Concetti Chiave
- Il Neorealismo nasce nel decennio post-seconda guerra mondiale, con scrittori desiderosi di descrivere la realtà contemporanea e dare voce ai marginalizzati dal fascismo.
- Gli scrittori neorealisti adottano uno stile crudo e immediato, spesso utilizzando il dialetto, per testimoniare esperienze vissute e rappresentare il reale.
- A differenza del Verismo ottocentesco, il Neorealismo offre uno sguardo meno rassegnato e fatalista sulle vicende umane, con autori come Pavese e Calvino come esponenti principali.
- Cesare Pavese, nato nel 1908, è uno dei più importanti scrittori italiani del '900, con una carriera segnata da collaborazioni editoriali e opere significative come "La luna e i falò".
- I temi delle opere di Pavese includono la solitudine, il contrasto città-campagna e un profondo pessimismo che lo porta al suicidio nel 1950.
Indice
Il Neorealismo e la sua origine
A rigor di termini, di neorealismo come fenomeno generale si può parlare solo a proposito del decennio che segue la fine della seconda guerra mondiale.
Ciò che muove questi scrittori è il desiderio di descrivere la realtà presente, che urge sotto gli occhi: la guerra, la Resistenza, la lotta quotidiana per sbarcare il lunario; c’è poi il desiderio di far diventare protagonista della storia la gente che vent’anni di assenza di libertà, a causa del fascismo, aveva emarginato.
Lo scrittore diventa un intellettuale impegnato nella società del suo tempo, non più un geniale creatore di prosa e poesia disancorato orgogliosamente dalla società.
Caratteristiche dello scrittore neorealista
Lo scrittore neorealista adatta i contenuti e le tematiche delle sue opere ad uno stile che più efficacemente possa “mostrare” il reale; per cui tralascia il linguaggio come modulo di rappresentazione, sceglie la testimonianza per documentare la voce diretta di un’esperienza vissuta; spesso lo scrittore sceglie un linguaggio immediato e parlato, crudo nelle espressione, efficace anche grazie all’inserimento del dialetto.
Differenze tra Neorealismo e Verismo
Rispetto al Verismo ottocentesco (Verga, Capuana, De Roberto) che aveva anch’esso a cuore un’attenzione alla realtà, il Neorealismo pone uno sguardo diverso sul reale, non più come quello dello scrittore verista, che verso i suoi personaggi e le vicende da essi vissute, appare più rassegnato, dolente e fatalista.
Di tali esigenze si faranno interpreti, tra gli altri, Romano Bilenchi, Cesare Pavese, Vasco Pratolini, Elio Vittorini, Italo Calvino, Carlo Levi, Pier Paolo Pasolini.
Cesare Pavese: vita e opere
Cesare Pavese è uno degli scrittori italiani più significativi del ‘900.
Nasce nel 1908 a Santo Stefano Balbo, in provincia di Cuneo, studia a Torino, dove si laurea, poi insegna saltuariamente in alcuni istituti medi statali, ma poiché non è iscritto al partito fascista deve rinunciarvi.
Cesare Pavese comincia a collaborare con la casa editrice Einaudi, ma deve abbandonare anche questa attività perché nel 1934 viene condannato al confino per più di un anno in un paese della Calabria.
Tornato a Torino, apprende che la donna di cui si era innamorato si è sposata: il suo carattere, già per natura malinconico, si incupisce ulteriormente.
Riprende la sua collaborazione con la casa editrice Einaudi e nel frattempo pubblica la prima raccolta di poesie, “Lavorare Stanca” (1936); scrive inoltre numerosi romanzi tra cui “Ferie d’Agosto” (1946), “Prima che il gallo canti” (1948), “La luna e il falò” (1950
Temi ricorrenti e fine tragica di Pavese
La sua opera letteraria è incentrata su temi ricorrenti: la solitudine dell’individuo, il contrasto tra città e campagna, il mito dell’infanzia, l’impegno politico e civile.
Il profondo pessimismo di Cesare Pavese lo porta al suicidio nel 1950.

Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del Neorealismo e cosa lo caratterizza?
- Quali sono le caratteristiche distintive dello scrittore neorealista?
- In cosa si differenzia il Neorealismo dal Verismo?
- Quali sono i temi ricorrenti nelle opere di Cesare Pavese e come si conclude la sua vita?
Il Neorealismo nasce nel decennio successivo alla seconda guerra mondiale, spinto dal desiderio di descrivere la realtà presente, come la guerra e la Resistenza, e di dare voce alla gente emarginata dal fascismo.
Lo scrittore neorealista adotta uno stile che mostra il reale, utilizzando un linguaggio immediato e parlato, spesso crudo e arricchito dal dialetto, per documentare esperienze vissute.
A differenza del Verismo ottocentesco, il Neorealismo offre uno sguardo meno rassegnato e fatalista sulla realtà, interpretato da autori come Pavese, Calvino e Pasolini.
Le opere di Pavese trattano temi come la solitudine, il contrasto tra città e campagna, e l'impegno politico. Il suo profondo pessimismo lo porta al suicidio nel 1950.