Concetti Chiave
- Torquato Tasso visse durante la Controriforma, periodo in cui la Chiesa impose rigidi dogmi e perseguitò artisti, scienziati e filosofi.
- La Gerusalemme Liberata di Tasso è un poema epico che rispetta le unità aristoteliche di tempo, luogo e azione, centrato sulla prima crociata come tragedia.
- Tasso si autodenunciò all'Inquisizione per timore che la sua opera fosse condannata, sottoponendola a continue revisioni per allinearla ai dogmi religiosi.
- I temi centrali del poema includono l'amore tragico, la conversione religiosa e l'opposizione tra bene cristiano e male pagano, riflettendo le tensioni della Controriforma.
- Tasso soffriva di disturbi mentali, che portarono alla sua incarcerazione in un ospedale psichiatrico, e il suo lavoro fu segnato da una continua lotta interiore e insoddisfazione.
Indice
La Riforma e la Chiesa Medievale
È l'Età della Riforma Protestante, che si pensava potesse ricostruire la cristianità delle origini. Ma, con il Concilio di Trento, la Chiesa diviene la Chiesa Medievale, oppressiva e chiusa: si ristabiliscono i dogmi, come quello dell’infallibilità del Papa e della chiesa.
Per mantenere il controllo, doveva istituire una serie di controlli che divennero istituzioni vere proprie. Esempio: tribunale dell’inquisizione, che furono soprattutto domenicani.
Gli artisti furono perseguitati dalla Chiesa. Pena gravissima agli scienziati, filosofi e artisti (come Giordano Bruno e Galileo Galilei).
Si ritorna dunque al Medioevo. La chiesa si abbatte contro tutto ciò che non era in perfetta sintonia con i dogmi ecclesiastici. Qui, in questo periodo, nasce e vive Tasso.
Tasso e la sua poetica tragica
Tasso è il contrario di Ariosto (equilibrato): per Tasso, la creazione poetica è fatica e tragedia. La poesia non è intrattenimento (come invece era per Ariosto).
La Gerusalemme Liberata: trama e temi
La Gerusalemme Liberata (dai Pagani o saraceni) si svolge a Gerusalemme ed è una tragedia. Il contenuto è la prima crociata.
Tasso rispetta le categorie aristoteliche di tempo, luogo e azione (al contrario di Ariosto; chi non le rispettava non era considerato un poeta, un artista). Le tragedie (greche) sono tali perché rispettano queste caratteristiche e se non lo fanno, non c’è tragedia.
Non c’è stile mediano, ma è solo estrema tragedia. Nella Gerusalemme Liberata vi sono molti momenti di tragedia sublime, e la concezione dell’amore è di éros e thanatos (di amore che conduce inevitabilmente alla morte, come in Proibito).
Nella vicenda di Manfredi e Clorinda, i due si amano e lottano tra loro inconsapevolmente. Lui la uccide e riuscirà a tenerla tra le braccia solo quando lei sta per esalare l’ultimo respiro. Non si dicono neanche che si amano, ma Manfredi vuole convertire Clorinda al Cristianesimo. L’unica conversione è dal paganesimo al cristianesimo e non vi è alternativa. Tutto ciò che non è cristiano è male. Il tempo è unico (ultimo assedio dei cristiani a Gerusalemme) e non vi sono flashback né anticipazioni. Gerusalemme genera una forza centripeta (che avvicina i personaggi) e centrifuga (che li allontana).Vi è solo il meraviglioso cristiano, mentre il pagano è il male. Infatti, i musulmani sono supportati dai diavoli, mentre i cristiani dagli angeli. E può essere concepita soltanto la conversione al cristianesimo. Esiste solo male (pagano) e bene (cristiano). Non vi è una terza via. Goffredo di Buglione è miles cristi, un campione di cristianità ed è descritto come qualcosa di sacro. Ritorna il ruolo di cavaliere come nella chanson de geste. Goffredo guida i cristiani verso Gerusalemme. I personaggi abbandonano il campo e sono distrutti dall’assenza di guerre o combattimenti.
Il poema rispetta i canoni dell’epoca classica e non ci sono citazioni pagane. È scritto in ottave, con protasi, invocazione e dedica (a Ercole d’Este). L’opera è stata revisionata per venti anni per paura di essere condannato dalla chiesa e arriverà ad autodenunciarsi al tribunale dell’Inquisizione per scagionare la sua opera.
Il calvario di Tasso e la Controriforma
La forza centrifuga che allontana i cristiani da Gerusalemme e quindi dalla lotta è una metafora e rappresenta le pulsioni laiche. Il calvario mentale di Tasso è legato all’ambiente esterno della Controriforma, che si riflette nella Gerusalemme Liberata (opera come cartina di tornasole). Le circostanze storiche lo hanno reso incurabile. Ha manie ossessive compulsive. La sua patologia gli ha procurato l’incarcerazione nell’ospedale psichiatrico di Sant’Anna. Era un poeta di corte, amato e stimato, ma anche un uomo che aveva bisogno di aiuto. La sua opera era sottoposta a continue revisioni, a un’ossessione maniacale; alla fine si autodenuncia. Secondo lui alcune parti erano moralmente sbagliate per un poema epico. Si autocensura tagliando la prima parte. Nei ritratti, Tasso è magro, con una leggera barba, gli occhi belli. Quando ha trent’anni è ancora più magro, i suoi occhi sono persi. Da Leopardi: Tasso era pazzo per “rivolta” alla situazione del tempo della Controriforma. Nel suo tempo la Controriforma spinge alla prima crociata e questo è l’argomento del poema di Tasso. Nella Controriforma si riprendono Aristotele e Tolomeo. Aristotele scrive di tragedie ed epica, che devono attenersi alle tre unità di tempo, luogo e azione. Con linguaggio solenne dovevano essere rispettate come in Grecia (es.: Edipo Re, a Tebe, in un breve arco di tempo continuo senza anticipazioni o flashback). È per questo che l’Orlando Furioso non era ben visto.
Il luogo della Gerusalemme Liberata è Gerusalemme. Forza centripeta e centrifuga nei personaggi. Unità di tempo: 2-3 giorni, e cioè gli ultimi momenti della presa di Gerusalemme da parte dei cristiani che liberano il santo sepolcro.
Si ritorna ai temi della Chanson de Geste dove i paladini devono proteggere a tutti i costi la cristianità. È presente anche l’amore, ma non è passionale; è proibito, distruttivo e tragedioso (éros e thanatos). Con le ottave di amore tragico di Tancredi e Clorinda comincia il dissidio interiore di Tasso. Tancredi è bravo, bello e buono (kàlos kai agathos). Clorinda e Tancredi si amano, ma solo segretamente: il loro amore era impossibile perché appartenevano a diverse religioni. Clorinda brucia una torre cristiana e scende da cavallo, così come fa Tancredi, per scontrarsi ad armi pari, secondo le regole della cavalleria. I due non si riconoscono, e il loro combattimento sembra essere un combattimento d’amore. Tancredi è più forte e arriva a ferirla, fino a farle perdere molto sangue. Secondo le regole della cavalleria, quando l’avversario era sconfitto, il vincitore doveva togliere l’elmo e l’armatura. Così fa Tancredi, che intravede il pizzo femminile e delicato sotto l’armatura pesante e il viso di Clorinda. Così si dispera, vedendo le vesti insanguinate. Lui la abbraccia quando lei sta per morire e prima di ciò la converte, e lei si lascia convertire perché tra le sue braccia è finalmente felice. Amore che si trasforma in morte. Tasso revisiona molto questa parte perché il combattimento sembra una battaglia d’amore. Nell’ultimo momento non si dicono “ti ho amo”, ma Tancredi la battezza al Cristianesimo. Lei è felice perché muore da cristiana e muore tra le sue braccia.
In sintesi: (1) Clorinda brucia la torre, (2) comincia lo scontro tra i due, con Tancredi che la rincorre, (3) lui la riconosce dopo averla ferita a morte e prima di morire la converte al cristianesimo.
La vita e le opere di Tasso
Notizie dettagliate su Tasso: Tasso nasce a Sorrento l’11 marzo del 1544. Il padre, Bernardo Tasso, era l’autore di un poema epico cavalleresco, L’Amadigi. Torquato Tasso, a 15 anni (!), scrive un poema epico sulla prima crociata, il Gierusalemme, poi interrotto. A 18 anni scrive un poema epico cavalleresco, il Rinaldo.
Va a Padova e lì frequenta l’Università: studia prima diritto, poi filosofia letteratura. Comincia a scrivere anche rime d’amore per Lucrezia, Laura ed Eleonora. Frequenta, oltre alla corte, anche l’Accademia, centro per eccellenza dell’attività intellettuale nel cinquecento (o dal cinquecento).
È a Ferrara, al servizio del cardinale Luigi d’Este. Qui vive il suo periodo più sereno e produttivo dal punto di vista creativo.
È al servizio del duca ed è un gentiluomo stipendiato (mecenatismo). Può quindi lavorare a tempo pieno alle sue opere. Essendo la corte ferrarese amante della letteratura cavalleresca (Boiardo e Ariosto), Tasso è stimolato a riprendere il poema epico sulla prima crociata. Lo legge al duca Alfonso. Nel frattempo aveva scritto un dramma pastorale sugli ozi della corte e provato a scrivere una tragedia: “Il Galealto Re di Norvegia”, lasciata interrotta.
Appena terminata la stesura del poema sulla prima crociata, anche la sua pace interiore si spezza. Tasso lo guarda con inquietudine e insoddisfazione e voleva renderla aderente dogmi religiosi vigenti nel periodo. Fa leggere l’opera ad autorevoli letterati. Alcune volte difendeva l’opera, altre volte le critiche lo rendevano sempre più incerto. Vi lavora per 20 anni. Taglia e modifica continuamente. Scrive anche un’Allegoria con la quale tentava di giustificare gli episodi amorosi (es.: Tancredi e Clorinda), che non poteva rassegnarsi a eliminare.
Si sottopone all’Inquisizione di Ferrara. Fu assolto, ma continuava dubitare.
La follia e l'isolamento di Tasso
I sintomi di squilibrio: (1) credeva fosse spiato da un servo e gli lancia contro un coltello.
Il duca lo rinchiude nel convento di San Francesco. Da qui, lui fugge.
Si traveste e va dalla sorella e annuncia la sua morte. La sorella lo piange e lui si rivela.
A Ferrara, alle nozze del duca Alfonso con la terza moglie (Margherita Gonzaga), si arrabbia perché dice di non aver ricevuto una calorosa accoglienza. Il duca lo rinchiude come pazzo furioso nell’ospedale di Sant’Anna.
Qui, nell’ospedale, riprende l’esperienza letteraria. Scrive rime e dialoghi. Era turbato da incubi continui e allucinazioni.
Era convinto che un folletto gli mettesse in disordine le carte e che un mago lo perseguitasse con maligni incantesimi.
Scrive molte lettere ai principi per difendersi, poiché credeva di essere vittima di un’intollerabile ingiustizia, e per chiedere aiuto. Il duca Alfonso lo fa allontanare per non essere sospettato di eresia.
La Gerusalemme viene pubblicata, senza il suo consenso, incompleta. Lui poi scrive un’Apologia della Gerusalemme liberata, poiché non era ben vista (per molti era superiore l’Orlando Furioso). Scrive poesia encomiastica per i signori e religiosa. Ripubblica con modifiche il poema, che chiama Gerusalemme conquistata.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico in cui vive e opera Torquato Tasso?
- Quali sono le caratteristiche principali della "Gerusalemme Liberata" di Tasso?
- Come la Controriforma ha influenzato la vita personale di Tasso?
- Quali sono le principali opere di Tasso e come si sviluppa la sua carriera?
- Quali sono i sintomi della follia di Tasso e come ha cercato di affrontarli?
Tasso vive durante l'Età della Riforma Protestante e la Controriforma, un periodo in cui la Chiesa Cattolica, attraverso il Concilio di Trento, diventa oppressiva e chiusa, ristabilendo dogmi come l'infallibilità del Papa. Questo contesto influisce profondamente sulla sua vita e opere.
"La Gerusalemme Liberata" è un poema epico che rispetta le categorie aristoteliche di tempo, luogo e azione, ambientato durante la prima crociata a Gerusalemme. Il poema è caratterizzato da una tragedia sublime e una concezione dell'amore come éros e thanatos, con una forte dicotomia tra bene (cristiano) e male (pagano).
La Controriforma ha avuto un impatto significativo sulla vita di Tasso, contribuendo al suo calvario mentale e isolamento. Le pressioni esterne e le sue manie ossessive compulsive lo portarono all'incarcerazione nell'ospedale psichiatrico di Sant'Anna, riflettendo le tensioni del periodo nella sua opera.
Tasso è noto per "La Gerusalemme Liberata" e altre opere come "Rinaldo" e "Il Galealto Re di Norvegia". La sua carriera si sviluppa tra Padova e Ferrara, dove lavora al servizio del cardinale Luigi d'Este e del duca Alfonso, vivendo un periodo creativo ma anche di inquietudine e insoddisfazione.
Tasso mostrava sintomi di squilibrio come paranoia e allucinazioni, credendo di essere spiato e perseguitato. Fu rinchiuso nell'ospedale di Sant'Anna, dove continuò a scrivere e difendersi attraverso lettere, cercando aiuto dai principi e tentando di giustificare le sue opere di fronte all'Inquisizione.