Concetti Chiave
- La Corte costituzionale italiana è composta da 15 giudici, scelti dal presidente della repubblica, dal Parlamento e dalle magistrature superiori.
- La Corte verifica la legittimità costituzionale delle leggi e risolve i conflitti tra i poteri dello stato e tra stato e regioni.
- Nonostante non sia politicamente responsabile, la Corte costituzionale ha un ruolo politico significativo nelle sue decisioni.
- L'Italia è suddivisa in venti regioni, cinque delle quali hanno statuti speciali e possono esercitare potestà legislativa in materie non riservate allo Stato.
- Le regioni partecipano alla formazione degli organi statali e possono influenzare il processo legislativo attraverso il referendum abrogativo.
Corte costituzionale e frazionamento regionale
La Corte costituzionale italiana è composta da 15 giudici scelti per un terzo dal presidente della repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle magistrature superiori. I quindici giudici restano in carica per nove anni.
La Corte è chiamata a verificare la legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge e a dirimere i conflitti di attribuzione fra i poteri dello stato, fra stato e regioni e fra regioni.
In teoria, la Corte costituzionale non è un organo politicamente responsabile; in realtà, dato che le sue sentenze condizionano i poteri costituiti, essa ricopre un grande ruolo politico.
Il nostro ordinamento attribuisce grande importanza alle autonomie territoriali: per questo, l’Italia è suddivisa in venti regioni, di cui cinque dotate di statuti speciali. Le regioni esercitano la potestà legislativa (concorsuale o residuale) nelle materie non espressamente riservate alla legislazione dello Stato. Se quest’ultimo ritiene che la legge di una regione ecceda le competenze concorsuali o residuali, può impugnarne il relativo statuto (solo se ordinario).
Il governo può sostituirsi agli organi delle regioni nel caso in cui queste non rispettino i trattati internazionali e il diritto comunitario o costituiscano una grave minaccia per la sicurezza pubblica.
Le regioni sono titolari di importanti prerogative: esse partecipano alla formazione di organi statali tramite circoscrizioni di voto; nominano i delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica e possono promuovere, mediante richiesta di almeno cinque consigli regionali, il referendum abrogativo.