Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • I comparatisti classificano gli ordinamenti statali in base a criteri definiti, come la titolarità del potere e la flessibilità costituzionale.
  • La classificazione delle forme di governo si basa su elementi identificanti, che possono essere tipi storici o astratti.
  • Esistono difficoltà pratiche nell'inquadrare le forme di stato in schemi predefiniti a causa delle variabili esistenti.
  • La classificazione aiuta a comprendere l'evoluzione storica e offre un valore sinottico e conoscitivo degli ordinamenti statali.
  • Un esempio di forma di governo è il semipresidenzialismo, spesso associato alla Francia, ma analizzabile anche in altri contesti.

Indice

  1. Classificazione degli ordinamenti statali
  2. Criteri di classificazione
  3. Utilità della classificazione

Classificazione degli ordinamenti statali

L’obiettivo più preminente per i comparatisti è classificare gli ordinamenti statali, distinti sulla base di criteri ben definiti. In base alle caratteristiche che presenta, ogni stato è annoverato in una diversa categoria (sottoclasse) coincidente con una forma di stato, al cui interno si possono realizzare ulteriori classificazioni in base alla forma di governo che l’ordinamento adotta.

Criteri di classificazione

Tra i principali criteri di classificazione rientrano lo studio della titolarità del potere, che consente di distinguere tra ordinamenti a concentrazione o a separazione di potere, e la presenza di procedimenti aggravati di revisione, scindendo le costituzioni rigide da quelle flessibili.
Nella pratica, però, talvolta risulta difficile annoverare una forma di stato in uno schema predefinito a causa delle numerose variabili che possono sussistere. Teoricamente, ogni schema dovrebbe essere esaustivo ed esclusivo: ogni classe dovrebbe comprendere soltanto le proprie categorie, escludendo in modo categorico quelle appartenenti a un’altra classe. Pur proponendosi di raggruppare gli ordinamenti statali in classi distinte, i comparatisti realizzano spesso raffronti tra ordinamenti appartenenti a categorie tra loro diverse.

Utilità della classificazione

Dal punto di vista pratico, la classificazione delle forme di stato e di governo risulta utile a diversi fini: in primo luogo consente di studiare l’evoluzione storica di ogni ordinamento; essa, inoltre, ha un importantissimo valore sinottico e conoscitivo.
La classificazione delle forme di governo si fonda sull’individuazione di specifici elementi identificanti, definiti «tipi». Questi possono essere individuati enucleando figure astratte o partendo dalla realtà degli ordinamenti: quando, ad esempio, la dottrina parla di forma di governo semipresidenziale si riferisce per antonomasia alla Francia (tipo storico), ma può anche prendere in esame l’analisi comparativa di costituzioni diverse da quella francese per ravvisare alcuni elementi comuni, come un presidente della repubblica elettivo a suffragio universale diretto dotato di proprie funzioni e, al contempo, un governo responsabile verso l’assemblea elettiva (tipo astratto).

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i principali criteri di classificazione delle forme di governo?
  2. I principali criteri di classificazione includono lo studio della titolarità del potere, distinguendo tra ordinamenti a concentrazione o a separazione di potere, e la presenza di procedimenti aggravati di revisione, che separano le costituzioni rigide da quelle flessibili.

  3. Perché risulta difficile classificare una forma di stato in uno schema predefinito?
  4. Risulta difficile a causa delle numerose variabili che possono sussistere, rendendo complesso inserire una forma di stato in uno schema esaustivo ed esclusivo.

  5. Qual è l'utilità pratica della classificazione delle forme di stato e di governo?
  6. La classificazione è utile per studiare l'evoluzione storica di ogni ordinamento e ha un importante valore sinottico e conoscitivo.

Domande e risposte

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