Concetti Chiave
- Il dialogo sociale, introdotto dal Libro bianco sul mercato del lavoro, ha promosso la negoziazione diretta tra sindacati, separando le fonti legali da quelle contrattuali.
- La riforma Biagi del 2003 ha istituito gli enti bilaterali, associazioni paritetiche tra sindacati e imprenditori, come parte dell'innovazione del mercato del lavoro.
- Dal 2008 sono emersi gli "accordi separati", non firmati dalla CGIL, che hanno ridefinito le relazioni industriali e aumentato l'autonomia della contrattazione aziendale.
- L'accordo interconfederale del 2011 ha consolidato molti accordi separati, ribadendo l'importanza del contratto collettivo nazionale e promuovendo la contrattazione aziendale.
- Il governo, a partire dal 2009, ha assunto un ruolo di supervisore, lasciando maggiore autonomia alle parti sociali nella definizione degli accordi lavorativi.
Dialogo sociale
Il metodo del dialogo sociale, proposto dal Libro bianco sul mercato del lavoro, avrebbe favorito il negoziato diretto tra le organizzazioni sindacali. Ovviamente questo squilibrio a danno del governo doveva essere bilanciato: per questo, il Libro bianco propose di separare con nettezza le fonti lavoristiche legali da quelle contrattuali, affermando la preminenza delle seconde.
Il metodo del dialogo sociale fu accolto dalla riforma Biagi (d.lgs.
Il venir meno della negoziazione triangolare indebolì le organizzazioni sindacali, sempre meno propense alla collaborazione. Per questo motivo, a partire dal 2008 si consolidò la prassi di dar vita agli «accordi separati», così definiti perché non sottoscritti dalla confederazione maggiore, la CGIL.
Gli accordi separati ridefinirono l’organizzazione delle relazioni industriali. Il più importante fu l’accordo quadro del 2009, che riconobbe maggiore autonomia alla contrattazione collettiva aziendale. A differenza di quanto avvenuto nel 1993, stavolta il governo partecipò solo in qualità di supervisore, non di parte effettivamente coinvolta.
La maggior parte di questi accordi separati confluì nell’accordo interconfederale stipulato nel 2011 dalle maggiori confederazioni sindacali (CGIL, CISL e UIL) e Confindustria, la principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere. L’Ai disciplinò solo alcune delle materie regolate dagli accordi separati, confermando implicitamente la validità delle restanti. Le parti, inoltre, ribadirono il ruolo centrale del contratto collettivo nazionale di lavoro, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo e la diffusione della contrattazione collettiva di secondo livello (aziendale).