Caterina1407
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Machiavelli, Barocco, Galileo Galilei scaricato 0 volte

Concetti Chiave

  • Niccolò Machiavelli, nato a Firenze nel 1469, visse nel Rinascimento e ricoprì ruoli politici sotto Pier Soderini, vivendo in esilio dopo il ritorno dei Medici.
  • Nei "Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio", Machiavelli sostiene che la Repubblica sia la forma di governo ideale per stabilità e durata.
  • Nel "De Principatibus", Machiavelli rivoluziona l'idea del principe ideale, sostenendo la necessità di caratteristiche sia positive che negative per la stabilità dello stato.
  • Machiavelli vede la storia come un ciclo ripetitivo e considera l'uomo intrinsecamente malvagio, ma crede nella capacità umana di cambiare ed agire eroicamente.
  • Galileo Galilei, figura centrale nella rivoluzione scientifica, sfida la teoria tolemaica e promuove un metodo scientifico basato su esperienze sensoriali e dimostrazioni certe.

Indice

  1. Niccolò Machiavelli - La vita
  2. Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
  3. De principatibus
  4. La sua teoria
  5. Modi per contrastare la fortuna
  6. De Principatibus
  7. Contesto storico del ‘600
  8. I luoghi della cultura
  9. La rivoluzione filosofica scientifica
  10. Il Barocco nelle arti
  11. Il Barocco in letteratura
  12. La questione della lingua
  13. La lirica in Italia
  14. Galileo Galilei
  15. La nuova ricerca scientifica e un nuovo linguaggio
  16. Il Sidereus Nuncius
  17. La superficie della luna – analisi del testo
  18. Le lettere copernicane
  19. Lettera a Benedetto Castelli - analisi del testo
  20. Il Saggiatore
  21. La favola dei suoni - analisi del testo

Niccolò Machiavelli - La vita

Niccolò Machiavelli nacque nel 1469 a Firenze da una famiglia borghese ricca grazie anche alle rendite che ricavano da alcune proprietà terriere. Egli vive in pieno Rinascimento, movimento essenzialmente artistico che si diffonde a Firenze tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500, quando la città è una repubblica sotto Savonarola. Nel 1494 i Medici vengono scacciati dalla città perché accolgono senza porre resistenza Carlo VIII re di Francia che, chiamato in Italia da Ludovico il Moro, discende fino ad arrivare al Ducato di Napoli, dicendo che gli apparteneva per discendenza, conquistandola con facilità a causa della frammentarietà del territorio che comporta un esercito debole.
Savonarola era un frate domenicano e predicatore, parlava in modo affabile e eloquente, ciò gli permette di accattivarsi i cittadini promettendogli di instaurare una repubblica e assicurandogli la libertà. Al contrario la limitò; instaurò infatti il Rogo delle Vanità, in Piazza della Signoria, dove bruciò pubblicamente tutto ciò che secondo lui non si confaceva con uno stile di vita cristiano. Firenze quindi tornò indietro, come moralità, al Medioevo. I fiorentini iniziano ad odiarlo, soprattutto il papa Alessandro VI di Borgia che riesce ad organizzare una cospirazione per eliminarlo. Gli succede Pier Soderini, più libero e aperto. Machiavelli lavora sotto di lui ricoprendo l’incarico di ambasciatore colui che si occupa di rappresentare la città negli altri luoghi, grazie alla quale conosce anche Cesare Borgia detto “il Valentino” politico audace e spregiudicato, non esitava quindi a compiere atti moralmente ingiusti. Nel 1512 i Medici tornano a Firenze, Machiavelli viene esiliato e va a vivere a San Casciano nella villa dell’Albergaccio dove scrive e produce cercando di accattivarsi il favore della dinastia.

Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio

Opera più teorica dove sostiene che la forma di governo ideale è la Repubblica perché dà maggiore stabilità e durata alle istituzioni.

De principatibus

È stato scritto il 10 Dicembre del 1513, si tratta di un opuscolo ovvero un libro piccolo che scrive di getto per emergenza in cui si tratta un solo argomento analizzandolo. Si tratta anche di un’opera dal carattere militante in quanto Machiavelli si schiera e dice la sua opinione. Per scrivere quest’opera interrompe “i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio” a causa dell’arrivo di Carlo VIII in Italia che riesce a conquistare con facilità i territori. Segno di forte debolezza da parte delle signorie italiane e quindi dell’Italia divisa, si inizia inoltre a capire che è uno stato debole e che occorre un principe forte capace di fermare un eventuale invasione. Si tratta di un’opera di trattatistica politica. Nel Medioevo esistevano già dei trattati del genere, gli specula principis (gli specchi del principe) che descrivevano il principe ideale che doveva avere solo caratteristiche positive come la magnanimità, la giustizia e la clemenza. Machiavelli invece rivoluziona in parte questa idea, l'autore infatti proclama di dover guardare alla “verità effettuale della cosa”, secondo lui infatti è inutile prospettarsi figure di principi che non rispecchiano la realtà, il principe ideale infatti non deve solo avere caratteristiche positive ma anche negative se queste hanno come fine ultimo quello di conservare il suo principato, dando stabilità allo stato e garantendo il benessere dei cittadini.

Opera divisa in 26 capitoli con titoli in latino;
- I primi undici capitoli analizzano i vari tipi di principato e esamina i mezzi che consentono di conquistarlo e mantenerlo conferendogli forza e stabilità inoltre distingue principati ereditari e nuovi conquistabili con virtù e armi proprie o con fortuna e armi altrui
- Capitolo 8 distingue la crudeltà bene usata, impiegata per necessità e con utilità rivolta al principato, da quella male usata, compiuta per esclusivo vantaggio del principe
- Capitolo 9 dove si affronta il principato civile in cui il principe riceve il potere dai cittadini stessi
- Capitolo 10 si esamina come si debbano misurare le forze dei principati
- Capitolo 11 si tratta dei principati ecclesiastici in cui il potere è detenuto dall’autorità religioso
- Capitolo 12-14 vengono affrontati i problemi delle milizie. Machiavelli esamina le cause degli eserciti mercenari. La prima è il rischio che il capitano di ventura diventi così forte da riuscire a prendere il potere al principe mentre la seconda è il rischio di tradimento perché gli eserciti combattono per soldi e non per difendere
- Capitolo 15-23 trattano dei modi di comportarsi del principe con i sudditi e gli amici
- Capitolo 24 esamina le cause che hanno portato i principi italiani a perdere i loro stati. La causa è essenzialmente l’ignavia dei principi in quanto non si schierano e non hanno un’idea coerente
- Capitolo 25 parla del rapporto tra virtù e fortuna (caso) due forze che agiscono sull’essere umano, la prima è la capacità propria dell’uomo la seconda non si può prevedere ma si può contrastare con la virtù. Quindi per Machiavelli l’individuo (uomo faber) può attraverso le sue capacità contrastare il caso. Per questo Machiavelli è un uomo tipicamente rinascimentale perché crede nelle capacità umane, un ideale tipico di quel movimento artistico
- Capitolo 26 è un’esortazione ad un principe nuovo che sappia porsi a capo del popolo italiano e liberare l’Italia dai barbari
Le concezioni che Machiavelli espone nell’opera scaturiscono dal rapporto diretto con la realtà storica in crisi che l’Italia sta attraversando
- Crisi politica; in quanto dolo la discesa di Carlo VIII gli Stati italiani sono andati a schierarsi con le grandi monarchie nazionali rendendo l’Italia ancora più fragile
- Crisi militare; causato da problema degli eserciti mercenari
- Crisi morale; il senso civico della popolazione all’interno della città si è affievolita

La sua teoria

Per Machiavelli la storia non è un susseguirsi di eventi ma un cerchio che si ripete. Si tratta di una teoria tipicamente naturalistica secondo la quale l’uomo è un fenomeno di natura al pari di altri per questo il suo comportamento non varia. Per lui gli uomini “camminano sempre per vie battute da altri” per questo il buon principe, studiando il comportamento umano attraverso le fonti storiche, deve essere in grado di anticipare gli eventi.
Machiavelli ha una visione crudamente pessimistica dell’uomo come essere morale. Per lui l’uomo è ontologicamente malvagio, nasce cattivo e egoista e nel corso della sua vita fa solo il proprio interesse. Si tratta di una situazione perenne a cui non c’è rimedio, infatti se l’uomo fa apparentemente l’interesse altrui è perché sa che ne trarrà beneficio, così facendo però c’è il rischio che sia crudele senza la necessità trasformandosi in tiranno. Tuttavia egli ha anche una visione eroica dell’agire umano, confida nel fatto che l’uomo malvagio può cambiare poiché l’azione dell’uomo ha dei limiti contrastati dalla fortuna che viene collegata alla metafora della “fiume in piena” che può travolgerti. L'immagine ideale del politico viene paragonato al centauro figura mitologica mezza bestia e mezzo uomo, egli deve infatti comportarsi da uomo o da bestia a seconda delle esigenze dello Stato.

Modi per contrastare la fortuna

- L'occasione; evento che consenta al principe di approfittare del momento per affermare la propria dote. Il problema è che spesso non sanno coglierla nonostante gli si ponga davanti
- La capacità di previsione del calcolo accorto; il principe deve avere la capacità di prevedere in tempo di pace ciò che potrebbe accadere in futuro. Quindi, ricollegandosi alla metafora del fiume, il buon principe deve essere in grado di alzare gli argini del fiume per evitare che esso ti travolga
- Riscontrarsi con i tempi; capacità di adattare le proprie azioni in base alle varie situazioni oggettive che gli si presentano davanti. Ci vuole una buona versatilità e elasticità mentale che difficilmente si trovano nell’uomo in quanto tende a prendere le decisioni sempre allo stesso modo

De Principatibus

Capitolo I - parafrasi: tutti gli Stati e tutti i domini che hanno avuto e hanno potere sopra gli uomini, sono stati e sono o repubbliche o principati. E i principati sono: o ereditari, dei quali la stirpe del loro signore è stato per lungo tempo principe, o sono nuovi. E i nuovi, o sono nuovi del tutto, come fu Milano per Francesco Sforza, oppure sono aggiunti allo Stato ereditario del principe che li acquista, come è il regno di Napoli per il re di Spagna. Sono questi domini così acquistati, o consueti a vivere sotto un principe o a vivere sotto un governo repubblicano; si acquisiscono o con le armi di altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù.
- analisi del testo: questo primo capitolo enuncia la materia del trattato e passa rapidamente in rassegna tutti i temi principali che vi saranno affrontati nell’opera. Machiavelli afferma che tutti gli Stati sono o repubbliche o principati non in nome di un principio metafisico e quindi astratto ma in base alla sua esperienza.
Cita Francesco Sforza, vissuto nella metà del ‘400, che era capitano di ventura e che con armi proprie era riuscito a prendere il potere a Milano, fino a quel momento in mano ai Visconti, sposando l’ultima erede della dinastia.

Capitolo VI – I principati nuovi che si acquistano con le armi proprie e con la virtù.
In questo capitolo Machiavelli si concentra sui principati del tutto nuovi che si acquisiscono con le proprie armi e con le virtù. Il tema è illustrato attraverso i grandi uomini dell’antichità considerati come modelli da imitare. In questo capitolo, uno dei più importanti del Principe, si manifestano numerosi pensieri propri di Machiavelli:
- La concezione della storia; gli uomini in quanto “camminano quasi sempre per le vie battute dagli altri” dovrebbero trarre insegnamenti dall’agire politico del passato per l’azione nel presente. Alla base di questa concezione vi è una visione tipicamente naturalistica, nel senso che l’uomo viene considerato come uno dei tanti fenomeni della natura e pertanto ritenuto immutabile nel tempo e nello spazio.
- Viene affrontato esplicitamente per la prima volta il problema del rapporto tra virtù e fortuna, costituita dall’insieme delle circostanze oggettive in cui il politico si trova ad operare. Essa costituisce per il principe l’occasione del suo agire e la possibilità di dimostrare le doti che deve possedere per affrontare la “gravità dei tempi” ovvero la crisi italiana del primo ‘500
- Uno dei concetti centrali del capitolo è che chi conquista il principato con le proprie virtù ha maggiore difficoltà nell’acquistarlo ma maggiore facilità a mantenerlo. La difficoltà principale sta nell’introdurre i nuovi ordinamenti dello Stato.
Capitolo VII- i principati nuovi che si acquistano con le armi altrui e con la fortuna
In questo capitolo Machiavelli esamina coloro che hanno acquistato lo Stato grazie alla fortuna e alle armi altrui. Al contrario dell’altra modalità in questa il principe trova una grande facilità nell’acquistare il principato ma una grande difficoltà nel mantenerlo. L'esempio che Machiavelli conduce nel capitolo è quello di Cesare Borgia di cui ne ammira l’abilità e ne passa in rassegna le sue azioni politiche assumendolo come modello di comportamento per un “principe nuovo” che voglia creare in Italia uno Stato forte capace di opporsi alla crisi che sta travolgendo la penisola.

Contesto storico del ‘600

La pace di Westfalia del 1648 conclude la Guerra dei Trent’anni che aveva consumato l’Europa e aveva sancito il primato della Francia. In Francia dopo la morte di Luigi III e la reggenza congiunta della madre e del cardinale sale al potere Luigi IV che instaura uno Stato assoluto, l’Inghilterra in un processo inverso passa invece ad una monarchia parlamentare. In Germania Lutero porta avanti la riforma protestante che dà vita a stravolgimenti nei confronti della fede cattolica diffondendosi soprattutto in Svizzera, Danimarca e Paesi Bassi. Fra le novità introdotte con la riforma c’è il sacerdozio universale secondo la quale tutti erano capace di leggere e interpretare le Sacre Scritture, da questo principio si sviluppano sistemi di educazione che comportano la nascita di società più tolleranti e aperte. È proprio da questi paesi, affacciati sull’Atlantico, che partono le prime spedizioni verso il Nord America e grazie anche alla presenza della classe sociale della borghesia inizia la loro ascesa politica e economica. Questa realtà si scontra con quella dell’Europa meridionale dove la Chiesa cattolica, a seguito della riforma protestante, trova sul Concilio di Trento la possibilità di riconoscere la presenza di alcuni aspetti da revisionare mantenendo intatte molte delle sue istituzioni e dei suoi preconcetti. La Chiesa romana esce la Concilio molto più forte e stabile di prima e lo dimostra attraverso quadri, affreschi e abbellimenti delle chiese, nasce di conseguenza una nuova corrente artistica: il Barocco. L'Italia, divisa profondamente in piccoli Stati e in parte occupata dalle potenze straniere, e la Spagna invece vivono una profonda crisi.

Le scoperte geografiche del secolo precedente avevano permesso la formazione di una certa libertà commerciale, soprattutto in Europa settentrionale, per effetto della presenza di una borghesia libera e numerosa. Questa situazione si identifica con la teoria di metà ‘700 del liberismo, ideata da Adam Smith. Secondo lui, lo Stato non deve intervenire nel mercato che viene regolato dalla “mano invisibile” della concorrenza. Questo pensiero si oppone alla teoria del protezionismo che prevede il pieno controllo economico da parte dello Stato.

I luoghi della cultura

La corte del ‘600 finisce per identificarsi con l’apparato burocratico statale e il cortigiano si trasforma gradualmente nel segretario del principe. Il letterato sviluppa competenze che vanno oltre la scrittura come quelle diplomatiche e militari. Di conseguenza acquisisce più importanza la produzione encomiastica attraverso la quale il poeta cerca di accaparrarsi la benevolenza del signore e una sistemazione stabile a corte rinunciando all’indipendenza di pensiero, scrive infatti opere idealizzate che non rispecchiano totalmente la realtà. Roma, in quando sede del Papato e centro del potere politico-religioso, ha un ruolo decisivo in Italia anche per quanto riguarda la promozione delle iniziative artistiche-culturali. Nel ‘600 erano anche molto diffuse le accademie, una sorta di centro culturale con una propria tematica, tra cui l’Accademia della Crusca, costituitasi a Firenze nel 1585, dove si studiava la purezza della lingua italiana e l’Accademia del Cimento fondata a Firenze da alcuni allievi di Galileo.

La rivoluzione filosofica scientifica

Il ‘600 è ricordato dalla storia come il secolo della “rivoluzione scientifica” in quanto si ha un’evoluzione della strumentazione tecnica utilizzata, viene modificato ad esempio, grazie a Galileo, il cannocchiale, e un cambiamento totale del metodo scientifico che rivoluzionano il modo di osservare e studiare i fenomeni della natura. Tale rivoluzione si ha soprattutto in ambito astronomico grazie al contributo di Isaac Newton, Giovanni Keplero e Galileo Galilei.

Il Barocco nelle arti

Il Barocco è una corrente in opposizione al Rinascimento. Il termine Barocco si pensa derivi da barroco, che indica una particolare perla dalla forma irregolare, uno delle parole chiavi che caratterizzano questa corrente. La perfezione che caratterizza la precedente corrente viene meno soprattutto in conseguenza alle scoperte scientifiche che smentiscono tutte le teorie “perfezionistiche” che si portavano avanti da tempo. Si abbandonano, inoltre, le proporzioni, non c’è più una sola visione della realtà ma quest’ultima viene considerata mutevole e quindi talvolta ciò che vediamo rappresentato è un’illusione. Un elemento importante è la finzione perché la ricolleghiamo al teatro. Nel 1600 infatti nascono i primi teatri come edifici a sé stanti in quanto prima esistevano solo quelle all’interno della reggia. Si diffondono in primo luogo a Londra grazie a William Shakespeare e in Francia grazie a Molière (nacque a Parigi nel 1622, figlio di un ricco tappezziere, studiò nel collegio dei gesuiti e fondò una compagnia teatrale), con loro torna la moda del teatro.

Il Barocco in letteratura

Anche in letteratura si ha la ricerca dello stupore e dell’effetto sorpresa. La strategia poetica si basa sull’utilizzo delle metafore e di altre figure retoriche tra cui l’antitesi e l’iperbole. Il più importante poeta italiano dell’età barocca è Giovan Battista Marino che scrisse un lungo poema, l’Adone. Nel Seicento nasce la questione degli antichi e dei moderni, ciò deriva dal desiderio di rompere i ponti con la tradizione, rifiutando quel principio dell’imitazione che era stato alla base delle poetiche del classicismo rinascimentale.

La questione della lingua

Fino al 1840 (pubblicazione dei Promessi Sposi) c’è un dibattito in Italia su quale lingua utilizzare in letteratura. Pietro Bembo sostiene che bisogna rifarsi agli autori fiorentini trecenteschi, Dante, Boccaccio per la prosa e Petrarca per la poesia. In questo periodo si afferma una corrente puristica, cioè che vuole stabilire un canone di lingua “pura” libera da termini stranieri.

La lirica in Italia

Il napoletano Giovan Battista Marino soddisfa per primo sul piano letterario le esigenze di rinnovamento che segnano il passaggio all’età barocca. Con la raccolta, La lira, poesia fortemente innovatrice che prende le distanze dalla tradizione petrarchesca, e l’uso sistematico di metafore, concetti e immagini iperboliche attraverso le quali cerca la musicalità del verso. Dei precedenti generi, il poema epico e quello cavalleresco, l’Adone conserva l’impianto formale, tra cui la lunghezza della narrazione (opera che supera i 40.000 versi), nel quale immette contenuti nuovi. Il motivo della guerra viene infatti sostituito da quello dell’amore che non funziona come ricerca della donna amata ma come assaporamento del piacere dei sensi. Rispettoso delle regole metriche abituali è il poema di Alessandro Tassoni, La secchia rapita che parla del “rapimento” di una secchia utilizzata per attingere l’acqua da un pozzo che costituisce la metafora della guerra combattuta nell’età dei Comuni fra i Modenesi e i Bolognesi.

Galileo Galilei

Nasce a Pisa nel 1564 da una famiglia fiorentina, ebbe una raffinata educazione artistica e letteraria. Nel 1581 iniziò gli studi di medicina che abbandonò per dedicarsi a quelli della matematica e della fisica. Gli viene assegnata inizialmente la cattedra di matematica presso l’Università di Pisa e successivamente nel 1589 quella dell’Università di Padova dove, dato che faceva parte della Repubblica di Venezia, c’era più libertà mentale e tolleranza ed era presente l’Arsenale che gli permetteva di ricavare vari strumenti per il suo studio. Nel 1609 perfezionò il cannocchiale, strumento giunto dall’Olanda, che gli permise di compiere delle scoperte fondamentali tra cui l’esistenza di nuovi astri e delle macchie lunari. L'anno dopo pubblicò il Sidereus nuncius (avviso astronomico) un trattato scritto in latino in cui comunicava i risultati di queste scoperte che confermavano la teoria eliocentrica enunciata da Niccolò Copernico secondo la quale era la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa. Quest'opera metteva in discussione la teoria tolemaica che coincideva con quanto sostenuto dalle Sacre Scritture.
In Toscana il Tribunale dell’Inquisizione era molto influente e forte e aumentarono i disaccordi nei suoi confronti. Per difendere le proprie posizioni scrisse nel 1613 e il 1615 le cosiddette “lettere copernicane” in cui oltre a sostenere la teoria eliocentrica afferma che la scienza e la religione non devono escludersi l’un l’altro. Nel 1616 le tesi copernicane vennero dichiarate eretiche. Nel 1623 scrisse il Saggiatore un'opera polemica caratterizzata da un forte spirito antiaristotelico e antidogmatico. Nello stesso anno era stato eletto papa, con il nome di Urbano VIII, il cardinale Maffeo Barberini che sembrava favorire Galileo. Proprio per questa congiuntura si dedica dal 1624 al 1630 alla composizione del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano. Pochi mesi dopo il libro venne sequestrato e Galileo venne incarcerato e minacciato di tortura a Roma. Il processo si concluse con l’abiura e costretto alla residenza obbligata prima a Siena e poi nella villa di Arcetri.

La nuova ricerca scientifica e un nuovo linguaggio

Le istanze innovative della cultura fra il ‘500 e il ‘600 trovano la loro formulazione nell’opera di Galileo Galilei. Proprio con lui vengono messi in pratica i risultati delle teorie umanistiche-rinascimentali. La ricerca di Galileo rende operante il controllo dell’uomo sulla natura. Lo scienziato da un colpo di grazia alla teoria aristotelica sulla quale si basavano gli intellettuali e che fino ad allora non era mai stata messa in discussione secondo il principio dell’ipse dixit (l’ha detto lui). Galileo getta le basi della attuale ricerca scientifica con gli esperimenti attraverso i cinque sensi e strumenti essenziali. La verità non è più quindi rivelata e data per certa come nelle Sacre Scritture ma bensì comprovata attraverso il metodo.
Il metodo scientifico si articola in:
- Sensate esperienze (esperienze dal lato esperire); riguardavano gli esperimenti secondo i cinque sensi
- Certe dimostrazioni; elaborazione dei testi col linguaggio scientifico.

Il Sidereus Nuncius

È un trattato scientifico, scritto in latino e quindi rivolta soprattutto ai dotti e scienziati, in cui Galileo comunica al mondo le sue scoperte: la Via Lattea è un insieme di stelle infinite, le macchie lunari, i quattro maggiori satelliti di Giove (che lui chiama pianeti medicei in onore di Cosimo II dei Medici suo allievo), le fasi di Venere e le macchie solari. L'opera divise la comunità scientifica e religiosa fra gli ammiratori e i detrattori di Galileo, quest’ultimi preoccupati del fatto che alcune osservazioni potessero mettere in crisi il sistema aristotelico e tolemaico sostenuto dalla Chiesa.

La superficie della luna – analisi del testo

All'inizio dell’opera, dove si accinge a comunicare le straordinarie scoperte da lui compiute grazie all’uso dell’cannocchiale, Galileo esprime la sua meraviglia dovuta alla “novità mai udita nei secoli” (in quanto osserva cose mai viste prima). La meraviglia era cercata anche dai poeti barocchi e dal loro capostipite, Giovan Battista Marino, che lo aveva posto alla base della sua poetica. Mentre i poeti barocchi ottenevano effetti sorprendenti attraverso l’uso della parola e delle figure retoriche, Galileo la meraviglia la crea dall’osservazione di ciò che ha attorno.

Le lettere copernicane

È un insieme di lettere che si scambia con il grande astronomo tedesco Giovanni Keplero, Benedetto Castelli e Cristina di Lorena, granduchessa madre di Toscana. Nelle lettere copernicane Galileo parla del rapporto tra religione e scienza, egli afferma che in caso di una possibile contraddizione tra di esse questa dovrebbe essere risolta a favore della prima, dal momento che la natura è diretta espressione della volontà divina (creata da Dio) mentre la Scrittura risente della mentalità del tempo in cui l’opera venne composta. Esse dovevano quindi essere interpretate tenendo conto del concetto di storicità. Devo quindi tenere conto del livello di conoscenza del tempo e degli strumenti che gli antichi non avevano a disposizione per dimostrare ciò che osservavano. Galileo infatti riconosce la grandezza di Aristotele e della sua teoria.

Lettera a Benedetto Castelli - analisi del testo

Nota 6; Galileo cita un passo della Bibbia in cui si legge che Giosuè chiese a Dio di fermare il Sole, ritardando il tramonto fino al giorno dopo, per poter vincere la battaglia contro gli Amorrei.
Questa lettera, scritta nel 1613, è un documento fondamentale per stabilire i rapporti tra fede e scienza inoltre in essa viene fuori il concetto di storicità. In base a quanto scritto nelle Sacre Scritture si pensava fosse il Sole a ruotare intorno alla Terra in quanto quest’ultima era considerata immobile. Galileo però sostiene che le parole usate nella Bibbia sono quelle adatte alla mentalità e alle conoscenze del tempo. La parola di Dio, affidata alle Scritture, deve quindi essere interpretata e riportata a quella verità che si può confermare solo attraverso la scienza. Bisogna quindi seguire le leggi della natura che non possono sbagliarsi in quanto essa è stata creata da Dio.

Il Saggiatore

Il termine “Saggiatore” si riferisce ad una piccola bilancia utilizzata, soprattutto dagli orefici, per pesare l’oro. Scrive l’opera in opposizione a quella della Libra, scritta dal suo acerrimo nemico Orazio Grassi, il cui termine indica una bilancia più grande utilizzata per pesare la merce. È stata scritta in seguito all’apparizione di tre comete nel 1618 da cui nasce un dibattito sulla loro natura, le teorie elaborate dai due saranno sbagliate. In quest’opera espone anche un nuovo metodo, dedicato al suo amico Virgilio Cesarini, basato su due passaggi: le sensate esperienze e le certe dimostrazioni.

La favola dei suoni - analisi del testo

Il racconto è volto a illustrare la natura e le prospettive di una conoscenza basata sulle esperienze. Parla appunto delle esperienze di un giovane che per hobby ascoltava il canto degli uccelli. Con il tempo giunge alla conclusione che esistono diversi suoni che la natura riesce a produrre e che possiamo parlare solo di quelli che ci sono noti attraverso il senso e l’esperienza che costituiscono i limiti della conoscenza.
In questo discorso metaforico sulla conoscenza il filo conduttore è costituito dalla curiosità, sia quella naturale con la quale nasciamo si quella dell’ingegno, intesa come desiderio di ocnoscere e di imparare che porta ad aumentare le competenze. La ricerca deve quindi essere condotta con perseveranza e modestia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Machiavelli sulla natura umana e il comportamento dei principi?
  2. Machiavelli ha una visione pessimistica dell'uomo, considerandolo ontologicamente malvagio e egoista. Crede che i principi debbano studiare il comportamento umano attraverso la storia per anticipare gli eventi e che possano usare sia virtù che azioni negative per mantenere il potere, se ciò garantisce la stabilità dello stato e il benessere dei cittadini.

  3. Come Machiavelli distingue tra i diversi tipi di principati nel "De Principatibus"?
  4. Machiavelli distingue i principati in ereditari e nuovi. I nuovi possono essere acquisiti con armi proprie e virtù o con armi altrui e fortuna. Egli analizza i mezzi per conquistarli e mantenerli, distinguendo tra crudeltà bene usata e male usata, e affronta il rapporto tra virtù e fortuna.

  5. Quali sono le principali crisi che l'Italia affronta secondo Machiavelli?
  6. Machiavelli identifica tre principali crisi in Italia: la crisi politica, dovuta alla frammentazione e debolezza degli stati italiani; la crisi militare, causata dall'uso di eserciti mercenari; e la crisi morale, con un indebolimento del senso civico tra la popolazione.

  7. Qual è il contributo di Galileo Galilei alla rivoluzione scientifica?
  8. Galileo Galilei ha contribuito alla rivoluzione scientifica perfezionando il cannocchiale e scoprendo nuovi astri e macchie lunari, confermando la teoria eliocentrica di Copernico. Ha introdotto un nuovo metodo scientifico basato su esperienze sensate e dimostrazioni certe, sfidando le teorie aristoteliche.

  9. Come si manifesta il Barocco nelle arti e nella letteratura?
  10. Il Barocco si oppone al Rinascimento, abbandonando la perfezione e le proporzioni per una realtà mutevole e illusoria. In letteratura, si ricerca lo stupore attraverso metafore e figure retoriche. Il Barocco si esprime anche nel teatro, con la nascita di edifici teatrali indipendenti e opere di autori come Shakespeare e Molière.

Domande e risposte

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