Concetti Chiave
- Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, abbandona gli studi universitari per dedicarsi alla letteratura e al giornalismo, pubblicando opere a proprie spese.
- Le opere di Verga subiscono un'evoluzione stilistica verso il verismo, influenzato dalla lettura de "L’Assomoir" di Zolà, portandolo a scrivere romanzi più realistici e socialmente impegnati.
- Il "Ciclo dei vinti" di Verga, un progetto incompiuto di cinque romanzi, esplora l'ambizione umana e le sue conseguenze, sebbene solo alcune opere siano state completate.
- Le novelle raccolte in "Vita dei campi" e "Novelle rusticane" riflettono la realtà rurale siciliana, con un'attenzione particolare ai bisogni primari e alla lotta per la sopravvivenza.
- La poetica di Verga si basa sull'impersonalità e il principio della regressione, dove l'autore si nasconde dietro i personaggi, usando l'italiano come una conversione dal parlato siciliano.
Indice
- Gioventù e prime opere di Verga
- Firenze e l'influenza autobiografica
- Milano e l'incontro con Capuana
- La svolta verista di Verga
- Il Ciclo dei vinti e la critica sociale
- La novella "La lupa" e i Malavoglia
- Personaggi e temi nei Malavoglia
- Le novelle rusticane e la "roba"
- La rivolta di Bronte e la poetica di Verga
Gioventù e prime opere di Verga
Nasce a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri di origine nobile e da ragazzo segue un intellettuale siciliano, Antonino Abate che è un patriota romantico, sostenitore del risorgimento (Unità d’Italia).
A 15 anni scrive il suo primo romanzo che è di ispirazione risorgimentale: Amore e patria. Negli anni successivi si iscrive all'università ma non finisce gli studi perché i soldi che gli dà il padre non li usa per pagare la retta universitaria ma li usa per pubblicare alcune opere. La sua passione è quella letteraria e del giornalismo e pubblica infatti a proprie spese Carbonati della montagna; un romanzo storico che si ispira alle imprese della carboneria calabrese contro Murà. Con l'arrivo di Garibaldi in Sicilia, quindi con l'impresa dei Mille, viene istituita una guarda nazionale nella quale Verga si iscrive e partecipa.Firenze e l'influenza autobiografica
Nel 1863 pubblica Sulle lagune ambientato a Venezia e racconta la storia di un giovane che si innamora di una giovane veneziana. Quando Verga scrive, in Italia l'editoria sta diventando una vera e propria industria. Nel 1865 si reca per la prima volta a Firenze che in quegli anni era capitale d’Italia. Nel 1866 pubblica La peccatrice, un romanzo in cui c'era una forte componente autobiografica in cui Verga narra la storia di un intellettuale borghese di Catania che una volta ottenuta la fama perde l'amore per la donna amata e diventa il responsabile dell'omicidi di questa donna. (A Firenze andava nella casa di Francesco Dé Longhero e la moglie Ludmilla Assing con cui sembra aver avuto una storia importante)
Milano e l'incontro con Capuana
Nel 1871 scrive un nuovo romanzo Storie di una capinera. La capinera era un uccellino molto fragile. Con questo termine in quegli anni si chiamavano le monache. Il romanzo parla infatti di una giovane donna che si innamora di un ragazzo che ricambia il suo amore ma che è promesso sposo a sua sorella. Lei inoltre era già stata destinata al convento. (Ecco che ritroviamo la monaca, Manzoni si ispira a questo romanzo)
Verga abbandona per un attimo la figura della donna fatale e bellissima per parlare di questa ragazza che accetta di entrare in convento ed è convinta di fare la suora fino a quando non rientra a casa in estate e trova la sorella con un ragazzo di cui lei si innamora follemente. Ormai però non c'è la possibilità di tornare indietro e lei morirà in convento. Nel 1872 si trasferisce a Milano dove rimarrà 20 anni. Milano in quel periodo è il centro culturale, è il luogo dove è nata la scapigliatura e dove l'editoria diventa una vera e propria industria. Qui si avvicina al gruppo degli scapigliati e inizia a frequentare i salotti più alla moda della Milano intellettuale. Finisce e pubblica Eva, un romanzo che narra la storia di un giovane pittore siciliano che si innamora di una ballerina. Nel 1875 pubblica Eros, la storia di un giovane che per amore si consuma. Subito dopo pubblica Tigre reale, la storia di un ragazzo aristocratico che si innamora di una donna divoratrice di uomini. Tutti romanzi che parlano di amore, che hanno tutti un enorme successo e che vengono continuamente richiesti dagli editori. Verga attraversa un periodo di ispirazione. A Milano arriva un altro siciliano che è Luigi Capuana, un critico letterario. Sul Corriere della sera scrive la recensione dell’Assomoir di Zolà. Verga legge questa recensione, viene attratto e legge il romanzo. La lettura di questo romanzo provoca in Verga un profondo cambiamento: era ora di scrivere anche in Italia un romanzo moderno, vero!
La svolta verista di Verga
Nel 1878 Verga pubblica Rosso Malpelo. Nel 1874 pubblica Nedda una raccoglitrice di olive, il cui marito muore, la famiglia va in rovina, i figli muoiono di fame e successivamente muore anche lei. Qui il narratore non era ancora impersonale ed è forte la componente lacrimevole. Questo è considerato il “bozzetto della svolta” perché non si parla più dell’alta società milanese ma di una bruttina contadina in Sicilia. Nedda vive situazioni reali e non di sentimentalismo o romantiche. Nel 1876 i due senatori italiani Franchetti e Sannino vengono incaricati di fare un’indagine nel meridione, in particolare in Sicilia, e si crea così L’inchiesta in Sicilia un rapporto di ciò che hanno visto descrivendo più ambiti. Verga viene colpito dalla situazione dei bambini in particolare descritta nel libro nell’ultimo capitolo Il lavoro dei fanciulli nelle zolfare siciliane. Nel 1880 tutti i suoi racconti e le sue novelle vengono raccolte e pubblicate in Vita dei campi dove i protagonisti sono alla ricerca di bisogni primari con la logica della sopravvivenza ovvero una logica economica. Qui è presente il principio dello straniamento usato prima da Tolstoj. Si mostra come strano un fatto normale (es. ma il pelo si stupisce e non capisce perché la mamma di ranocchio pianga).
Il Ciclo dei vinti e la critica sociale
Il cambio di stile di Verga viene considerato una conversione al verismo. Verga concepisce il progetto di un ciclo di cinque romanzi (in cui ogni racconto dovrebbe rappresentare un gradino della scala sociale) che pensa di intitolare La marea ma poi diventa Ciclo dei vinti perché l’ambizione del denaro e del potere porta l’uomo verso imprese più grandi di lui. Verga però non completa il ciclo perché si avvicina alla sua condizione sociale, perde la sua personalità e aveva esaurito le idee. Qui sono presenti cinque opere: Malavoglia, Mastro Don Gesualdo, Duchessa di Leyra, Onorevole Scipioni, Uomo di lusso.
La novella "La lupa" e i Malavoglia
È una novella che rappresenta un mondo lontanissimo da tutto quello che aveva scritto fino a quel momento. È la prima opera verista di Verga. Parla di un ragazzino che lavorava in miniera e ha uno stile e un’ambientazione nuova. Il narratore è Verga ed è impersonale. Tutta la narrazione si concentra sul ragazzo, privato degli affetti e che vive in solitudine. L’unico rapporto chiaro e con un ragazzino fragile chiamato ranocchio.è grazie a lui che raggiunge la consapevolezza della negatività del mondo dominato dalla lotta per la sopravvivenza.
È una novella in cui ancora una volta si cita il mondo animale. Se in Dante invece la lupa è l’allegoria dell’avarizia, voglia del possesso anche erotico e sessuale, in Verga appare spesso perché era normale ricorrere alla caratteristica degli animali per definire gli umani (basta pensare a Fedro e alle sue favole). La lupa è una linfoide, donna che ha una dipendenza dal sesso, che ha un famiglia e agli occhi di tutte e un segno di maledizione. Sua figlia è tutto il contrario, è un a ragazza tranquilla costretta a sposare Nanni. Ad una condizione Gnappina, innamorata di Nanni, le dà la casa ma devono lasciarla dormire in cucina vicino al focolare. Il finale è molto discutibile perché probabilmente non ce n’è uno vero. Forse l’ammazza o forse cede di nuovo al suo potere.
In quest’opera sono presenti dei personaggi che saranno nei Malavoglia. Sono presenti due personaggi (Verga e un nobile) e qui l’uomo supera tragedia della vita attraverso la metafora della formica. Qui Verga analizza la realtà dei pescatori e la loro semplicità. Racconta i suoi due giorni trascorsi ad Acitrezza un paesino abitato da gente umile. Li fecero molte passeggiate al mare e guardarono l’alba. Inizialmente l'autore non capiva come le persone fossero attaccate a questo piccolo paesino. Solo vivendolo ha capito la vita. Non ci si può permettere di giudicare qualcosa osservandolo dalla distanza di un cannocchiale.lui è come se ha voluto osservare il paesino attraverso il microscopio infatti la paragonato ad uno studio scientifico di una formica studiata attraverso questo strumento.
Personaggi e temi nei Malavoglia
Malavoglia, soprannome-offesa simpatica data dai popolani alla famiglia Toscani.
Nel 1875 Verga invia il bozzetto all’editore Treves che pubblica il romanzo con il titolo Malavoglia.
Verga aveva un’inchiesta in Sicilia e tutti i temi che entrano in questo romanzo sono: corruzione, danni del servizio militare, ragazzi al lavoro, contrabbando e usura. Verga non riprende dal vivo la società ma la ricostruisce in modo intellettuale. I malavoglia sono un romanzo corale dove il narratore affida la narrazione alle persone ovvero ai personaggi che con le loro voci ci narrano quello che succede.
Promessi sposi: personaggi storici si intrecciano personaggi inventati.
Malavoglia: la storia ufficiale sta sullo sfondo alle vicende dei personaggi.
Padron ‘ntoni: è il capo famiglia, il più anziano e rappresenta il sacerdote della famiglia. È un uomo che non rinuncia mai a fare il suo dovere. È amante del suo mestiere di pescatore. Inizialmente non viene descritto in modo dettagliato ma in seguito, quando si ammala il narratore lo descrive con maggiore attenzione come se dalla sua descrizione fisica emergesse anche il profilo psicologico. Muore in ospedale da solo.La famiglia è come una mano: se cade un dito non c’è più la stessa forza. Chi si allontana dalla famiglia si perde. La solidarietà c’è solo all’interno della famiglia e non tra gli uomini
Bastianazzo: figlio di Padron ‘ntoni, è un uomo di buon cuore e lavoratore. Muore giovane a causa di una tempesta quando la sua barca, la “provvidenza”, viene distrutta (provvidenza in Manzoni domina tutti; in Verga è la nave che naufraga)
‘Ntoni: figlio di Bastianazzo. È un ragazzo giudizioso anche se a volte troppo impulsivo. Col passare degli anni la sua voglia di lavorare diventa sempre minore e si ribella alla sua condizione di miseria e povertà in un modo insolito ovvero smette di lavorare e va a cercare guai ma don Michele lo becca e lo incarcera. Dovrà scontare 5 anni di galera
Nena: è una ragazza giudiziosa e riservata. Dopo la morte della madre educa la sorella minore Lia e sa come mandare avanti la casa. È molto influenzata dalla società del suo tempo infatti decide di non sposarsi con Alfio Mosca di cui era innamorata perché questo avrebbe riportato sulla bocca di tutti la triste sorte della sorella ovvero la prostituta nei quartieri di Napoli.
È ambientato in un paesino della Sicilia, Acitrezza (Catania). Questo paesino non è mai stato descritto nei dettagli. Dal romanzo emerge come un posto ideale travolto dalla logica del guadagno e del mondo borghese dove i rapporti umani si snodano sulla base dell’economia.
Le novelle rusticane e la "roba"
Le novelle rusticana sono 12 novelle ambientate in campagna con i problemi della vita di campagna. È presente un concetto nuovo: “roba“. Chi lavora e ha successo trasforma ciò in qualcosa di materiale che si vede e si tocca. La roba vuole fotografare attraverso la storia di Mazzaro la Sicilia dell'ottocento a livello sociale ed economico.era una regione legata ancora alla civiltà rurale e non all'industrializzazione che invece aveva già trasformato il Nord Italia. Lui, come altri protagonisti proveniva da una classe sociale bassa e di questo non si è mai vergognato. Secondo Verga infatti gli uomini che desiderano lasciare alle proprie spalle le proprie origini sono destinati a un fallimento. La chiave del successo è quella che rimane attaccata al proprio scoglio durante le tempeste ovvero che solo chi riesce a restare fedele a ciò che è, potrà “vantarsi” di riuscire a partecipare alle fasi di cambiamento e rivoluzione.
La rivolta di Bronte e la poetica di Verga
È una novella che si rifà ai fatti della rivolta di Bronte. I contadini si ribellano, non vedono niente e uccidono con una strage i nobili. I contadini vogliono la libertà sia livello sociale sia livello economico.Verga però insiste sul fatto che le condizioni del popolo non potranno mai migliorare solo attraverso rivolte. Per Verga le classi più basse non hanno la possibilità di elevarsi perché la divisione in classi è come uno stato di natura ovvero che il suo mantenimento è necessario. In questo testo però la rivolta è presentata come un qualcosa di naturale, come un mare in tempesta o uno straripare di un fiume, una cosa non voluta ma che avviene naturalmente.
La spinta per i bisogni materiali dell’uomo (considerato estremamente egoista) e il miglioramento delle sue condizioni portano Verga a formare una poetica antiromantica e anche idealistica. Formula il principio dell’impersonalità: il narratore non ci deve essere e non deve neanche presentare i personaggi. “L’opera d’arte si deve fare da sé”, l’analisi di un fenomeno deve partire dal fenomeno più semplice a quello più complesso. Qui viene esaltato il principio della regressione: l’autore si mimetizza dietro ai personaggi e si abbassa ai loro livelli. Verga utilizza l’italiano come una sorta di conversione dal parlato siciliano perché non lo capirebbe nessuno. Usa soprannomi e modi di dire, ha un uso improprio del “che”, usa similitudini zoomorfe e un discorso indiretto libero ovvero un discorso dove non ci sono verbi del “dire” o del “pensare” ma capiamo i pensieri dei personaggi.
Domande da interrogazione
- Dove è nato Giovanni Verga?
- Qual è il primo romanzo scritto da Verga?
- In quale città Verga si trasferisce nel 1872?
- Qual è il titolo del romanzo di Verga che narra la storia di un giovane pittore siciliano innamorato di una ballerina?
- Qual è il ciclo di romanzi incompiuto di Verga?
Giovanni Verga è nato a Catania.
Il primo romanzo scritto da Verga è "Amore e patria".
Verga si trasferisce a Milano nel 1872.
Il titolo del romanzo è "Eva".
Il ciclo di romanzi incompiuto di Verga è il "Ciclo dei vinti".