Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Le principali fonti del diritto del lavoro sono la legge e il contratto collettivo, con competenze spesso in conflitto.
  • La legge rappresenta la volontà popolare, mentre il contratto collettivo è tutelato dalla Costituzione, creando una forza normativa significativa.
  • Il concorso di fonti avviene quando una materia è regolata sia da fonti legislative che collettive, portando a situazioni di conflitto o armonia.
  • Il concorso conflittuale si verifica quando le fonti si sovrappongono e dettano regole diverse per lo stesso argomento.
  • I contratti collettivi non possono peggiorare le condizioni di lavoro stabilite dalla legge, che può solo essere modificata in senso migliorativo.

Indice

  1. Fonti del diritto del lavoro
  2. Concorso di fonti
  3. Conflitti e risoluzioni

Fonti del diritto del lavoro

Le principali fonti del diritto del lavoro sono legge e contratto collettivo. I confini di competenza fra queste due fonti sono fluide e in costante cambiamento: ognuna cerca di ampliare il proprio raggio di azione a discapito dell’altra e ciò dà vita a numerosi conflitti di potere fra le istituzioni statali.

Entrambe hanno una forza normativa molto rilevante: la legge è espressione della volontà popolare incarnata nel Parlamento; la contrattazione collettiva è protetta dall’art. 39 Cost.

La legge può intervenire per proteggere gli interessi generali, ma il suo intervento deve essere limitato: esso non può espropriare in maniera permanente l'autonomia collettiva.

Concorso di fonti

Spesso, accade che un singolo istituto sia regolato da fonti in parte legislative, in parte collettive: ciò dà vita al cosiddetto «concorso di fonti ». Può anche accadere che una materia sia disciplinata soltanto dalla legge o dalla contrattazione collettiva.

Il concorso può configurarsi in diversi modi:

- spontaneo o promosso da apposite norme legali di rinvio;

- non conflittuale, quando le due fonti regolano due aspetti diversi del medesimo istituto, oppure quando la legge demanda la disciplina di una materia alla contrattazione e questa attua in modo rispettoso il programma stilato dalla fonte delegante;

- conflittuale, quando, nell'ipotesi di concorso spontaneo, le due fonti si sovrappongono dettando discipline diverse sullo stesso oggetto (se, ad esempio, la legge assegna quattro settimane di ferie annuali e il contratto collettivo ne prevede cinque).

Conflitti e risoluzioni

Il concorso è conflittuale anche se la legge affida alla contrattazione il compito di regolare un istituto e la fonte delegata oltrepassa i limiti posti dalla legge: l’ipotesi sussisterebbe se, ad esempio, il contratto collettivo abolisse il periodo di comporto per malattia o lo diminuisse.

In sostanza, i CCNL non possono derogare le fonti legislative al fine di peggiorare le condizioni di lavoro: la legge può essere modificata solo in senso migliorativo, mai peggiorativo.

Per risolvere i conflitti fra legge e contrattazione, i giuristi hanno individuato alcuni principi, che però sono diversi per il lavoro privato e per quello pubblico.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali fonti del diritto del lavoro e come interagiscono tra loro?
  2. Le principali fonti del diritto del lavoro sono la legge e il contratto collettivo. I confini tra queste fonti sono fluidi e in costante cambiamento, con ciascuna che cerca di ampliare il proprio raggio d'azione, portando a conflitti di potere tra le istituzioni statali.

  3. In che modo si manifesta il concorso di fonti nel diritto del lavoro?
  4. Il concorso di fonti si manifesta quando un singolo istituto è regolato sia da fonti legislative che collettive. Può essere spontaneo o promosso da norme legali di rinvio, e può essere non conflittuale o conflittuale, a seconda di come le due fonti regolano lo stesso oggetto.

  5. Quali sono i limiti imposti ai contratti collettivi rispetto alle leggi?
  6. I contratti collettivi non possono derogare le fonti legislative per peggiorare le condizioni di lavoro. La legge può essere modificata solo in senso migliorativo, mai peggiorativo, e i contratti collettivi devono rispettare i limiti posti dalla legge.

Domande e risposte

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