentari disciplinati dalla Costituzione.