Concetti Chiave
- La poesia "Preludio" di Emilio Praga è considerata il manifesto della Scapigliatura, descrivendo la condizione spirituale della generazione post-romantica.
- Le prime strofe evidenziano il distacco di questa generazione dalla religiosità, rifiutando i valori rappresentati da Manzoni.
- Gli scapigliati hanno un rapporto ambivalente con Manzoni, visto come figura paterna da cui ribellarsi ma di cui riconoscono la grandezza.
- La poesia esprime la noia e il tormento dell'anima moderna, con immagini di perdizione nel vizio e atteggiamenti blasfemi.
- L'ultimo verso riafferma la missione della poesia di rivelare la verità interiore, senza ipocrisie, riflettendo la miseria della vita moderna.
Il Manifesto della Scapigliatura
La poesia Preludio può essere invece considerata il manifesto della Scapigliatura, perché nell’opera Emilio Praga descrive la condizione spirituale che è propria di un'intera generazione intellettuale (si noti il noi collettivo), quella successiva al Romanticismo. Le prime 4 strofe mirano a definire ciò che tale generazione non può più essere: essenzialmente non è più religiosa. Per questo Prada esprime un duro rifiuto nei confronti di Manzoni, che rappresenta lo scrittore che ispira tutta la sua vita a quei valori.
Ambivalenza verso Manzoni
Nei confronti di Manzoni gli scapigliati hanno un atteggiamento ambivalente di odio-amore, ripulsa-ammirazione. Egli costituisce una figura paterna, a cui sentono la necessità di ribellarsi, ma di cui non riescono a liberarsi, perché ne avvertono la grandezza ineguagliabile che li schiaccia. [Il rovesciamento dell'estetica e dell'etica manzoniane assume toni oltranzistici (Tu puoi morir! Degli anticristi è l'ora!): in realtà proprio il tono truculento, nella sua esagerazione, tradisce una disperata nostalgia della fede. Come ha ben indicato Tessari a proposito di questa poesia, la bestemmia è una preghiera capovolta che conferma la fede in Dio.]
Noia e Tormento degli Scapigliati
Nelle restanti strofe si delinea invece la noia propria degli scapigliati, rappresentata come la carnefice della tormentata anima moderna (tedio in Leopardi), la perdizione nel vizio e nel male e gli atteggiamenti blasfemi. L'ultimo verso (canto il vero) è una dichiarazione poetica. Non si riferisce tanto al vero scientifico, positivisticamente inteso, ma si intende che la poesia debba rivelare senza mascheramenti ipocriti il vizio e la malattia interiore. Quindi la poesia è misera perché dipinge senza finzioni la miseria della vita moderna.