Concetti Chiave
- I decreti legge non possono riproporre disposizioni di decreti non convertiti o dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale.
- La legge 400/1988 richiede che i decreti abbiano misure di immediata applicazione, contenuto specifico e omogeneo.
- Dopo l'adozione, il decreto diventa oggetto di un disegno di legge di conversione, presentato a una delle Camere.
- La legge di conversione permette al Parlamento di riappropriarsi del potere legislativo e modificare il decreto.
- Se un decreto non viene convertito, il Parlamento può regolare i rapporti sorti durante la sua vigenza per evitare incertezze giuridiche.
Indice
Limitazioni dei decreti legge
I decreti legge non possono riprodurre le disposizioni di decreti legge dei quali sia stata negata la conversione in legge con il voto di una delle due Camere; regolare i rapporti giuridici sorti sulla base di decreti legge non convertiti e ripristinare l’efficacia di disposizioni dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale per vizi non attinenti al procedimento.
La l. 400/1988, inoltre, con una norma che – come si diceva – dovrebbe ritenersi implicita nella natura dei decreti legge, prevede che essi debbano recare misure di immediata applicazione, nonché avere un contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.
Procedura di conversione
Appena adottato dal governo ed emanato dal presidente della Repubblica, il decreto diventa oggetto di un apposito disegno di legge di conversione e in questa forma presentato alla Camera o al Senato. In pratica, il governo presenta un progetto formato da un solo articolo il cui contenuto è appunto la conversione in legge del decreto.
Ruolo del Parlamento
La legge di conversione è l’atto mediante il quale il Parlamento si riappropria della funzione legislativa eccezionalmente esercitata dal governo. Si parla di conversione perché questo è il nome che si dà al procedimento attraverso il quale il titolare di un potere, in questo caso quello legislativo, sostituisce l’atto fonte adottato da un altro potere, l’esecutivo, che non ne è titolare: e lo si fa con una legge ordinaria, dando luogo a novazione della fonte. In sede di conversione le Camere sono libere di apportare modifiche al testo del decreto. Gli emendamenti approvati dalle Camere, però, hanno efficacia solo pro futuro, ossia dal giorno successivo a quello della pubblicazione della legge di conversione, salvo che questa non disponga diversamente. Insieme alla legge di conversione è pubblicato anche il testo coordinato del decreto legge, integrato cioè con le modifiche apportate dal Parlamento.
Conseguenze della decadenza
L’ultimo comma dell’art. 77 Cost. stabilisce che, qualora il decreto legge decada perché non convertito in legge, il Parlamento può adottare una legge regolatrice dei rapporti e delle situazioni che in fatto si sono determinate nel periodo di provvisoria vigenza dell’atto normativo del governo. Ciò al fine di evitare che la perdita di efficacia del decreto legge possa determinare incertezze interpretative o comunque situazioni di ingiustizia e disparità di trattamento fra i cittadini.
Domande da interrogazione
- Quali sono i limiti imposti ai decreti legge in caso di mancata conversione?
- Qual è il processo di conversione di un decreto legge?
- Cosa accade se un decreto legge non viene convertito in legge?
I decreti legge non possono riprodurre disposizioni di decreti non convertiti, regolare rapporti giuridici basati su decreti non convertiti, né ripristinare disposizioni dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale.
Dopo l'adozione e l'emanazione, il decreto diventa oggetto di un disegno di legge di conversione presentato alla Camera o al Senato, dove il Parlamento può apportare modifiche al testo.
Se un decreto legge decade, il Parlamento può adottare una legge per regolare i rapporti e le situazioni sorte durante la sua vigenza provvisoria, per evitare incertezze interpretative o ingiustizie.