Concetti Chiave
- La tisi, conosciuta anche come tubercolosi, ha radici antiche e il termine deriva dal greco "phthisis", indicante una lenta consunzione.
- Nel XIX secolo la tubercolosi causò epidemie e numerose morti, portando alla creazione di sanatori per tentare cure senza successo.
- Molti artisti e scrittori come Chopin e Kafka furono affetti dalla tubercolosi, influenzando le loro opere e vite.
- La tubercolosi è spesso rappresentata nei personaggi femminili della letteratura, come visto in "A Silvia" di Leopardi.
- La pittura di Edvard Munch, influenzata dalle morti familiari per tubercolosi, tratta il tema della malattia come simbolo di sofferenza e morte.
Indice
Origini e diffusione della tisi
La malattia della tisi ha origini molto antiche, si pensa infatti che già nella preistoria fosse presente, il termine tisi in realtà però deriva dalla cultura greca, quando infatti si chiamava phthisis, che letteralmente significa “consunzione” e fa riferimento alla condizione di deperimento lento che subiscono gli ammalati.
Ma nel XIX° secolo si assistette a veri e propri contagi e morti di massa, e fu proprio in questa epoca che venne affisso il nome alternativo di “tubercolosi”, termine che fa riferimenti all’indebolimento dei tubercoli dei polmoni con lesioni ai tessuti causati proprio da questa malattia. Iniziarono quindi a sorgere veri e propri sanatori dove si pensava di curare i pazienti, senza però mai arrivare ad una cura universalmente valida ed efficace.Artisti e letterati colpiti dalla tisi
Diversi esponenti del mondo dell’arte, della musica e della letteratura del tempo furono affetti dalla tubercolosi: il compositore polacco Fryderyk Chopin, gli scrittori Franz Kafka, Guido Gozzano, Igino Ugo Torchetti, Giovanni Boine e Sergio Corazzini, il quale venne anche internato in uno di questi sanatori, in particolare in Alto Adige.
La tisi nella letteratura e pittura
Gozzano invece parla spesso della propria malattia e condizione dolorosa, sembra infatti utilizzare le proprie parole per esorcizzare l’idea della morte, che appariva ormai a lui come una fine poco distante ed inevitabile, in particolare nel componimento “Alle soglie” si sofferma molto sull’atmosfera dell’ospedale, aizzandosi in maniera ironica contro i medici, in quanto per lui il loro impegno risulta inutile per la sua malattia mortale. Tuttavia, nel mondo della letteratura, la tubercolosi viene molto più spesso associata a personaggi femminili, basti pensare alla famosa Teresa Fattorini, il cui rapido deterioramento viene descritto da Giacomo Leopardi in “A Silvia”. Questo “leitmotiv” si presenta in maniera evidente anche nel mondo della pittura ottocentesca e novecentesca, nelle opere del norvegese Edvard Munch sinota come la tisi diventi un soggetto ricorrente, diverse donne della sua famiglia morirono infatti proprio a causa di questa malattia, come la madre e la sorella Sophie, e lui fu costretto a guardare passivamente il loro dolore e la loro morte. In “La bambina malata” ad esempio si vede la sorella a letto mentre viene approcciata da una donna vestita di nero, diverse analisi riportano come questa figura rappresenti da una parte l’allegoria della morte, dall’altra invece proprio la madre, che infatti era morta poco prima.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine "tisi" e come si è evoluto nel tempo?
- Quali artisti e letterati famosi sono stati colpiti dalla tisi?
- Come viene rappresentata la tisi nella letteratura e nella pittura?
- Qual è l'approccio di Guido Gozzano verso la sua malattia nella sua opera?
Il termine "tisi" deriva dalla cultura greca, dove era chiamata "phthisis", che significa "consunzione". Nel XIX secolo, la malattia divenne nota come "tubercolosi", riferendosi all'indebolimento dei tubercoli polmonari.
Tra gli artisti e letterati colpiti dalla tisi ci sono Fryderyk Chopin, Franz Kafka, Guido Gozzano, Igino Ugo Torchetti, Giovanni Boine e Sergio Corazzini.
Nella letteratura, la tisi è spesso associata a personaggi femminili, come in "A Silvia" di Giacomo Leopardi. Nella pittura, Edvard Munch ha rappresentato la malattia in opere come "La bambina malata", ispirato dalle perdite nella sua famiglia.
Guido Gozzano utilizza la sua scrittura per esorcizzare l'idea della morte, ironizzando sull'inutilità degli sforzi medici nel suo componimento "Alle soglie".