Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Le norme del diritto del lavoro proteggono sia i lavoratori che gli imprenditori, bilanciando gli interessi occupazionali e aziendali.
  • Dal 1990, il diritto del lavoro si è evoluto per includere la protezione del mercato del lavoro, oltre al rapporto lavorativo stesso.
  • Il divieto di patti derogatori tutela i lavoratori da contratti con condizioni inferiori agli standard minimi, limitando la libertà negoziale.
  • La limitazione della libertà negoziale ha suscitato controversie tra i giuristi, portando a una parziale autonomia del diritto del lavoro nel Codice civile del 1942.
  • Nonostante l'autonomia crescente, il diritto del lavoro rimane legato ai principi del diritto privato e non può essere completamente indipendente.

Efficacia delle norme create dal diritto del lavoro

Le norme del diritto del lavoro sono efficaci sia nei confronti degli imprenditori sia degli stessi lavoratori. Esse, infatti, mirano a proteggere gli interessi occupazionali dei prestatori d’opera e, al contempo, le esigenze aziendali dei titolari d’impresa. A partire dagli anni novanta dello scorso secolo, il diritto del lavoro è approdato a una nuova forma di tutela e protezione, rivolta non più soltanto al mero rapporto lavorativo, bensì al mercato del lavoro.
Una delle principali forme di tutela a favore del lavoratore è costituita dal divieto, a lui stesso imposto, di stipulare patti derogatori delle norme lavorative legali e contrattuali.

Nella maggior parte dei casi, infatti, la deroga introduce condizioni sfavorevoli per il lavoratore: il ridimensionamento della libertà negoziale fa in modo che l’imprenditore non possa sfruttare lo stato di bisogno dei potenziali dipendenti. In sostanza, il lavoratore non può accettare un contratto con condizioni inferiori agli standard minimi.

L’introduzione di questa norma suscitò lo sconcerto dei giuristi: il diritto del lavoro è una branca del diritto privato, il quale si fonda sulla libertà contrattuale delle parti. Ciò vuol dire che le norme valgono sin quando i contraenti dispongono diversamente.
Per questo motivo, la limitazione della libertà negoziale fu vista negativamente. Molti giuristi proposero di autonomizzare il diritto del lavoro e questo intento fu in parte realizzato dal Codice civile del 1942, nel quale le disposizioni labouristiche sono collocate in una sezione assestante e non più, come accadeva in passato, nel libro VI su contratti e obbligazioni.
Gradualmente, il diritto del lavoro ha acquisito una grande autonomia: basti pensare che in passato esso era insegnato come branca del diritto privato mentre oggi è oggetto di un’apposita disciplina. Ciononostante, il diritto del lavoro è ancora legato ai principi e alle categorie contrattuali del diritto privato; per questo, la materia non potrà mai essere totalmente indipendente.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'obiettivo principale delle norme del diritto del lavoro?
  2. Le norme del diritto del lavoro mirano a proteggere gli interessi occupazionali dei lavoratori e le esigenze aziendali degli imprenditori, estendendo la tutela anche al mercato del lavoro.

  3. Perché la limitazione della libertà negoziale è stata vista negativamente dai giuristi?
  4. La limitazione della libertà negoziale è stata vista negativamente perché il diritto del lavoro, essendo una branca del diritto privato, si basa sulla libertà contrattuale delle parti, e la limitazione di questa libertà contraddice tale principio.

  5. Come è cambiata l'autonomia del diritto del lavoro nel tempo?
  6. Il diritto del lavoro ha acquisito una maggiore autonomia nel tempo, passando da una branca del diritto privato a una disciplina autonoma, pur rimanendo legato ai principi contrattuali del diritto privato.

Domande e risposte

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