Concetti Chiave
- Il diritto è l'insieme di norme giuridiche imposte dallo Stato, che regolano le attività quotidiane e le relazioni economiche e sociali.
- Le norme giuridiche sono caratterizzate da generalità, astrattezza, sanzionabilità e obbligatorietà, e costituiscono l'ordinamento giuridico di uno Stato.
- Le fonti del diritto sono gerarchizzate: costituzionali, primarie (leggi, decreti), secondarie (regolamenti) e consuetudinarie (usi).
- La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, enuncia diritti e doveri dei cittadini e stabilisce la divisione dei poteri tra Parlamento, Governo e Magistratura.
- Il diritto di voto è fondamentale in uno Stato democratico ed è garantito da caratteristiche come uguaglianza, libertà e segretezza.
Il diritto è l’insieme delle regole, dette norme giuridiche, stabilite dallo stato e di cui lo stato impone il rispetto. Buona parte delle attività che svolgiamo nella vita di tutti i giorni sono regolate da norme, cioè dal diritto. L’economia politica è l’insieme delle regole che indirizzano la vita delle persone quando scelgono come impiegare le proprie risorse in relazione ai bisogni che sentono la necessità di soddisfare. Il diritto e l’economia politica sono correlati tra loro. Il diritto naturale è un insieme di regole che sono universalmente riconosciute e condivise (principi eterni e immutabili). Il diritto positivo è l’insieme delle regole di cui uno Stato impone il rispetto sul proprio territorio e in un determinato periodo storico. Le regole non sono statiche e immutabili nel tempo bensì sono soggette a continui cambiamenti.
Indice
- Norme giuridiche e loro caratteristiche
- Sanzioni e illeciti
- Fonti delle norme giuridiche
- Interpretazione e funzioni del diritto
- Diritto pubblico e privato
- Costituzione e divisione dei poteri
- Elementi costitutivi dello Stato
- Tipologie di Stato
- Cittadinanza e capacità giuridica
- Imputabilità e capacità d'intendere
- Formazioni sociali e persone giuridiche
- Lavoro e mercato del lavoro
- Produzione e disoccupazione
- Fattori della produzione
- Costi e ricavi dell'impresa
- Sistema elettorale e Parlamento
Norme giuridiche e loro caratteristiche
La norma giuridica è una regola di comportamento riconosciuta e fatta valere dallo Stato. L’insieme delle norme giuridiche costituisce l’ordinamento giuridico. Può avere valore sociale, etico e religioso. Le caratteristiche delle norma giuridiche sono: la generalità (si rivolge a qualunque soggetto); l’astrattezza (riguarda termini astratti e non a casi concreti); la sanzionabilità (Norme incentivanti: hanno lo scopo di punire chi le ha violate, bensì quello di premiare chi tiene un determinato comportamento. Norme derogabili: producono i loro effetti solo se i soggetti interessati non decidono diversamente. Norme che prescrivono determinate modalità di comportamento, ma la cui violazione non produce alcun tipo di sanzione giuridica); l’obbligatorietà (lo Stato ne può imporre il rispetto anche con l’uso della forza).
Sanzioni e illeciti
La sanzione legata all’illecito civile è nella maggior parte dei casi rappresentata dal risarcimento del danno, mentre in altri casi, la sanzione civile consiste nell’invalidità dell’atto. Gli illeciti penali prendono il nome di reati, i quali si dividono in delitti e contravvenzioni. Le sanzioni per i delitti sono: l’ergastolo, la reclusione e la multa. Le sanzioni per le contravvenzioni sono l’arresto e l’ammenda. Ergastolo, reclusione e arresto (pene detentive); multa e ammenda (pene pecuniarie). L’illecito amministrativo riguarda una casistica molto varia e complessa: pagamento di somme di denaro o sanzioni di altro tipo.
Fonti delle norme giuridiche
Le fonti delle norme giuridiche sono tutto ciò da cui le norme giuridiche sono prodotte. Si distinguono in: fonti di cognizione (leggi, codici, regolamenti e tutti gli altri strumenti che ci consentono di conoscere le norme stesse); fonti di produzione (atti o fatti dai quali l’ordinamento giuridico prevede che nascano le norme). È presente un ordine gerarchico: al primo gradino si collocano le fonti costituzionali, che sono la Costituzione e le leggi costituzionali. Al secondo gradino troviamo le fonti primarie che si possono suddividere in cinque categorie diverse: i regolamenti dell’UE (UE), le leggi ordinarie (Parlamento), i decreti legge (Governo), i decreti legislativi (Governo), le leggi regionali (Regioni). Al terzo gradino stanno le fonti secondarie che sono i regolamenti. Al quarto gradino troviamo le fonti consuetudinarie cioè gli usi, vengono stabilite dal comportamento dei cittadini.
Interpretazione e funzioni del diritto
L’attività interpretativa è svolta da un giudice che diventa vincolante per le parti in causa; interpretazione letterale (significato delle parole), interpretazione logica (volontà del legislatore). Interpretazione giudiziale (effettuata dai giudici, tramite la sentenza e vincolante solo per le parti); interpretazione dottrinale (effettuata dai giuristi, tramite testi o libri e non vincolante); interpretazione autentica (effettuata dal legislatore, tramite la legge e vincolante per tutti). Funzioni del diritto: funzione organizzativa (lo Stato stabilisce come devono agire i propri organi), funzione repressiva (attraverso le sanzioni l’ordinamento giuridico punisce chi ha violato le norme), funzione allocativa (è svolta dalle norme che regolano i rapporti economici tra i cittadini), funzione incentivante (invece dell’applicazione di una sanzione le norme incentivanti prevedono un premio o incentivo).
Diritto pubblico e privato
Diritto pubblico: comprende le norme che governano il funzionamento dello Stato e i rapporti tra lo Stato e i cittadini; diritto privato: è costituito dalle norme che servono a regolare i rapporti tra i cittadini. Diritto Oggettivo: diritto=ordinamento giuridico. Diritto oggettivo: non è possibile farlo. Diritti assoluti: quelli che i titolari possono far valere nei confronti di tutti. DIRITTI RELATIVI: quelli che i titolari possono far valere unicamente nei confronti di una o più persone determinate.
Costituzione e divisione dei poteri
La costituzione è la legge fondamentale dello Stato; infatti non può essere contraddetta da alcuna norma di grado inferiore. Il contenuto consiste nell’enunciazione dei diritti e dei doveri dei cittadini e prevede l’esistenza di organi costituzionali che applicano il principio della divisione dei poteri che consiste nell’attribuzione del potere legislativo (fare le leggi) al parlamento, del potere esecutivo (dare concreta attuazione alle leggi e amministrare lo stato) al governo, del potere giudiziario (giudicare sulle violazioni della legge) alla magistratura. Le costituzioni possono essere: concesse o votate (a seconda che siano state elargite dal sovrano o votate dal parlamento), brevi o lunghe (a seconda che esprimano i diritti dei cittadini in modo sintetico o in modo ampio e specifico), flessibili o rigide (a seconda che possano essere modificate da una legge ordinaria oppure tramite una procedura diversa e più complessa, per modificarla c’è bisogno di una legge costituzionale). La nostra Costituzione è votata, lunga e rigida.
Elementi costitutivi dello Stato
Gli elementi costitutivi dello Stato sono tre: popolo, territorio, sovranità. Il popolo è formato dall’insieme dei cittadini e non deve essere confuso con popolazione (insieme delle persone che si trovano in un dato momento in un certo territorio) e nazione (insieme delle persone che si riconoscono come gruppo sociale, avendo in comune la lingua, la religione dominante, la cultura e le tradizioni). Il territorio è costituito dal suolo entro i limiti dei confini, dal sottosuolo e dalla piattaforma continentale, dal mare territoriale, dallo spazio aereo sovrastante, dalle navi e dalle sedi diplomatiche all’estero. La sovranità consiste nel potere di comando e quindi nell’uso legittimo del monopolio della forza e nasce con lo Stato stesso.
Tipologie di Stato
Stato assoluto: i poteri sono tutti concentrati nelle mani del sovrano e sono illimitati. Stato liberale: i cittadini sono uguali di fronte alla legge e godono dei diritti di libertà personale e di pensiero. Stato di diritto: i vari organi dello Stato si sottopongono al rispetto della legge, è fondato sulla separazione dei poteri. Stato democratico: le decisioni politiche sono prese dal popolo, si ha una democrazia diretta. Stato socialista: solo lo Stato può essere proprietario dei mezzi di produzione, l’obiettivo è soddisfare i bisogni dei cittadini. Stato sociale o welfare state (Stato del benessere): tende a riequilibrare le disuguaglianze tra i cittadini nella distribuzione della ricchezza. Stato totalitario: il potere è mantenuto con l’uso della forza nelle mani di un dittatore. Il principio personalista afferma che l’uomo è posto al centro del sistema costituzionale e la sua dignità non può essere calpestata infatti l’individuo è da considerare il fine del nostro ordinamento giuridico e dell’esercizio della sovranità statale. L’uomo gode di diritti inviolabili.
Cittadinanza e capacità giuridica
La cittadinanza (diritto di voto) è il vincolo giuridico che lega una persona al proprio Stato ed è fonte di una serie di diritti e di doveri. Il cittadino ha diritti politici e doveri. Acquisto della cittadinanza: diritto di sangue (è cittadino italiano chiunque sia nato da genitori italiani), diritto di suolo (è cittadino italiano chi è nato in Italia da genitori privi di cittadinanza), matrimonio, adozione e la concessione da parte del Presidente della Repubblica. L’Ordinaria amministrazione è formata da atti che non sconvolgono la parte giuridica (fare la spesa); la Straordinaria amministrazione è formata da atti che entrano nell’ambito giuridico (comprare una casa). La capacità giuridica è la capacità di essere titolare di diritti (diritto di cittadinanza, diritto della personalità e diritto di famiglia) e doveri e si acquista dall’istante in cui si compie il primo respiro e non può mai essere tolta. La capacità di agire si acquista a 18 anni e si manifesta con diritti politici, patrimoniali e di famiglia. L’ incapacità di agire si manifesta quando esistono malattie fisiche o psichiche che di fatto impediscono al soggetto una effettiva capacità d’intendere e di volere (incapaci). Può essere assoluta (minori, interdetti) legali: condannati all’ergastolo; giudiziali: per sentenza del giudice non sono in grado di agire. Hanno un tutore. Relativa (minori emancipati e inabilitati: possono compiere l’ordinaria amministrazione da soli ma la straordinaria la compie il curatore). L’amministrazione di sostegno ha lo scopo di aiutare un soggetto debole a prendere le decisioni più importanti riguardanti la propria vita. Il potere dei genitori, tutori ecc… viene chiamata rappresentanza legale.
Imputabilità e capacità d'intendere
L’imputabilità è la capacità di essere ritenuti responsabili dalla legge della commissione dei reati. La capacità d’intendere dipende dalla maturità del soggetto e consiste nella capacità di rendersi conto del valore sociale dell’atto che si compie. La capacità di volere significa la capacità della persona di contrastare i propri impulsi. Il minore di anni 14: qualunque sia il reato commesso, il ragazzo non è considerato imputabile e perciò non gli può essere applicata alcuna pena. Il minore tra gli anni 14 e 18: la capacità d’intendere e volere del minore deve essere valutata di volta in volta dal Tribunale per i minorenni. Il maggiore di anni 18: è considerato pienamente responsabile e imputabile.
Formazioni sociali e persone giuridiche
Le formazioni sociali possono essere: la famiglia, i partiti, i sindacati, la, le confessioni religiose, le associazioni. Le persone giuridiche sono titolari di diritti e di doveri; pubbliche (Stato, enti pubblici), private (associazioni riconosciute, fondazioni, società di capitali, cooperative). Le organizzazioni collettive possono essere: lucrative (società di capitali, PG), (società di persone per azioni, NO PG); non lucrative (associazioni riconosciute, condividono uno scopo), (fondazioni, volontariato) entrambe PG. L’autonomia patrimoniale è la separazione tra il patrimonio della persona giuridica e quello dei soci. L’uguaglianza formale consiste nel divieto di discriminazioni irragionevoli mentre l’uguaglianza sostanziale consiste nell’impegno dello Stato a fare in modo che l’uguaglianza si concretizzi.
Lavoro e mercato del lavoro
Il lavoro detto anche capitale umano, consiste nelle risorse personali a disposizione di un dato sistema economico ed è un principio non solo fondamentale ma anche fondante della nascente Repubblica. La quantità di risorse personali dipende dalla popolazione attiva (coloro che offrono la loro capacità lavorativa, la cosiddetta forza-lavoro; ne fanno parte sia gli occupati e sia i non occupati in cerca di lavoro), chi non ha un’attività rientra nella popolazione non attiva. L’insieme dei lavoratori forma il mercato del lavoro.
Produzione e disoccupazione
La produzione è l’insieme delle operazioni che gli uomini compiono per soddisfare i propri bisogni attraverso l’utilizzo delle risorse disponibili. Produzione diretta (trasformazione fisico-tecnica di materie prime in beni o servizi. Farina, acqua). Produzione indiretta (trasferimento dei beni nello spazio oppure nel tempo). La disoccupazione è la condizione di coloro che sono alla ricerca di un lavoro o per la prima volta (in cerca di prima occupazione) o dopo averlo perduto; ha conseguenze negative sul piano sociale perché penalizza le classi più deboli. Il tasso di disoccupazione è dato dal rapporto tra persone in cerca di occupazione e forza-lavoro. Il lavoro sommerso è il cosiddetto “lavoro nero”; il sistema statistico manca degli strumenti adeguati per giungere a una valutazione economica del fenomeno. La lotta alla disoccupazione costituisce uno degli obiettivi principali della politica economica del Governo, ossia l’insieme degli interventi che lo Stato realizza nell’economia.
Fattori della produzione
I fattori della produzione (il lavoro, la natura e il capitale) sono gli elementi essenziali/indispensabili per svolgere qualsiasi tipo di attività produttiva. Il lavoro consiste nelle risorse personali a disposizione di un dato sistema economico. La remunerazione che ottengono i lavoratori per l’impiego della loro forza lavoro è il salario o retribuzione. Si definisce nominale il salario espresso in moneta corrente, ossia la quantità di moneta che il lavoratore percepisce in un dato periodo di tempo. Si definisce reale il salario espresso in termini di potere d’acquisto, ossia la quantità di beni e servizi che si possono acquistare con una certa quantità di moneta. Infine il salario reale misura la quantità di beni e servizi che si possono acquistare con il salario nominale. Il livello dei salari nei paesi industrializzati è condizionato dalla rappresentatività e dalla forza contrattuale dei sindacati. La natura si riferisce alle risorse naturali (disponibilità di materie prime, fonti di energia e altre caratteristiche naturali), ossia tutto ciò di cui la natura ha dotato un paese; di solito questo fattore è scarso perché disponibile in quantità limitata rispetto ai bisogni e irriproducibile. La remunerazione di questo fattore produttivo primario dipende dalla sua maggiore o minore scarsità e si definisce rendita. Il capitale fisico è l’insieme delle risorse che si sono formate nel passato e che varranno impiegate nel processo produttivo; (il capitale circolante è formato da fattori che esauriscono la propria utilità in un solo ciclo produttivo mentre il capitale fisso è formato da fattori che possono essere utilizzati nel corso di diversi cicli di produzione). La remunerazione del capitale finanziario è l’interesse. Il deterioramento fisico è collegato all’età dei beni capitale e alle condizioni del loro impiego. L’obsolescenza dipende dalla maggiore o minore rapidità del progresso tecnico; è l’invecchiamento della macchina. L’ammortamento è la pratica contabile che serve a suddividere il costo del capitale fisso negli anni di utilizzo del bene strumentale. L’investimento è ogni atto economico volto a ottenere un incremento del capitale. Il capitale finanziario serve per finanziare il capitale fisico. La FUNZIONE DELLA PRODUZIONE è la relazione che lega la quantità di fattori della produzione impiegati nel processo produttivo (input) alla quantità di beni prodotti (output); Y=f (x1,x2,x3…). Il breve periodo è l’intervallo di tempo nel corso del quale possono essere modificati soltanto alcuni dei fattori produttivi. Fattori variabili/modificabili: materie prime; fattori fissi/non modificabili: capannone. Il lungo periodo è un intervallo ampio (di solito pluriennale) all’interno del quale tutti i fattori della produzione possono considerarsi variabili e quindi modificabili. La produttività (breve periodo) di ciascun fattore è il rapporto tra il prodotto ottenuto e la quantità di quel determinato fattore impiegata nel processo produttivo.
Costi e ricavi dell'impresa
I costi possono essere definiti come le spese sostenute dall’impresa per l’acquisizione dei fattori produttivi. I costi fissi sono i costi che non variano al variare della produzione (affitto); i costi variabili sono i costi che variano al variare della produzione (materie prime). La distinzione tra costi fissi e variabili è significativa nel breve periodo in quanto nel lungo periodo anche i costi fissi connessi con i beni strumentali possono aumentare per effetto di nuovi investimenti. Costi fissi + costi variabili=costi totali (CT=CF+CV). I costi privati sono quelli sostenuti dall’impresa al proprio interno. I costi sociali sono quelli che ricadono sulla collettività in cui l’impresa è inserita. Il ricavo totale è dato dal prodotto del prezzo unitario del bene per la quantità venduta (RT=PxQ). L’impresa è un’organizzazione che utilizza capitali umani, fisici e finanziari per lo svolgimento di un’attività produttiva; ed è inoltre l’operatore economico che si occupa della produzione e dello scambio di beni e servizi. La remunerazione dell’attività imprenditoriale è rappresentata dal profitto=RT-CT. Le imprese possono essere: [imprese del settore primario, secondario e terziario], [private o pubbliche], [piccole: società in nome collettivo (snc), medie e grandi: società per azioni (spa) alto fatturato]. Gli obiettivi dell’azienda sono: la massimizzazione della produzione (determinare le quantità di fattori della produzione da impiegare per raggiungere il più alto livello di produzione a un dato livello di costi); la minimizzazione del costo (determinare la combinazione produttiva che permette di ottenere un determinato livello di produzione al minimo costo possibile). Per raggiungere la massimizzazione del profitto l’azienda può ridurre i costi o aumentare i ricavi (sviluppo delle vendite o alzare il prezzo). L’assetto unitario del nostro Stato non può essere modificato e il territorio dello Stato non può essere diviso al fine di dare vita a Stati diversi. Il termine autonomia indica la capacità di darsi da sé leggi proprie, di sapersi autogovernare. Il principio del decentramento nasce dall’idea che solo le comunità territoriali siano in grado di riconoscere le esigenze del territorio e della popolazione che vi abita, e quindi di soddisfarle al meglio con provvedimenti propri. Il principio di accentramento prevede che tutte le decisioni vengano prese “centralmente”, cioè dal governo centrale. Il sistema concordatario stabilisce che i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica siano regolati tramite concordati; infatti quest’ultimi sono indipendenti l’uno dall’altro e titolari di sovranità. I Patti Lateranensi (11 febbraio 1929, modificati nel 1984) prevedevano: la Convenzione finanziaria che concedeva alla Chiesa un risarcimento per il danno subito dallo Stato pontificio, il Trattato che dichiarava la religione cattolica sola religione di Stato, il Concordato che istituiva l’obbligo dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Il nuovo concordato invece non contiene più la definizione della religione cattolica come religione di Stato ma afferma l’indipendenza della Chiesa cattolica rispetto allo Stato e la sua libertà nel compiere la propria missione spirituale. E ha fatto si che oggi lo Stato italiano sia uno Stato laico (dichiara la propria indifferenza al fenomeno religioso, ritenendolo un fatto privato; nessuna religione gode di trattamenti preferenziali ed è tutelata la libertà di religione di ciascuno. Stato teocratico (pone la religione al centro della vita del paese, con una sovrapposizione tra potere religioso e potere politico). Stato confessionale (dichiara l’esistenza di una “religione di Stato”, alla quale riconosce una posizione di privilegio). Le CONFESSIONI RELIGIOSE sono formazioni sociali in quanto hanno il diritto di autoregolamentarsi e sono considerate associazioni private e lo Stato non rinuncia alla propria potestà normativa.
Diritto di voto
Il diritto di voto è il cardine di uno stato Democratico. Alla nascita si acquista la cittadinanza: permette di avere il diritto e il dovere civico di voto (diritti politici). Per esercitare il diritto di voto bisogna avere 18+ anni, però lo Stato lo può limitare:
• Per assenza di capacità d’agire
• Se uno è interdetto
• Chi è in carcere durante la pena
• Un imprenditore che fallisce per 5 anni dal fallimento. Interdetto dai pubblici uffici cioè incarichi di tipo pubblico.
Status=stato, condizione del soggetto dalla quale derivano un insieme di diritti e doveri.
Il diritto di voto può essere:
• Personale: il voto deve essere fatto solo dalla persona
• Uguale: tutti i voti delle persone hanno lo stesso valore, lo stesso peso
• Libero: si deve garantire la possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero
• Segreto: per garantire la libertà il voto deve essere segreto. Dalla scheda non si può risalire allo scrittore. Si garantisce l’anonimato.
Diritto politico – diritto politici – diritto di voto – cittadini
Partiti politici
I posti in Parlamento sono chiamati seggi. I partiti politici sono organizzazioni che esprimono delle idee che incidono in ambito economico e politico (rappresentano le ideologie, la filosofia) e possono nascere liberamente (Pluralismo democratico) e nello stesso momento in cui nasce uno stato democratico.
LIBERISMO (centro): assoluta garanzia della proprietà privata. Possibilità di esprimere idee politiche diverse. Lo stato non deve intervenire nell’economia.
Democrazia diretta: il cittadino partecipa alle decisioni dello Stato. Si divide in:
• Referendum (solo abrogativo)
• Petizione: richiesta fatta al parlamento per intervenire su alcuni argomenti.
Democrazia indiretta: i cittadini eleggono i rappresentanti e quest’ultimi prendono delle decisioni.
Socialismo (Marksista, sinistra) fanno parte:
• Partito Comunista (P.C.I) il più vicino all’ideologia di Mark
• Partito Socialista più moderato rispetto a quello comunista
• Partito social democratico
Solidarismo cattolico (centro): ideologia ispirata al cattolicesimo (solidarietà). La libertà del singolo è rispettata ed è fondamentale che lo stato impedisca soprusi verso gli altri sfruttando altre persone. Forte senso di collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro. C’è la proprietà privata. Fa parte:
• Partito popolare: democrazia cristiana. 1948/1980. Molti esponenti in Parlamento.
DESTRA:
• M.S.I. (movimento sociale italiano)
• Partiti liberali e repubblicani (P.L.I.) (P.R.I.) centro destra.
Tipi di partiti
Partito democratico (PD) nasce dopo la scomparsa della democrazia cristiana (U.D.C). è un partito di centro-sinistra. Con a capo Bersani.
Il popolo della libertà di centro destra nasce dall’unione di altri due partiti presenti in Italia nel 1994-1995: forza Italia di silvio Berlusconi (partito cristiano-democratico e liberale), e alleanza nazionale (ex M.S.I.) di Gianfranco fini (partito nazional-conservatore).
Lega Nord è un partito dell’Italia settentrionale, di destra con a capo maroni e bossi.
Italia dei valori (I.D.V.) partito di estrema sinistra fondato da Di Pietro.
Unione di centro (U.D.C) partito di centro.
Doveri dei cittadini
I cittadini devono:
• Difendere la patria
• Essere fedeli alla Repubblica
• Pagare i tributi: imposte con il reddito, tasse (servizi che si chiedono), contributi (pagamento per dei servizi generali).
Tributario progressivo: più alto è il reddito più aumenta l’imposta.
Stato democratico
In uno stato democratico c’è il pluralismo democratico, la costituzione e la separazione dei poteri.
Organi costituzionali:
• Parlamento
• Governo
• Magistratura
• P.d.r
Rappresentano la sovranità che appartiene al popolo e il diritto pubblico – diritto costituzionale.
Il Parlamento (espressione della volontà popolare – i rappresentanti sono eletti direttamente dai cittadini) ha una funzione legislativa, elegge il P.d.r. e ha un controllo politico sul governo ed è formato da:
• Senatori (Camera del Senato) Palazzo Madama. Formata da 315 elettivi + Senatori a vita (P.d.r. e altri 5 per nomina del P.d.r.). Elettorato attivo (25+), passivo (40+).
• Deputati (Camera dei Deputati) Montecitorio. Formata da 630 elettivi. Elettorato attivo (18+), passivo (25+).
Questi due gruppi sono detti Parlamentari (Parlamento bicamerale), in tutto sono in 945 + senatori a vita. Hanno un Bicameralismo perfetto cioè stessi poteri, funzione. Sono separate tra loro:
• Nel luogo (lavorano separatamente)
• Presidente: Senato (Schifani), Deputati (Fini)
• Può avere un’organizzazione propria (proprio regolamento)
Si riuniscono insieme a Montecitorio per:
• Elezione del P.d.r.
• Giuramento del P.d.r. e messo in stato di accusa per attentato alla Costituzione o per alto tradimento
• Elezione di un terzo dei componenti del Consiglio superiore della Magistratura
• Elezione di un terzo dei giudici della Corte costituzionale
Sistema elettorale
Sistema elettorale e Parlamento
Il sistema elettorale è il modo in cui dai voti si calcolano i seggi ed è stabilito dalla legge elettorale. Tradurre l’espressione popolare in deputati parlamentari. Si divide in:
• Maggioritario: il partito che alle elezioni riceve il maggio numero di voti in Parlamento avrà la maggioranza dei seggi (metà + 1). Genera pochi partiti e va un po’ in contrasto con il pluralismo democratico. Ha una maggiore stabilità di governo. È formato da partiti non estremi ma moderati.
• Proporzionale: i seggi si distribuiscono in proporzione alla quantità di voti ottenuta. La quota di sbarramento espressa in % serve per ridurre la dispersione dei voti, chi va sotto al 5% non ha rappresentanti. C’è un premio di maggioranza: sono dei seggi in più per il partito che ha più voti.
Le persone trasferiscono la sovranità tramite l’elezione diretta (Art.67).
Cause di ineleggibilità: prima dell’elezione ci sono situazioni che impediscono l’elezione stessa.
Cause di incompatibilità: dopo l’elezione, per motivi legati al suo lavoro precedente non può essere parlamentare, per esserlo deve rinunciare al lavoro precedente.
Quando una persona viene nominata deputato (ruolo di parlamentare) ha delle prerogative (Art.68): situazioni che garantiscono il ruolo di parlamentare. Queste sono:
• Insindacabilità (1° comma)
• Immunità (2° comma)
• Indegnità
Parole chiavi del diritto
Legislazione: insieme delle norme
Legislatura: durata del Parlamento (5 anni)
Legge elettorale: insieme delle norme che regolano l’elezione dei rappresentanti del popolo.
Circoscrizione elettorale: parte di territorio in cui viene suddiviso il territorio nazionale. Per l’elezione alla Camera dei Deputati le circoscrizioni sono 27. Per l’elezione al Senato le circoscrizioni sono 20, perché corrispondono alle regioni.
Circoscrizione estero
Collegio elettorale: ulteriore suddivisione della circoscrizione in una parte più piccola di territorio. Si divide in collegio uninominale dove emergerà un solo eletto, e collegio plurinominale dove emergeranno più eletti.
Lista elettorale: contiene i nominativi delle persone scelte da ciascun partito come candidati ai seggi parlamentari.
Lista bloccata: quando l’elettore non può esprimere la sua preferenza per un candidato, ma può solo votare per la lista stessa.
Seggio elettorale: luogo dove si svolgono le operazioni di voto.
Scheda elettorale: foglio prestampato che viene consegnato all’elettore perché vi apponga il suo voto.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra diritto naturale e diritto positivo?
- Quali sono le caratteristiche principali delle norme giuridiche?
- Come si suddividono le fonti delle norme giuridiche?
- Quali sono le funzioni del diritto?
- Quali sono i doveri principali dei cittadini in uno Stato democratico?
Il diritto naturale è un insieme di regole universalmente riconosciute e condivise, mentre il diritto positivo è costituito dalle regole che uno Stato impone sul proprio territorio in un determinato periodo storico.
Le norme giuridiche sono caratterizzate da generalità, astrattezza, sanzionabilità e obbligatorietà, e possono avere valore sociale, etico e religioso.
Le fonti delle norme giuridiche si suddividono in fonti di cognizione, che includono leggi e regolamenti, e fonti di produzione, che sono atti o fatti dai quali nascono le norme, con un ordine gerarchico che va dalle fonti costituzionali alle fonti consuetudinarie.
Le funzioni del diritto includono la funzione organizzativa, repressiva, allocativa e incentivante, ognuna delle quali regola diversi aspetti della vita sociale ed economica.
I cittadini devono difendere la patria, essere fedeli alla Repubblica e pagare i tributi, che includono imposte, tasse e contributi.