Ester
Habilis
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Concetti Chiave

  • La Costituzione italiana, promulgata nel dopoguerra, è un documento scritto e votato da un'Assemblea costituente che sottolinea i valori di democrazia e uguaglianza.
  • Articolo 36 garantisce ai lavoratori una giusta retribuzione, orari di lavoro regolati e il diritto a riposo settimanale e ferie retribuite come diritti irrinunciabili.
  • Articolo 37 pone l'accento sulla parità di retribuzione tra i sessi, la protezione della maternità e la tutela dei minori nel lavoro, specificando l'età minima per lavorare.
  • Articolo 38 prevede forme di assistenza per coloro che non possono lavorare, coprendo malattia, infortunio, anzianità e vecchiaia con il supporto di enti come INPS e INAIL.
  • Articolo 39 e 40 regolano la libertà sindacale e il diritto di sciopero, definendo la necessità di registrazione dei sindacati e le condizioni per esercitare lo sciopero nei servizi pubblici.

Indice

  1. La Costituzione italiana
  2. Principi fondamentali
  3. Articolo 36: diritti dei lavoratori
  4. Tutela delle categorie deboli
  5. Assistenza sociale e inabilità
  6. Libertà sindacale
  7. Diritto di sciopero

La Costituzione italiana

Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu promulgata la Costituzione della Repubblica Italiana che entrò in vigore il 1 gennaio 1948. Tale Costituzione è scritta (è contenuta in un documento scritto), votata (è stata redatta da un’Assemblea costituente eletta dal popolo), rigida (non può essere modificata da leggi ordinarie, ma solo da leggi costituzionali) e lunga (prevede anche i diritti sociali ed economici, oltre a quelli civili e politici).

Principi fondamentali

La Costituzione si apre con un gruppo di articoli in cui sono enunciati i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico della Repubblica italiana. Tali principi rappresentano la base, il fondamento su cui poggiano tutte le altre norme dell’ordinamento.

Attraverso questi principi l’Assemblea costituente ha descritto i valori sui quali si doveva fondare lo Stato, creando una società basata sulla democrazia, sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese, sul riconoscimento e sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, sul principio di uguaglianza e sul diritto al lavoro come mezzo per affermare la propria personalità.

Articolo 36: diritti dei lavoratori

L’art. 36 della Costituzione tratta di:

- Giusta retribuzione: al lavoratore spetta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, e in ogni caso sufficiente ad assicurargli una vita libera e dignitosa. La qualità di lavoro svolto si misura in livelli di inquadramento. Ad ogni livello corrisponde una diversa retribuzione. Nei CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro) c’è una classificazione dei dipendenti in livelli. I CCNL fissano una retribuzione minima in grado di assicurare una vita libera e dignitosa.

- Orario di lavoro: la durata massima della giornata lavorativa è fissata dalla legge. Si rifà all’orario legale, il quale stabilisce che l’orario non deve superare le 8 ore giornaliere e le 40 settimanali. Esiste poi, l’orario contrattuale, il quale deve essere minore o uguale all’orario legale;

- Riposo e Ferie: il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunciarvi. Il riposo consiste nella giornata non lavorativa. Qualora il lavoratore debba lavorare nel giorno di riposo, ha diritto a una giornata di riposo compensativo. Le ferie sono il periodo non lavorato retribuito. Hanno lo scopo antinfortunistico, come recupero delle energie spese durante il lavoro. La Costituzione le definisce come diritto irrinunciabile. I giorni previsti per le ferie sono ritrovabili nei CCNL.

Tutela delle categorie deboli

Riguarda le categorie deboli nel mondo del lavoro.

- La lavoratrice ha diritto ad una retribuzione uguale a quella del lavoratore --> assoluta parità (fino al 1977 non era così).

La lavoratrice ha diritto ad una speciale ed adeguata protezione in caso di maternità (L. 1204/71)

- Età minima: la legge prevede l’età minima lavorativa a 16 anni. Il minore deve assolvere l’obbligo scolastico.

Tutela del minore: (L. 977/67) Prima di cominciare il lavoro, il minore deve sostenere una visita medica di idoneità al lavoro.

Il minore non può svolgere lavori pesanti; non può lavorare nei giorni festivi; non può lavorare di notte.

- I bambini possono lavorare solo nel settore di moda, arte e spettacolo.

Per la legge il bambino è tale fino all’età di 15 anni.

Assistenza sociale e inabilità

Prevede le varie forme di assistenza nei confronti di chi non ha la capacità lavorativa o di chi momentaneamente la perde.

Gli inabili al lavoro non hanno capacità lavorativa e quindi hanno diritto all’assistenza sociale e dunque a percepire delle pensioni di inabilità.

Riprende il principio di solidarietà (art.2).

Si realizza pagando determinati enti che poi provvedono ad erogare forme di assistenza.

L’assistenza viene assicurata anche in caso di malattia, infortunio, anzianità e vecchiaia.

L’invalidità viene rilevata in percentuale e a seconda di essa avrà un determinato tipo di assistenza sociale.

- Assistenza di malattia: è un tipo di assistenza economica. Il lavoratore ha diritto ad un’indennità di malattia corrisposta dall’ente di provvidenza.

- Infortunio: è un evento morboso connesso all’attività lavorativa. La retribuzione è a carico dell’INAIL (Istituto Nazionale di Infortunio sul Lavoro). Prevede la possibilità di risarcire al lavoratore il danno subito e anche il pagamento delle cure necessarie per un’eventuale riabilitazione.

- Anzianità: come forme di assistenza si garantisco pensioni di anzianità. Si fa riferimento all’anzianità lavorativa, e quindi si basa sugli anni lavorati.

- Vecchiaia: si fa riferimento all’età anagrafica.

Le forme di assistenza vengono erogate dall’INPS, se il tipo di lavoro è privato, o dall’INPDAP, se pubblico.

Libertà sindacale

Tratta della libertà sindacale.

- L’organizzazione sindacale è libera.

I lavoratori sono liberi di formare sindacati.

Ogni lavoratore è libero di aderire o meno ad un’organizzazione sindacale.

- L’art. 39 stabilisce delle regole in grado di comprendere meglio i CCNL.

L’unico obbligo che hanno i sindacati è quello di farsi riconoscere --> i sindacati devono registrarsi.

L’organizzazione deve essere democratica, le decisioni devono essere prese con la votazione, i rappresentanti devono essere eletti.

Possono stipulare CCNL validi per tutti (iscritti e non) gli appartenenti ad una categoria di lavoro.

I sindacati in Italia, però per motivi di sicurezza (periodo fascista), non si sono mai registrati e quindi non sono persone giuridiche.

Diritto di sciopero

Tratta del diritto di sciopero.

- Lo sciopero viene definito come diritto. È una forma di protesta del lavoratore con sospensione del lavoro e della retribuzione.

Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.

Esiste solo una legge che regola il diritto di sciopero nell’ambito dei servizi pubblici.

Essa prevede che prima di proclamare uno sciopero (con 15 giorni di preavviso) ci deve essere un tentativo di riconciliazione.

Devono essere garantiti comunque i servizi pubblici essenziali (trasporto da e per le isole; polizia; sanità).

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali della Costituzione italiana?
  2. La Costituzione italiana è scritta, votata, rigida e lunga, includendo diritti sociali ed economici oltre a quelli civili e politici.

  3. Cosa stabilisce l'articolo 36 riguardo al lavoro?
  4. L'articolo 36 stabilisce il diritto a una giusta retribuzione, orario di lavoro massimo e diritto al riposo e ferie retribuite.

  5. Quali tutele prevede l'articolo 37 per le categorie deboli nel lavoro?
  6. L'articolo 37 garantisce parità di retribuzione tra lavoratori e lavoratrici, protezione per la maternità e tutela dei minori nel lavoro.

  7. Quali forme di assistenza sono previste dall'articolo 38?
  8. L'articolo 38 prevede assistenza per inabilità, malattia, infortunio, anzianità e vecchiaia, erogata da enti come INPS e INPDAP.

  9. Come viene regolato il diritto di sciopero secondo l'articolo 40?
  10. L'articolo 40 definisce lo sciopero come un diritto, regolato da leggi che richiedono tentativi di riconciliazione e garantiscono servizi pubblici essenziali.

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