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Concetti Chiave

  • Guido Gozzano nacque a Torino nel 1883, mostrando sin da giovane una vocazione poetica influenzata inizialmente da Gabriele d’Annunzio.
  • Nonostante si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, Gozzano preferì seguire le lezioni di Letteratura italiana, abbandonando presto il percorso di studi.
  • La sua poesia riflette la percezione critica della modernizzazione e della società di massa, senza idolatrare il moderno né difendere la tradizione.
  • L'ironia è una componente chiave delle sue opere, permettendogli di distanziarsi dai valori comuni e dalle lotte quotidiane della società del suo tempo.
  • Colpito dalla tubercolosi, Gozzano cercò sollievo attraverso viaggi, tra cui uno in India, che ispirò le sue prose pubblicate postume nel volume "Verso la cuna del mondo".

Indice

  1. Infanzia e Formazione
  2. Vita Letteraria e Amicizie
  3. Malattia e Viaggi
  4. Visione della Modernità

Infanzia e Formazione

Nacque il 19 dicembre 1883 a Torino da genitori originati di Agliè, nel basso Cavanese, dove avevano ville e possedimenti, fu uno studente abbastanza svogliato: frequentò le scuole elementari dai padri barnabiti, in seconda ginnasio al liceo Cavour fu bocciato e dovette ripetere l’anno. Nel 1904 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, senza però conferire la laurea, preferendo ai corsi di Diritto le lezioni di Arturo Graf, professore di Letteratura italiana e poeta.

Vita Letteraria e Amicizie

La sua vocazione poetica si manifestò precocemente, nel 1903 con la pubblicazione delle prime liriche sul “Venerdì della contessa”, un foglio bisettimanale che si stampava allora a Torino, si atteggiò da esteta dilettante a causa dell’influenza di Gabriele d’Annunzio. Accompagnato da questa fama di dandy, cominciò a introdursi anche nei ritrovi letterari della sua città, stringendo amicizia con Carlo Vallini, Giulio Gianelli e Carlo Chiaves, che avrebbero dato vita a uno dei principali cenacoli letterari: quello dei crepuscolari. Ma questa infatuazione dannunziana fu di breve durata, in quanto si convertì ben presto a ideali di vita più appartati di un esausto romanticismo pieno di autoironia, negli anni successivi molte liriche di Gozzano apparvero su giorni e testate periodiche e questo ci fa capire che il poeta promosse in realtà la propria fama con l’oculatezza di un consumato impresario di se stesso. Tra il 1907 e il 1908 intrecciò inoltre una breve e travagliata storia d’amore con la poetessa torinese Amalia Guglielminetti, ma non volle legarsi a lei, complice forse la tisi, che gli venne diagnosticata in quel periodo.

Malattia e Viaggi

In questi anni venne infatti trovata una lesione polmonare all’apice destro, primo focolaio di quella tubercolosi contro cui cercò di combattere per un intero decennio prima di arrendersi, Gozzano si trovò all’improvviso escluso dalla vita, sospeso alle soglie della morte e così iniziarono i viaggi in località marine nella speranza della guarigione. A questo scopo fu organizzato un viaggio in India, sostando a Benares, Ceylon e Bombay, la salute ne trasse scarso giovamento ma quei luoghi esotici gli ispirarono una serie di prose in forma epistolare che avrebbero visto la luce in volume solo dopo la sua morte nel 1917 con il titolo “Verso la cuna del mondo”, infatti lui si spense il 9 Agosto 1916 a Torino.

Visione della Modernità

All’origine della poesia di Gozzano sta la lucida percezione della svolta cruciale cui era giunta la civiltà all’alba del nuovo secolo, per effetto della modernizzazione e della nascita della società di massa, la stessa Torino offriva al poeta lo spaccato di questa rapida trasformazione. Gozzano non era né idolatra del moderno né difensore della tradizione: se da un lato rifiutava il mondo frenetico della metropoli futurista, dall’altro non nascondeva che i riti della vecchia società ottocentesca erano diventati irreversibilmente inattuali. Il passato appariva a lui come un museo delle cere, ma il suo decadentismo non si sposa con l’estetismo: decisamente brutte e di poco conto sono le dozzinali reliquie di un borghese “piccolo mondo antico”, egli inoltre tendeva ad estraniarsi dal mondo chiudendosi in una sorte di esilio volontario dalla vita. Per giustificare il suo appartarsi, poteva far leva sulla tisi, sapersi avviato alla morte precoce lo poneva infatti nelle condizioni di spirito più adatte a guardare con distacco alle lotte quotidiane intorno alle quali tanto inutilmente ci affanniamo, ciò che lo salva dalla possibile disperazione è l’ironia. Gozzano imparò infatti a screditare tutti i valori e i luoghi comini della società del tempo: la velocità e le macchina, la bellezza e l’azione, in quanto nessuno è in grado di resistere al tempo e alla morte.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le influenze principali nella formazione letteraria di Gozzano?
  2. Gozzano fu influenzato inizialmente da Gabriele d'Annunzio, ma successivamente si allontanò da questo stile per abbracciare un romanticismo più autoironico e appartato.

  3. Come si manifestò la vocazione poetica di Gozzano?
  4. La vocazione poetica di Gozzano si manifestò precocemente nel 1903 con la pubblicazione delle sue prime liriche sul “Venerdì della contessa”.

  5. Quali furono le conseguenze della malattia di Gozzano sulla sua vita?
  6. La diagnosi di tubercolosi portò Gozzano a viaggiare in località marine e in India nella speranza di guarigione, ma la malattia lo portò a una vita più ritirata e alla morte nel 1916.

  7. Come Gozzano percepiva la modernità e la società del suo tempo?
  8. Gozzano aveva una visione critica della modernità, rifiutando il mondo frenetico della metropoli futurista e vedendo il passato come un museo delle cere, mantenendo un distacco ironico dai valori della società.

  9. Qual è il ruolo dell'ironia nella poesia di Gozzano?
  10. L'ironia permette a Gozzano di screditare i valori e i luoghi comuni della società del suo tempo, aiutandolo a mantenere un distacco dalle lotte quotidiane e dalla disperazione.

Domande e risposte

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