J.lee
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Concetti Chiave

  • Il giornalismo britannico tra Seicento e Settecento si sviluppa grazie a una borghesia aperta e al confronto tra Parlamento e Corona, influenzando il panorama politico dell'epoca.
  • La libertà di stampa conosce alti e bassi, con periodi di censura e libertà alternati, culminando nel 1689 con il Bill of Rights che promuove la libertà di espressione.
  • Nel 1702 nasce il primo quotidiano moderno, "The Daily Courant", segnando un importante passo avanti nel mondo dell'informazione.
  • Daniel Defoe, con "The Review", e periodici come "The Tatler" e "The Spectator" introducono nuovi formati e contenuti, influenzando il giornalismo successivo.
  • Nel 1792, il "Libel Act" elimina la censura preventiva, consolidando l'Inghilterra come un centro di produzione editoriale innovativa e influente.
In questo appunto di storia per le scuole viene decritto lo sviluppo del giornalismo britannico tra Seicento e Settecento.
Giornalismo britannico tra 600 e 700 - Storia del giornalismo articolo

Indice

  1. Giornalismo britannico tra Seicento e Settecento
  2. Defoe, il "The review" e i periodici

Giornalismo britannico tra Seicento e Settecento

In Inghilterra il giornalismo si sviluppa prima di tutto grazie alla presenza di una borghesia mentalmente aperta e in grado di poter sostenere le produzioni giornalistiche e un mercato editoriale; a ciò si aggiunge anche la bipartizione dei poteri tra Parlamento e Corona, la cui opposizione si estese anche nel mondo giornalistico; venendo a mancare il monopolio del potere, la stampa partecipa attivamente alla vita politica e così pian piano si ritaglia uno spazio importante in questo contesto.

Altro motivo che ha reso possibile lo sviluppo del giornalismo in Inghilterra sono le lotte politiche del Seicento, che hanno modificato diversi aspetti della società inglese. Nel 1568 la regina Elisabetta I creò un organo autoritario chiamato Star Chamber , il quale veniva utilizzato come organo di censura per quanto riguardava le pubblicazioni a stampa; questa venne poi abolita anni dopo, aprendo così un breve di periodo di libertà di stampa, durante il quale ci fu una grande produzione di testate giornalistiche. E' con l'arrivo di Oliver Cromwell che la libertà di stampa venne nuovamente vietata, attuando allo stesso tempo il sistema delle licenze, ossia le autorizzazioni che bisognava chiedere agli ordini costituti per poter pubblicare qualcosa; naturalmente Cromwell diede spazio ai giornali che appoggiavano la sua linea di pensiero. Gli argomenti che venivano trattati nei giornali britannici erano prettamente politici, ma in questo periodo cominciò a svilupparsi anche il giornalismo di "cronaca" e "servizio"; il primo dedicava ampie pagine a notizie su delitti, scioperi e tumulti, mentre il secondo si occupava prettamente di pubblicità o particolari annunci (per esempio richieste di lavoro, elenchi di oggetti smarriti ecc). Nel 1662 viene introdotta la censura preventiva (Licensing Act), a seguito della Glorius Revolution. Fu nel 1689, in seguito all'ascesa al trono di Guglielmo D'Orange, che fu firmato il Bill of Rights, la carta dei diritti dei cittadini, tra i quali rientrava anche la libertà di espressione. Malgrado ciò la stampa rimase comunque soggetta a delle tasse imposte dal Re, ma ormai all'interno della società si era solidificata l'idea che la stampa fosse un mezzo di fondamentale importanza per l'intera società. Data importante da ricordare è il 1702, anno in cui nasce il primo giornale moderno (e quotidiano) in Inghilterra, il "The Daily Courant di Samuel Buckley. Composto inizialmente da una sola pagina divisa in due colonne, questo quotidiano sopravvisse sino al 1735. Nel primo settecento si distinguono due scrittori-giornalisti, Daniel Defoe e Swipt (fondatore del giornale "The Examiner" (1710). Il primo esalta lo spirito imprenditoriale e coltiva lo spirito mercantile-borghese, mentre il secondo sostiene le ragioni dell'aristocrazia. Si sviluppano anche i cosiddetti pamphlet, ossia piccoli opuscoli contenenti toni critici nei confronti di politica e religione.
per un ulteriore approfondimento sull'età elisabettiana vedi anche qua
Giornalismo britannico tra 600 e 700 - Storia del giornalismo articolo

Defoe, il "The review" e i periodici

Defoe fonda il suo giornale (trisettimanale "The review") destinato a durare dieci anni e diventare una pietra miliare nella storia del giornalismo; in questo giornale Defoe riportava brevi saggi morali e politici Quasi tutti gli articoli erano dello stesso Defoe; si orienta per una scelta estetica relativa al formato tabloid, ciò che noi chiamiamo "formato ridotto", che avrà fortuna gli anni successivi. I periodici di maggior successo sono:The Tatler (1709), The Spectator (1710), The Examiner (1711), che rappresenteranno poi dei modelli per altre testate giornalistiche. Soprattutto il Tatler e Spectator rappresentarono una novità in quanto al loro interno si trattavano argomenti (oltre a quelli politici e sociali) di carattere etico e morale; entrambi i giornali ebbero uno straordinario successo. Una particolarità del giornalismo inglese era il fatto che i giornali offrivano notizie con grande precisione e soprattutto tempestività. Nel 1714 però il Parlamento pose nuovamente in discussione la libertà di stampa emanando lo "Stamp Act", ossia una tassa da pagare allo stato per ogni foglio stampato. Simile provvedimento venne emanato dalla regina Elisabetta nel 1765 imponendo una tassa sulle colonie americane per quanto concerneva giornali, documenti commerciali o atti legali. A loro volta i coloni reagiscono dando luogo a tumulti e episodi di violenza in segno di protesta. Data molto importante da ricordare è anche il 1785, anno in cui nasce il giornale Daily Universal Register fondato da john Walter, con un'informazione molto curata; successivamente diventerà uno dei giornali più importanti della stampa statunitense, il The times (1888 ). Quest'ultimo rappresentò una novità prima di tutto per quanto concerne l'impaginazione (colonne spezzate da sottili linee orizzontali, il tutto per facilitarne la lettura), ma anche per la precisione e la velocità con cui offriva le notizie; si occupava soprattutto di politica interna e affari internazionali Nel 1792 viene emanato il "Libel Act, decreto per il quale la stampa non può essere sottoposta a censura preventiva, o a controllo da parte degli organi dello stato, ma doveva rispondere solo ad eventuali abusi, per esempio diffamazione. In questo periodo l'Inghilterra era uno dei paesi in cui si aveva una straordinaria produzione in campo editoriale.
per un ulteriore approfondimento su Defoe vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali fattori hanno contribuito allo sviluppo del giornalismo in Inghilterra tra Seicento e Settecento?
  2. Lo sviluppo del giornalismo in Inghilterra è stato favorito dalla presenza di una borghesia aperta mentalmente, dalla bipartizione dei poteri tra Parlamento e Corona, e dalle lotte politiche del Seicento che hanno modificato la società inglese.

  3. Qual è stato il ruolo di Daniel Defoe nel giornalismo britannico?
  4. Daniel Defoe ha fondato il giornale "The Review", un trisettimanale che è diventato una pietra miliare nella storia del giornalismo, caratterizzato da brevi saggi morali e politici, e ha adottato il formato tabloid.

  5. Quali furono le innovazioni introdotte dal "The Daily Courant"?
  6. "The Daily Courant", fondato nel 1702, è stato il primo giornale moderno e quotidiano in Inghilterra, inizialmente composto da una sola pagina divisa in due colonne, e ha sopravvissuto fino al 1735.

  7. Come ha influenzato il "Libel Act" del 1792 la stampa britannica?
  8. Il "Libel Act" del 1792 ha stabilito che la stampa non poteva essere sottoposta a censura preventiva o controllo statale, ma doveva rispondere solo ad eventuali abusi come la diffamazione.

  9. Quali furono le caratteristiche distintive del "The Times" fondato nel 1785?
  10. "The Times", originariamente "Daily Universal Register", si distingueva per l'impaginazione innovativa con colonne spezzate da linee orizzontali, e per la precisione e velocità delle notizie, focalizzandosi su politica interna e affari internazionali.

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