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Concetti Chiave

  • La poesia "Dualismo" di Arrigo Boito esplora il contrasto tra gli aspetti angelici e diabolici dell'uomo, simbolizzando la natura ambigua dell'esistenza umana.
  • Il testo è un esempio della Scapigliatura italiana, un movimento letterario che sfidava i nuovi ideali, cercando di realizzare un concetto di bellezza ideale attraverso la descrizione della realtà.
  • La struttura metrica della poesia è composta da strofe di sette settenari, arricchita da un linguaggio ricercato e l'uso di latinismi e parole auliche.
  • Le figure del chérubo dannato e del demone redento rappresentano il dualismo dell'essere umano, con richiami alla Divina Commedia di Dante e al Faust di Goethe.
  • Dio è descritto in una veste negativa, come un'entità che gioca con la vita umana, contribuendo alla sensazione di incertezza e conflitto interiore.

Son luce ed ombra; angelica

Farfalla o verme immondo,

Sono un caduto chèrubo

Dannato a errar sul mondo,

O un demone che sale,

Affaticando l’ale,

Verso un lontano ciel.

Indice

  1. Contrasti interiori e tormenti
  2. Illusioni e speranze dell'anima
  3. L'arte e la sua ricerca
  4. La vita e la sua dualità
  5. Contesto storico e letterario

Contrasti interiori e tormenti

Ecco perchè nell’intime

Cogitazioni io sento

La bestemmia dell’angelo

Che irride al suo tormento,

O l’umile orazione

Dell’esule dimone

Che riede a Dio, fedel.

Ecco perchè m’affascina

L’ebbrezza di due canti,

Ecco perchè mi lacera

L’angoscia di due pianti,

Ecco perchè il sorriso

Che mi contorce il viso

O che m’allarga il cuor.

Ecco perchè la torbida

Ridda de’ miei pensieri,

Or mansüeti e rosei.

Or violenti e neri;

Ecco perchè, con tetro

Tedio, avvicendo il metro

De’ carmi animator.

O creature fragili

Dal genio onnipossente!

Forse noi siam l'homunculus

D’un chimico demente,

Forse di fango e foco

Per ozïoso gioco

Un buio Iddio ci fé

E ci scagliò sull’umida

Gleba che c’incatena,

Poi dal suo ciel guatandoci

Rise alla pazza scena,

E un dì a distrar la noia

Della sua lunga gioia

Ci schiaccerà col piè.

E noi viviam, famelici

Di fede o d’altri inganni,

Rigirando il rosario

Monotono degli anni,

Dove ogni gemma brilla

Di pianto, acerba stilla

Fatta d’acerbo duol.

Illusioni e speranze dell'anima

Talor, se sono il dèmone

Redento che s’indìa,

Sento dall’alma effondersi

Una speranza pia

E sul mio buio viso

Del gaio paradiso

Mi fulgureggia il sol.

L’illusïon — libellula

Che bacia i fiorellini

— L’illusïon — scoiattolo

Che danza in cima i pini

— L’illusïon — fanciulla

Che trama e si trastulla

Colle fibre del cor,

Viene ancora a sorridermi

Nei dì più mesti e soli

E mi sospinge l’anima

Ai canti, ai carmi, ai voli;

E a turbinar m’attira

Nella profonda spira

Dell’estro idëator.

L'arte e la sua ricerca

E sogno un’Arte eterea

Che forse in cielo ha norma,

Franca dai rudi vincoli

Del metro e della forma,

Piena dell’Ideale

Che mi fa batter l’ale

E che seguir non so.

Ma poi, se avvien che l’angelo

Fiaccato si ridesti,

I santi sogni fuggono

Impäuriti e mesti;

Allor, davanti al raggio

Del mutato miraggio,

Quasi rapito, sto.

E sogno allor la magica

Circe col suo corteo

D’alci e di pardi, attoniti

Nel loro incanto reo.

E il cielo, altezza impervia.

Derido e di protervia

Mi pasco e di velen.

E sogno un’Arte reproba

Che smaga il mio pensiero

Dietro le basse imagini

D’un ver che mente al Vero

E in aspro carme immerso

Sulle mie labbra il verso

Bestemmïando vien.

La vita e la sua dualità

Questa è la vita! l’ebete

Vita che c’innamora.

Lenta che pare un secolo,

Breve che pare un’ora;

Un agitarsi alterno

Fra paradiso e inferno

Che non s’accheta più!

Come istrïon, su cupida

Plebe di rischio ingorda,

Fa pompa d’equilibrio

Sovra una tesa corda,

Tale è l’uman, librato

Fra un sogno di peccato

E un sogno di virtù.

La dualità dell'anima tra luce e ombra nella poesia di Boito articolo

Contesto storico e letterario

Questa lirica fu pubblicata nella celebre opera Il libro dei versi nel corso dell'anno 1902 e fu scritta dall'intellettuale Arrigo Boito, esponente della Scapigliatura italiana, movimento letterario che si affermò in Italia settentrionale a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento e che vide tra i suoi esponenti oltre al Boito anche personaggi di spicco della letteratura italiana dell'epoca, come ad esempio Emilio Praga.

Lo scopo della poesia è quello di porre in contrasto due aspetti dell'uomo che sono tra di loro antitetici e non conciliabili: la parte angelica e quella diabolica.

Questa contrapposizione serve per far comprendere la natura ambigua dell'uomo. (dai versi: "sono luce e ombra angelica Farfalla o verme immondo")

Si comprende come il Boito, nella lirica, voglia rigettare tutte le cose brutte legate ai nuovi ideali, per tendere verso un concetto di arte che realizzi il concetto di bellezza ideale, però considerando che quest'ultima sembra non esistere, l'unica cosa che il poeta può fare è descrivere la realtà, la verità.

Dal punto di vista metrico viene utilizzata una struttura di strofe costituite da sette settenari. E' considerata come una delle liriche simbolo della Scapigliatura e tende ad essere caratterizzata dalla contrapposizione tra concetti di natura astratta: reale/ideale; bene/male. Viene utilizzato uno stile poetico ricercato, caratterizzato dall'uso di latinismi e parole ricercate.

Esempio dello stile:

"E sogno un'Arte eterea

che forse in cielo ha norma,

franca dai rudi vincoli

del metro e della forma,

piena dell'Ideale

che mi fa battere l'ale

e che seguir non so."


La poesia ha una struttura di natura dualistica e le parole utilizzate sono dunque auliche e ricercate. Esistono due figure nella poesia: quella del chérubo (angelo) dannato e quella del demone redento che sembra fiducioso di poter far si che la sua anima possa volare e che pensa di potere rallegrare i suoi giorni tristi e solitari. L'angelo dannato invece sogna una vita dissoluta, dove domina la ricerca del piacere. Scoprendo che non può aspirare a questo genere di esistenza, inizia a inveire contro Dio a causa della sua tristezza. Dal punto di vista metrico la poesia presenta tantissime allegorie e parallelismi e vengono fatti molti riferimenti alla Divina Commedia dantesca e al Faust di Goethe. Dio inoltre viene visto una veste negativa, ovvero come colui che scanzona l'uomo, giocando con la sua vita.

per approfondimenti vedi anche:

Biografia di Arrigo Boito

Arrigo Boito - L'Alfier Nero

Arrigo Boito: Lezione di anatomia

Arrigo Boito - Mefistofele

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della poesia di Arrigo Boito?
  2. Il tema principale è la dualità dell'uomo, rappresentata dalla contrapposizione tra la parte angelica e quella diabolica, evidenziando la natura ambigua dell'essere umano.

  3. Come viene descritta l'arte nella poesia di Boito?
  4. L'arte è descritta come un ideale etereo, libero dai vincoli del metro e della forma, che il poeta sogna di raggiungere ma che sembra irraggiungibile.

  5. Qual è lo stile poetico utilizzato da Boito in questa lirica?
  6. Lo stile è ricercato e aulico, caratterizzato dall'uso di latinismi e parole sofisticate, con una struttura metrica di strofe costituite da sette settenari.

  7. Quali sono le figure principali presenti nella poesia?
  8. Le figure principali sono il chérubo (angelo) dannato e il demone redento, che rappresentano rispettivamente la ricerca del piacere e la speranza di redenzione.

  9. Quali riferimenti letterari sono presenti nella poesia di Boito?
  10. La poesia contiene riferimenti alla Divina Commedia di Dante e al Faust di Goethe, utilizzando allegorie e parallelismi per esplorare la dualità della vita umana.

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