Concetti Chiave
- Il sonetto di Ugo Foscolo è un tributo alla memoria del fratello Giovanni, morto suicida a causa di un debito di gioco.
- Foscolo esprime il desiderio di ricongiungersi con la famiglia, composta dal poeta stesso, la madre e il fratello defunto.
- La poesia utilizza corrispondenze e opposizioni, con un focus sui verbi di movimento, per rappresentare l'esilio e la separazione.
- I campi semantici principali del sonetto sono la morte, gli affetti familiari e l'esilio, che influenzano profondamente il testo.
- Foscolo evoca immagini letterarie, come l'Odissea di Omero, per sottolineare il suo esilio volontario e l'impossibilità di tornare in patria.
Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.
La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.
Il Sonetto di Ugo Foscolo
Questo sonetto fu composto da Ugo Foscolo in ricordo della morte del fratello, Giovanni Dionigi, morto suicida per un debito di gioco.
Analisi del Sonetto
Egli spera di poter ricongiungere il piccolo nucleo familiare: personaggi del sonetto sono, infatti, il poeta, la madre e il fratello.
Il sonetto si fonda su un gioco di corrispondenze e opposizioni, e importante è la presenza della categoria dei verbi di movimento (fuggendo, traendo).
Tre sono i campi semantici prevalenti: morte, affetti familiari, esilio.
Riflessioni sull'Esilio
"Un giorno se io non andrò sempre fuggendo in esilio
di popolo in popolo": si riferisce alle varie peregrinazioni compiute dopo l'occupazione austriaca di Venezia.
Rimpianti e Memoria
"Mi vedrai seduto sulla tua tomba, rimpiangendo la gentile giovinezza troncata mentre eri ancora nel fiore dei tuoi anni": da notare l'uso di figure retoriche, come "pietra" (tomba), "fior de' tuoi gentili anni" (giovinezza).
"Soltanto nostra madre, adesso, trascinando la sua vecchiaia, parla di me ai tuoi resti silenziosi, ma io tendo a voi le mani che sono già deluse" : qui il poeta immagina un abbraccio rivolto ai suoi parenti.
"E posso salutare la mia città solo da lontano. Avverto il destino ostile e i tormenti interiori che sconvolsero la tua vita, e anch'io come te spero di trovare presto riposo nella morte": in questa terzina è possibile notare la ripresa dell'Odissea di Omero: Ulisse non riusciva a tornare in patria a causa delle tempeste scatenate da Poseidone, così come Foscolo non può visitare la tomba del fratello e tornare in patria a causa di "avversi numi", perchè è in esilio volontario. Foscolo non riprende solo Omero: nella seconda quartina si può notare una ripresa sia di Catullo ("cenere muto") che di Petrarca ("suo dì traendo").
"Di tanta speranza oggi mi resta solo questo! Genti straniere, alla mia morte restituite almeno il mio corpo a mia madre":
qui, Foscolo vanifica definitivamente il desiderio iniziale di poter tornare in patria prima della sua morte, ma almeno una cosa gli resta: la memoria. La morte, infatti, distrugge tutto (tranne la poesia), ma la memoria rimane per sempre.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto di Ugo Foscolo?
- Quali sono i campi semantici prevalenti nel sonetto?
- Come Foscolo esprime il suo desiderio di tornare in patria?
- Cosa rappresenta la memoria per Foscolo nel sonetto?
Il tema principale del sonetto è il ricordo e il rimpianto per la morte del fratello, Giovanni Dionigi, e il desiderio di ricongiungersi con la famiglia nonostante l'esilio.
I campi semantici prevalenti nel sonetto sono la morte, gli affetti familiari e l'esilio.
Foscolo esprime il suo desiderio di tornare in patria attraverso l'immagine di salutare la sua città da lontano e il desiderio di riposo nella morte, simile al ritorno di Ulisse nell'Odissea.
La memoria rappresenta per Foscolo l'unica cosa che rimane eterna, poiché la morte distrugge tutto tranne la poesia e il ricordo.