Concetti Chiave
- Il referendum britannico del 2016 ha spaccato i conservatori inglesi e ha portato a dimissioni significative all'interno del governo, riflettendo divisioni profonde sulla Brexit.
- Negli stati membri dell'est, come Ungheria e Polonia, sono emerse nuove tensioni nazionaliste, mettendo a rischio i principi europei di convivenza e rule of law.
- Le divergenze tra paesi europei hanno portato a scontri diplomatici e gesti dimostrativi, accentuati dall'ascesa di governi sovranisti in diverse nazioni.
- L'idea di un'Unione Europea unita è minacciata, portando verso un'Europa a più velocità con diversi livelli di integrazione tra i paesi membri.
- L'Unione Europea si trova indebolita in un contesto internazionale turbolento, con sfide politiche globali come l'espansionismo russo e cinese e il rifiuto del multilateralismo da parte degli Stati Uniti.
Indice
Conseguenze del referendum Brexit
L’esito del referendum indetto in Inghilterra il 23 giugno del 2016 ha avuto diverse conseguenze giuridiche e politiche. Nel secondo anniversario del referendum britannico gli anti Brexit sfilavano a Londra in gran numero rivendicando una nuova consultazione una volta concluso l’accordo Ue-Uk. Gli stessi conservatori sono divisi sulle future relazioni con l’Unione, tanto che all’inizio di luglio il capo negoziatore e il ministro degli esteri si dimettevano contro la linea considerata troppo morbida della premier May.
Divisioni interne e sfide europee
Nel frattempo, negli stati membri dell’est, e in particolare in Ungheria e Polonia, il riaffiorare di sentimenti identitari già compressi dal vecchio regime comunista sta portando a chiusure nazionali e nuove intolleranze che contestano apertamente i principi stessi della convivenza europea, a partire dalla rule of law (si pensi ai tentativi di sottoporre la magistratura al potere politico e alle limitazioni, dirette o indirette, alla libertà di espressione, di stampa, di insegnamento). Ciò pone un’ulteriore sfida all’Unione europea in ordine alla sua capacità di imporre i valori comuni sanciti dai trattati (per questo è prevista la procedura dell’art. 7 Tue).
Sovranismo e tensioni politiche
In parallelo si assiste allo schierarsi dei singoli paesi, da soli o organizzati in gruppi (gruppo di Visegrád, paesi nordici o altri), l’un contro l’altro armati a suon di ripetuti scontri polemici, con ricorso a gesti dimostrativi (minacce di blocco del Brennero, respingimento di navi di organizzazioni umanitarie, interventi polizieschi ai confini) e reciproci ricatti. Questo fenomeno è accentuato dall’avvento al potere di forze politiche cosiddette sovraniste (in Polonia, Ungheria, Austria, Italia) e dall’irrigidimento della posizione dei governi guidati dalle forze europeiste, costrette anch’esse a fare i conti nei propri paesi con un sempre più agguerrito sovranismo.
Unione europea a più velocità
Laddove soluzioni genuinamente europee sarebbero con ogni evidenza indispensabili (e restano a parole auspicate da tutti), esse risultano di fatto impossibili per le resistenze di questo o quel paese in nome delle sbandierate sovranità nazionali: alimentando un circolo vizioso di profezie che si autoavverano. La conseguenza allora non potrà che essere un’Unione a più velocità, con una marcata differenziazione nel livello di integrazione.
Indebolimento dell'Unione europea
Un’altra conseguenza è un indebolimento dell’Unione europea proprio nel momento in cui essa avrebbe la necessità di mostrarsi forte e unita, dato il nuovo contesto internazionale: in questo quadro vanno viste le politiche aggressive della Russia di Putin (annessione della Crimea, sostegno ai secessionisti del Donbass in Ucraina), l’affermarsi in paesi chiave di leadership autoritarie (Turchia di Erdogan), il rifiuto del multilateralismo di cui erano stati i campioni per settant’anni da parte degli Stati Uniti di Trump (si pensi alle sue politiche tariffarie volte a sfidare le economie europee fondate sull’export), il composto ma implacabile espansionismo nel mondo della Cina (paese che ha tre volte la popolazione dell’Ue, anche se al momento un Pil del 50% inferiore).
Domande da interrogazione
- Quali sono state le conseguenze politiche immediate del referendum britannico del 2016?
- Come ha influenzato il referendum britannico le dinamiche politiche in Europa?
- Quali sono le sfide che l'Unione europea deve affrontare a seguito del referendum?
- In che modo il contesto internazionale ha influenzato l'Unione europea dopo il referendum?
L'esito del referendum ha portato a divisioni politiche interne nel Regno Unito, con dimissioni di figure chiave come il capo negoziatore e il ministro degli esteri, e ha alimentato richieste di una nuova consultazione.
Ha accentuato il riaffiorare di sentimenti identitari in alcuni stati membri, portando a chiusure nazionali e nuove intolleranze, e ha sfidato l'Unione europea nella sua capacità di imporre i valori comuni sanciti dai trattati.
L'UE deve affrontare la sfida di mantenere l'unità e l'integrazione tra i suoi membri, nonostante le resistenze nazionali e l'ascesa di forze politiche sovraniste che ostacolano soluzioni europee comuni.
L'UE si trova indebolita in un contesto internazionale caratterizzato da politiche aggressive della Russia, leadership autoritarie in paesi chiave, e il rifiuto del multilateralismo da parte degli Stati Uniti, mentre la Cina continua il suo espansionismo globale.