Concetti Chiave
- Il sonetto funge da proemio al Canzoniere di Petrarca, riflettendo sull'amore giovanile come errore e sulla vanità delle cose.
- Il poeta esprime vergogna e pentimento per l'amore passato, vedendolo come un'inutile oscillazione tra speranza e dolore.
- Nella seconda quartina, Petrarca cerca compassione nei lettori che hanno vissuto simili errori, culminando in una riflessione sulla vanità della vita.
- A livello formale, il sonetto utilizza una costruzione a chiasmo e una struttura bipartita, riflettendo l'esame interiore del poeta.
- Gli aggettivi negativi e l'allitterazione evidenziano la scissione dell'io e l'analisi del tempo, centrale nella poetica di Petrarca.
Dal Canzoniere, I
TEMI = amore come errore giovanile, vergogna e pentimento del poeta, vanità di tutte le cose
Il sonetto funge da proemio al libro. Fu scritto probabilmente nel 1347, quando Petrarca revisionava il secondo ordinamento della raccolta, o forse nel 1343, all’epoca del Secretum, alla cui tematica è vicino.
Riflessioni sull'Amore
Il poeta considera l’esperienza amorosa che ha occupato un lungo periodo della sua esistenza e la produzione poetica che ne è stata il frutto. Il nutrire il cuore di sospiri amorosi è stato un “errore”, un oscillare incoerente fra “speranze” e “dolore”, un disperdersi tra cose inutili. Il poeta può trarre questo bilancio perché ormai ha in parte superato l’errore. È colpito anche il “vario stile”, l’oscillare tra temi diversi senza coerenza, dando origine a “rime sparse”.
Speranza e Vergogna
Nella seconda quartina esprime la speranza di trovare compassione e pietà, non solo perdono, nel pubblico dei lettori. Il pubblico è composto da coloro che hanno commesso il suo stesso errore. Ma non c’è scampo alla vergogna. Dunque, il discorso nelle due terzine si fa più duro. L’ultima terzina afferma che l’amore è stato un “vaneggiar”, una follia nel seguire cose vane; il frutto è la “vergogna”; conseguenza di questa è il pentimento, che lo è a sua volta della lucida consapevolezza della vanità di tutte le cose.
vaneggiar → vergogna → pentimento → consapevolezza della vanità delle cose
Conclusione e Struttura
Il sonetto si conclude dicendo “quanto piace al mondo è breve sogno”. È una conclusione desolata, ma espressa in una forma limpida e precisa di un modello antico.
L’organizzazione formale rivela il tentativo di superare il torbido groviglio di contraddizioni e di sensi di colpa mediante l’utilizzo di forme armoniose e perfette.
A livello sintattico vi è una studiata costruzione a chiasmo. Nella prima quartina il vocativo iniziale “Voi” è seguito da una lunga serie di subordinate. Nella seconda quartina si ha una simmetria rovesciata: il verbo principale “spero” è collocato nel verso conclusivo. Tra il destinatario dell’invocazione e l’invocazione stessa vi è un lungo discorso, che sembra divergere in direzioni impreviste. La struttura riproduce il tortuoso percorso dell’esame interiore. Ma, nonostante ciò non si ha la sensazione del caos, perché il tutto è regolato dall’armoniosa costruzione della sintassi.
Vi è una bipartizione netta tra quartine e terzine: più dura è infatti la struttura sintattica delle terzine. L’incalzare di coordinate mediante polisindeto sembra quasi riprodurre il senso incalzante dell’analisi dell’io.
Gli aggettivi sono pochi e dal valore negativo, sì da mettere in risalto un tema dominante della vanità delle cose mondane. L’allitterazione costituita da “me medesmo meco mi” mette in rilievo il pronome di prima persona nelle forme che hanno funzione di complemento indiretto, riflettendo una scissione dell’io, uno sdoppiamento della coscienza del poeta. Il bilancio tratto nel sonetto è un confronto tra l’errore del passato e il pentimento del presente, per cui è significativa nella poesia l’oscillazione dei tempi verbali, fra il passato e il presente. Petrarca mette in primo piano la dimensione del tempo, centrale nella sua poesia.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto introduttivo del Canzoniere di Petrarca?
- Come viene descritta l'esperienza amorosa nel sonetto?
- Qual è l'atteggiamento del poeta verso il pubblico dei lettori?
- Come si conclude il sonetto e quale messaggio trasmette?
- Quali elementi stilistici caratterizzano la struttura del sonetto?
Il tema principale è l'amore come errore giovanile, accompagnato da vergogna e pentimento, e la vanità di tutte le cose.
L'esperienza amorosa è descritta come un errore giovanile, un oscillare incoerente tra speranze e dolore, e un disperdersi tra cose inutili.
Il poeta spera di trovare compassione e pietà nel pubblico, composto da coloro che hanno commesso lo stesso errore, ma riconosce che non c'è scampo alla vergogna.
Il sonetto si conclude con l'affermazione che "quanto piace al mondo è breve sogno", trasmettendo un messaggio di consapevolezza della vanità delle cose mondane.
La struttura del sonetto è caratterizzata da una costruzione a chiasmo, una bipartizione tra quartine e terzine, e l'uso di aggettivi dal valore negativo per evidenziare la vanità delle cose mondane.