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Concetti Chiave

  • Luigi Pirandello critica il positivismo attraverso la sua poetica, descrivendo la realtà come un flusso indefinito e indefinibile che scorre incessantemente.
  • Pirandello esplora la frammentazione dell'identità umana, sottolineando l'idea che ciascuno possa essere percepito in molteplici modi diversi, portando a una crisi dell'identità personale.
  • Il concetto di "relativismo gnoseologico" è centrale per Pirandello, poiché ritiene che la verità sia soggettiva e che la comunicazione tra individui sia spesso inefficace e fraintesa.
  • Nel suo teatro, Pirandello introduce il tema delle maschere sociali e dell'identità doppia, portando i personaggi a vivere realtà paradossali che mettono in discussione le convenzioni sociali.
  • Attraverso l'umorismo, Pirandello invita il lettore a riflettere su situazioni apparentemente comiche, rivelando il dramma e la complessità della condizione umana.

Indice

  1. Inizio della carriera letteraria
  2. Il romanzo "L'esclusa"
  3. Matrimonio e crisi economica
  4. Successo teatrale e Nobel
  5. Critica al positivismo e relativismo
  6. Crisi dell'identità e relativismo
  7. Umorismo e critica sociale
  8. Novelle e umorismo
  9. Teatro e innovazione
  10. Opere teatrali e temi
  11. Enrico IV e la trappola
  12. Ultimi anni e surrealismo

Inizio della carriera letteraria

Si trasferisce e si laurea con una tesi che si intitola Suoni e sviluppo di suoni nel dialetto di Girgenti. In questo periodo comincia già a scrivere e scrivere ciò che viene considerato il suo prodotto peggiore.

Il romanzo "L'esclusa"

Il periodo trascorso in Germania lo mette in contatto con i grandi scrittori romantici e con filosofi. Nel 1892 tonta a Roma e nel 1893 scrive un romanzo che pubblicherà nel 1901 con il titolo di L’esclusa. Inizialmente doveva avere il titolo di Marta Ayala. È un romanzo che da una parte conserva il vediamo siciliano in cui si insiste sulla schiavitù e sulle condizioni sociali che manipolano l’individuo. Lei è una ragazza sposata e innamora di un ragazzo che viene da una famiglia conosciuta in paese perché tutti i maschi di questa famiglia erano cornuti. Il marito di Marta quindi vive nella paura di avere lo stesso destino ed è un’ossessione così forte che Marta viene accusata di avere tradito il marito con un vecchio tanto che il marito la caccia di casa.

Già da questo romanzo c’è l’idea che io da quello che dico non è detto che venga recepito e creduto da chi è di fronte a me. Marta se ne va in città ed inizia a fare la maestra. Nel frattempo incontra quel signore con la quale l’avevano accusata di essere stata, e lui la inizia a corteggiare riuscendo a togliergli tutti i sensi di colpa che gli avevano attribuito. Lei rimane incinta di lui nello stesso momento in cui il marito si convince che si è sbagliato. Riusciamo a capire che il grande tema centrale della poetica di Pirandello è la comunicazione e della verità, sempre soggettiva.

Matrimonio e crisi economica

In questo periodo, nel 1894 sposa Maria Antonietta Portulano, una sua compaesana figlia di amici di famiglia. Inizia ad insegnare italiano al magistero di Roma. Nel 1903 un allagamento di una miniera gestita dal padre, porta Pirandello in una grandissima crisi economica. La moglie, affetta già da un problema psicologico che si manifestava in attacchi di gelosia, entra e cade nella follia. Inizia a pubblicare novelle che diventano una fonte economica pubblica sole anche sui giornali per essere pagate subito. Mel 1910 firma il suo primo contratto teatrale e da alcune suoi novelle prende sceneggiature teatrali. Nello stesso anno con già la sua carriera da drammaturgo. Di formate alla guerra lui è in interventista e pensa che la prima guerra mondiale consoliderebbe un processo che porterà ad un mondo nuovo. Entra in manicomio ma Pirandello non la abbandona mai.

Successo teatrale e Nobel

Nel 1920 il teatro di Pirandello comincia ad aver grande successo.

Nel 1934 gli viene conferito il nobel. Nel 1936 si ammala di polmonite mente sta scrivendo l’ultima delle sue opere I giganti della montagna. Parla di una compagnia teatrale con personaggi molto strani e diversi. Inizialmente non si capisce chi sono i giganti ma alla fine si capisce che sono gli squadroni fascisti.

Le sue ceneri vengono affidate ad un carabiniere che da Roma le deve portare in Sicilia. Parte, lui non sa cosa c’è dentro e c’è una legenda che dice che durante il viaggio lui giocherà a carte con un signore sul cofanetto dove c’erano le ceneri di Pirandello.

Critica al positivismo e relativismo

Lui parte da una critica al positivismo.

Per Pirandello tutta la realtà è vita. Tutto ciò che avviene è vita ed è intero divenire. Tutta questa vita è un flusso indefinito e indefinibile che scorre.

Tutte le volte che però il flusso vitale non è più indefinito non è più vita e libertà. Questo concetto lo applichiamo anche alla vita e al comportamento dell’uomo.

Per Pirandello già il nome è una forma di morte perché è un qualcosa che ci viene imposto. Quando l’uomo vuole assumere una personalità è un’illusione perché non solo noi ci diamo una forma ma anche gli altri ce la danno e molto spesso questa forma non corrisponde a quella che noi ci diamo, o è una forma che noi non sappiamo e che ci fanno di nascosto. Quindi chi sono io? Uno, nessuno e centomila

Crisi dell'identità e relativismo

È l’ultimo romanzo che pubblica e viene pubblicato nel 1926. Affronta il tema della crisi dell’identità. Vitangelo, il protagonista, scopre che gli altri si fanno di lui un’immagine diversa da quella che si è creato di se stesso. Scopre ciò di non essere uno ma di essere “centomila” e questo genera in lui un senso di angoscia e solitudine. Egli non riconoscendosi nelle maschere decide di distruggerle per cercare di essere “uno per tutti”.

Noi crediamo di essere uno ma in realtà siamo tanto in base a chi ci guarda. E ogni forma è una maschera che noi ci siamo o ci danno. L’io e l’individualità di Pirandello è un’individualità spezzata. Lui era convinto che in un individuo coesistessero più persone che possono emergere inaspettatamente. Se io non ho la certezza di conoscere chi ho davanti ho una fusione dell’io. Con la divisione dell’io ho la caduta di tutte le certezze, la convinzione che la conoscenza è relativa. Tutto ciò è quello che per Pirandello si chiama RELATIVISMO GNOSEOLOGICO.

Questa personalità umano però tante volte non viene percepita e quando l’individuo prende coscienza di questa frantumazione il personaggio cade nella solitudine perché si rende conto che molto spesso quando afferma una cosa o un modo di essere cerca di dimostrarsi com’è ma non viene creduto e non viene considerato tale, non comunica.

Umorismo e critica sociale

Quando l’uomo arriva a questa consapevolezza in realtà non vive più ma si guarda vivere come se si vedesse dall’esterno, è quindi come se interpretasse una parte.

Pirandello difinisce la vita come un’enorme pupazzata!

Pirandello rifiuta le forme della vita sociale perché non sono mai autentiche e lui che viene da una famiglia borghese critica le convenzioni sociali.

L’ambiente familiare diventa opprimente perché crea rancore. Diventa come la prima trappola per l’individuo. La famiglia è collocata nella società e gli appartiene una condizione economica che crea differenze all’interno di essa. L’unica via d’uscita sta nell’irrazionalità-immaginazione che può portare alla follia. L’uomo è forestiere della vita. ognuno ha la sua verità che nasce dal proprio pensiero e non è comunicabile agli altri (relativismo gnoseologico-filosofia).

Nel 1908 Pirandello pubblica L’umorismo, un saggio critico che nasce dal movimento interiore ovvero dalla vita dell’individuo. Questo umorismo c’è nella letteratura di tutti tempi. L’umorismo consiste in due fasi:

1- avvertimento del contrario: scatena la risata

2- sentimento del contrario: scatena la riflessione e il senso drammatico

Il protagonista è Rosario Chiarchiero. Lui è considerato uno iettatore che porta sfortuna. Decide di andare dal giudice Andrea e chiede una patente da lottatore. Utilizza la sfortuna a suo favore. Chiarchiero è una maschera nuda. Ha preso consapevolezza della sua forma e decide di fare questa maschera in posta come una fonte di guadagno. Lui vive isolato dalla società. All’inizio ci fai ridere ma poi si svela una situazione non semplice.

Novelle

Novelle e umorismo

Pirandello scrisse moltissime novelle. Nel 1922 progetta di sistemarle tutte in un’opera intitolata Novelle per un anno composta di 24 volumi con 251 novelle senza un ordine preciso. L’idea è quella di un mondo disordinato. Non sono opere periste ma sono scene che arrivano a raccogliere il momento bizzarro-folle. L’ambiente è grigio e triste, è una trappola (tema centrale) fatta dalle superstizioni. Tutte le novelle sono fatte in base allo schema dell’umorismo. I personaggi sono normali dentro situazioni paradossali. Le novelle sono raccontate secondo un linguaggio colloquiale e sembra che il personaggio parli con il lettore.

I personaggi sono strani e paradossali e vivono situazioni paradossali.

Questo è il primo romanzo che Pirandello compone. Lo compone nel 1893 ma viene pubblicato nel 1901 con il titolo l’esclusa. Pirandello vuole sottolineare il tema dell’esclusione e della marginalizzazione anche del poeta, dell’intellettuale dalla società. Il romanzo mantiene la descrizione dell’ambiente ma l’adulterio non è un tema oggettivo. La verità non è oggettiva ma la descrizione è verista. Già in questo romanzo c’è il tema dell’assurdità del reale.

Nel 1904 pubblica questo romanzo costruito sulla poetica dell’umorismo. È raccontata in prima persona. Mattia è un uomo sposato che vive con la moglie con la suocera. A causa della trappola familiare subisce la sua condizione. Decide di andare al casinò a giocare e vince una grossa somma. Mattia legge che moglie suocera lo avevano riconosciuto con un cadavere. Decide di scappare e va a Roma cambiando nome e costruendo una nuova vita. Il suo nuovo nome è Adriano Meir sposato con Adriana Paleari. Ad esso gli viene rubato il portafoglio e capisce che non può fare una denuncia e non si può neanche sposare. Rimane quindi senza carta d’identità e questa è la prima forma di trappola perché senza di essa non possiamo vivere. In seguito a ciò decide di tornare a casa a Milano dove scopre che la moglie si è fidanzata con il suo migliore amico e aspetta un bambino.

Teatro e innovazione

Il teatro di Pirandello è una novità letteraria. Lui scrive molto per il teatro e noi capiamo anche da opere che ha scritto prima che è come se lui avesse sempre un occhio nel guardare la vita che scorre, la vita degli altri. Prima del suo teatro possiamo dire che in europea esistevano due forme di teatro:

Teatro borghese: mette in scena ambienti sempre borghesi e tutti quei meccanismi che rappresentavano delle minacce per questo mondo.

Il teatro di Pirandello invece si sviluppa attraverso il teatro in dialetto siciliano.

I temi sono: famiglia, denaro, adulterio, paternità riconosciuta e non,…

Pirandello parte dal realismo, da situazioni realistiche apparentemente veriste ma arriva al paradosso ovvero a situazioni inimmaginabili che sconvolgono.

È un teatro che fa pensare tanto che fin dalle prime opere noi possiamo sostenere che Pirandello è capace di coinvolgere il lettore nella trama dell’opera. I personaggi sembrano creature che hanno una vita propria. Sembrano indipendenti dall’autore, contraddittori, coinvolgono lo spettatore nella vicenda ma lo mettono completamente in crisi.

Opere teatrali e temi

Nel 1917 mette in scena Così è (se v pare).

Rappresentazione tratta da una novella intitolata Il signor Ponza e la signora Frola.

Questi due sono una suocera e un genere. Lui ha sposato la figlia di Frola. L’ha sposata ma mentre lui sostiene che la moglie sia morta e che quella che è con lui sia la seconda moglie, mentre la signora Frola è convinta che quella sia sua figlia e che lui le impedisca di vederla.

Quando esce quest’opera teatrale Gramsci scrive un commento dicendo la verità devastante del teatro di Pirandello dicendo che assomiglia a nome a mano contro gli spettatori.

Nel 1931 mette in scena un’opera chiamata Sei personaggi in cerca d’autore. È teatro nel teatro, è la più grande straordinaria novità del teatro di Pirandello.

Questo è il rifiuto totale del teatro tradizionale. I sei personaggi sono un padre, una madre, un figlio, una figliastra, una bambina è un giovane. Sono nati da uno scrittore che poi si è rifiutato di scrivere una storia per loro. Si presentano sul palcoscenico dove una compagnia sta mettendo in scena un’altra commedia di Pirandello che si chiama Il gioco della parti.

Il genere teatrale viene destrutturato da Pirandello.

Il teatro è il luogo che poi di tutti si presta per rappresentare il flusso della vita. La gente esce gridando e fischiando. Il pubblico è sconvolto non capisce e Pirandello scrive altre sue opere su questa linea: Ciascuno a suo modo (1924) Questa sera di recita a soggetto (1929).

Enrico IV e la trappola

Nel 1922 mette in scena un’altra importantissima opera teatrale: Enrico IV.

È una scena più astratta.

È la storia di questo personaggio che cade da cavallo e prende un colpo alla testa e quando si risveglia crede di essere Enrico IV. Sta molto bene ma vuole vivere in questa sala con il mantello, il trono, la corona.

Contemporaneamente i membri della sua famiglia lo assecondano ma fanno la loro vita: la moglie lo tradisce e il figlio spende i suoi soldi.

Ad un certo punto il suo comportamento però cambia e il personaggio parla con noi e ci dice: “Voi credete che io sono Enrico IV? Io ho finto.”

Lui però continua a fingere di essere sul te per evitare di vedere i tradimenti, di sconvolgere tutto.

Questo ci porta a capire che un altro grande tema è la TRAPPOLA. È meglio rimanere dentro quella maschera perché la trappola costituisce un rifugio.

Enrico IV è un eroe estraniato dalla vita. Non sta vivendo la sua vita ma la vede dal fuori ed è ovviamente l’emblema del doppio (uno dei temi più importanti di Pirandello). Il tema del doppio, a prescindere da quale doppio si tratta, ci mette all’esterno della nostra vita per vederla.

Ultimi anni e surrealismo

Nella parte finale della sua vita Pirandello prende la tessera del gruppo fascista anche se non è un personaggio che ha simpatie per il completamento di Mussolini.

Nonostante ciò continua ad affrontare questi temi ma diventa sempre più pesante partecipare a questo regime tant’è che nell’ultima opera Pirandello arriva al massimo del surrealismo.

Quest’opera, che è tratta da una novella, si intitola I giganti della montagna. Parlano di una compagnia teatrale che sta andando in Sicilia, fatta di personaggi molto strani, surreali, diversi. Arrivano in questa villa che si chiama Villa della scalogna, e decidono di mettere in scena una loro rappresentazione. Gli abitanti della scalogna gli dicono di stare attento perché ci sono i giganti che vivono sulla montagna e solo molto feroci. La leggende dice che Pirandello scrive l’ultima battuta “Io ho paura” mentre sente i passi dei giganti che stanno arrivando. I giganti sarebbero i fascisti.

Domande da interrogazione

  1. Quando Luigi Pirandello si trasferisce in Germania?
  2. Luigi Pirandello si trasferisce in Germania nel periodo in cui si laurea con una tesi sul dialetto di Girgenti.

  3. Qual è il titolo del primo romanzo pubblicato da Pirandello?
  4. Il primo romanzo pubblicato da Pirandello è intitolato "L'esclusa", anche se inizialmente doveva chiamarsi "Marta Ayala".

  5. Qual è il tema centrale della poetica di Pirandello?
  6. Il tema centrale della poetica di Pirandello è la comunicazione e la verità, che sono sempre soggettive.

  7. Qual è il titolo dell'ultima opera teatrale scritta da Pirandello?
  8. L'ultima opera teatrale scritta da Pirandello si intitola "I giganti della montagna".

  9. Qual è il genere teatrale innovativo introdotto da Pirandello?
  10. Pirandello introduce un genere teatrale innovativo che destruttura il teatro tradizionale e coinvolge lo spettatore nella trama dell'opera.

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