Gruzzoligaia
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Concetti Chiave

  • Zeno attribuisce alla "malattia" significati universali, paragonandola alla vita stessa e associandola alle conseguenze delle armi sulla selezione naturale.
  • La narrazione segue un ordine cronologico, con Zeno che riflette sul passato, analizza il presente e immagina un futuro apocalittico per la Terra.
  • Il commercio è visto da Zeno come la vera cura per la sua malattia, ritenendo inutile la psicoanalisi e attribuendo la sua guarigione al lavoro.
  • Il testo utilizza un registro linguistico medio, con un linguaggio colloquiale e ironico, per riflettere sull'inevitabile declino dell'umanità a causa delle sue stesse creazioni.
  • Svevo esplora la psicanalisi come strumento di analisi psicologica, ma Zeno rimane scettico sulla sua efficacia, preferendo un approccio pratico alla vita.

Inizialmente, Zeno, parla del dottor S. che dalla Svizzera lo prega di mandargli quanto avesse annotato riguardo alla sua infanzia. Zeno gli manda questo "libercolo" con su scritto che la psicoanalisi non gli è servita, ma che ha curarlo è stato il commercio, il quale occupa tutta la sua giornata. Zeno prosegue dicendo che la vita dell'uomo è in continuo miglioramento o peggioramento, a differenza degli animali che durante la loro vita si sono evoluti per adattarsi all'ambiente, l'uomo non ha cambiato il proprio fisico ma ha creato degli oggetti, come per esempio le armi grazie alle quali "l'uomo diventa sempre più furbo e debole".

Conclude dicendo che la terra guarirà solo quando sarà tornata al suo stato d'origine, ovvero nebulosa.

Indice

  1. Significato della malattia
  2. Narrazione e ritmo
  3. Trieste e linguaggio
  4. Elementi di poetica
  5. Conclusione e visione apocalittica
  6. Caratteristica dell'inetto

Significato della malattia

In quest'ultima parte del romanzo, Zeno, attribuisce più significati al termine "malattia", infatti possiamo affermare che assume un significato universale, per esempio, alla riga nove, questo termine indica lo stato in cui si trova Zeno secondo il dottor S., qui Zeno crede di essere guarito da questa malattia, anche se in realtà non è così. Poi alla riga trentatré usa il termine "malattia" e lo paragona alla vita, quindi dice che la vita, come una malattia, è in un continuo cambiamento che può essere di miglioramento o peggioramento, l'unica differenza che le contraddistingue, è che la vita è mortale. Alla riga cinquantanove, invece, parla di una malattia creata dalle armi, che ha causato l'abbandono della selezione naturale, permettendo anche ai più deboli di combattere contro delle persone più forti, grazie alle armi. Il testo si conclude proprio con questa frase: "Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e malattie", qui i "parassiti" e le "malattie" sono tutti gli esseri viventi che occupano la terra. Anche se l'uomo non aveva lo scopo di usare le armi in modo scorretto, non tutti gli uomini la pensano così, e a poco a poco, l'uomo, diventerà preda delle armi e, forse, solo grazie ad una catastrofe inaudita provocata dalle armi, tutti gli uomini ritorneranno allo stato di natura. Dalle parole di Zeno, si capisce che per lui la psicanalisi è stata inutile, in quanto crede di essere guarito dalla sua malattia solo grazie al suo lavoro, infatti lui stesso afferma: "Non solo non voglio fare la psico-analisi, ma non ne ho neppur bisogno! ".

Narrazione e ritmo

Nell'ottavo capitolo la narrazione procede secondo la fabula, infatti segue un ordine cronologico degli avvenimenti. All'inizio del testo Zeno parla al passato, raccontandoci che il dottor S. è da più di un anno che gli scrive per avere sue notizie e per sapere come procede la cura. Continua al presente, dicendo che gli uomini hanno creato le armi e quindi non vi è più la "legge del più forte". E conclude parlando al futuro, dove dice che la terra guarirà da tutti i parassiti che la abitano solo quando sarà tornata alla forma di nebulosa.

Zeno spiega che è riuscito a guarire dalla propria malattia grazie al suo lavoro, grazie al commercio che lo tiene occupato per tutta la giornata. Tutto iniziò nell'agosto del 1915 quando, grazie alla sua disponibilità di denaro, inizio a dedicarsi al mondo del commercio. Non aveva altri piani nel caso questo gli fosse andato storto, e fu proprio per questo motivo che nacque la sua fortuna.

Il narratore adottato da Svevo è Zeno, il quale acquisisce anche il punto di vista in cui viene condotta la narrazione. Zeno fa delle considerazioni sulla vita e sugli uomini: secondo lui "l'occhialuto uomo" non potrà mai vivere in salute dal momento che ha creato gli "ordigni", l'uomo diventerà preda delle armi che ha creato, solo grazie ad una "catastrofe inaudita" l'uomo potrà tornare a vivere in salute. Ciò avverrà solo dopo che sarà stato inventato un "esplosivo incomparabile" "ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' più ammalato, ruberà tale esplosivo [...]. Ci sarà un'esplosione enorme [...]"

Il ritmo della narrazione è veloce perché è scandito dalla punteggiatura. Anche se in alcuni paragrafi sembra più lento perché Zeno si sofferma di più su un argomento, per esempio dalla riga trentadue alla quarantaquattro descrive i vari aspetti della vita. Mentre nel paragrafo iniziale (dalla riga uno alla riga quindici) il ritmo è molto veloce perché ricco di brevi proposizioni scandite da punti o virgole.

Trieste e linguaggio

Dalla riga ventidue capiamo che Zeno si trova a Trieste (Svevo ambienta tutti i suoi racconti a Trieste dove è nato e vissuto), il luogo in cui lavora. Mentre all'inizio della narrazione troviamo che il dottor S. si trova in Svizzera.

Il registro linguistico utilizzato da Italo Svevo è medio perché la scelta lessicale è precisa ma non vi sono parole che appartengano a un lessico aulico, anzi usa un linguaggio colloquiale; per esempio quando Zeno dice: "Ma al signor S. voglio pur dire il fatto suo". Questa espressione ironica usata da Zeno, nei confronti del dottor S., significa che vuole dire allo psicanalista che la cura non gli è servita, perché è guarito da solo grazie al suo lavoro. Possiamo trovare un commento che descrive la vita dell'uomo: "La vita attuale è inquinata alle radici" seguito dall'espressione ironica "Ogni metro quadrato sarà occupato da un uomo. [...] Solamente al pensarci soffoco!". Questa affermazione è usata da Svevo per far capire la sovrappopolazione presente sulla Terra. Un'altra espressione ironica che utilizza è "occhialuto uomo" per indicare un uomo colto.

Questo testo fa parte del romanzo di Italo Svevo "La coscienza di Zeno" e si trova precisamente all'ottavo capitolo "Psico-analisi". Questo capitolo è costituito da delle pagine di diario, infatti, come possiamo vedere in questo testo, all'inizio vi è la data " 24 marzo 1916 ".

Elementi di poetica

Gli elementi di poetica che caratterizzano il romanzo di Svevo sono, innanzitutto il suo interesse per la psicanalisi. Svevo iniziò ad avvicinarsi alle teorie di Freud, non nascose la sua sfiducia nell'efficacia della psicanalisi come terapia, ma la usò come strumento di analisi del labirinto della psiche umana. Svevo, con la sua attenzione all'evoluzione psicologica di Zeno, fa in modo che quest'opera rappresenti il definitivo superamento delle tecniche narrative naturaliste. Svevo prima di pubblicare "La coscienza di Zeno" aveva appreso la tecnica del flusso di coscienza dopo aver letto l'"Ulisse" di Joyce. Questa tecnica consiste nella registrazione dei pensieri, che appartengono ai personaggi del racconto, così come si susseguono nella loro mente, senza un controllo razionale. Tuttavia, in questa narrazione, Zeno, non si abbandona solo alla libera trascrizione dei pensieri, ma li scrive per il dottore, perciò costruisce discorsi logici, quindi Svevo non usa la tecnica del flusso di coscienza, ma una molto simile, il monologo interiore. La narrazione, inoltre, è caratterizzata da una sottile ironia, poiché Zeno guarda con atteggiamento ironico il suo passato.

Conclusione e visione apocalittica

L'ottavo capitolo "Psico-analisi" del romanzo "La coscienza di Zeno" è composto da una serie di annotazioni, sottoforma di pagine di diario, che vanno dal 3 maggio del 1915 al 24 marzo del 1916. Zeno dopo molti mesi di cura presso lo psicanalista si sente sempre peggio. Il dottor S. gli aveva diagnosticato il complesso di Edipo ("nella teoria psicoanalitica di Freud, la situazione psicologica centrale del bambino, che sino a una certa età nutre sentimenti di amore per il genitore del sesso opposto e sentimenti di rivalità per quello del suo stesso sesso. Il non avvenuto superamento del complesso di Edipo favorirebbe l'insorgere di situazioni nevrotiche nell'età adulta"), ma Zeno, essendo scettico nei confronti della psicanalisi, decise di smettere la cura. In quest'ultima pagina di diario Zeno dice di essere guarito dalla sua malattia, non per merito della seduta psicanalitica, ma solamente grazie al suo lavoro, al commercio. Quest'opera si conclude con l'apocalittica visione di una "catastrofe inaudita" provocata da un uomo che non ha saputo frenarsi ed ha provocato "un'esplosione enorme" che ha riportato la terra alla sua forma d'origine, nebulosa: solo in questo stato la terra sarà priva di tutti i parassiti e le malattie che la occupano. Quindi qui si capisce che Svevo vorrebbe ritornare a uno stato di natura e che considera molti esseri umani come "parassiti" che infestano la terra.

Caratteristica dell'inetto

La caratteristica principale che accomuna tutti i personaggi che si trovano nei romanzi scritti da Italo Svevo, è quella dell'inetto. Un inetto è una persona che non riesce a cogliere ciò che la vita gli offre, si trova perennemente diviso tra la grandezza delle proprie aspirazioni e un "difetto di volontà" che gli impedisce di impegnarsi concretamente per realizzarle. In questo testo, specialmente, Svevo vede tutti gli esseri umani "inadatti" alla vita, tanto che vede come unica soluzione salutare, quella di un ritorno ad una terra dalla forma di nebulosa in modo da eliminare ogni essere vivente. Nel testo vengono fatti anche dei riferimenti alla teoria dell'evoluzione di Darwin (dalla riga 45 alla riga 52). Svevo affronta l'argomento elencando alcuni processi di trasformazione di certi animali, per esempio, quello di una rondine. L'evoluzione degli esseri viventi avviene grazie alla selezione naturale, che, secondo Zeno, non avviene con gli uomini, perché "l'occhialuto uomo", è così che Svevo identifica gli uomini studiosi, è solo in grado di creare armi, ed è così che ogni "debole" potrà essere più forte, possedendo più armi, quindi la "legge del più forte" non vale più. Zeno, è anch'esso un inetto, perché nel corso della sua vita ha studiato Legge e Chimica, senza arrivare ad una laurea. Iniziò a suonare il violino ma senza successo. Si interessa alla psicanalisi ma non crede nella sua efficacia. Ma Zeno presenta una doppia faccia, da un lato non rinuncia alla vita, non evade dalla realtà, e dall'altro "si configura in situazioni di angoscia di più palese impronta psicopatologia". Nei racconti di Svevo sono presenti dei lapsus; "il lapsus ha una duplice incrinatura nell'immagine riflessa e nello specchio che la riflette" cioè ci permette di vedere cosa pensano i personaggi e Zeno, anche se egli commette dei passi falsi, così da frantumare la trama che gli viene costruita attorno, ed è per questo motivo che viene considerato un narratore inattendibile, perché si crea degli alibi, delle autogiustificazioni grazie alle quali si dimostra innocente da ogni colpa nei rapporti con gli altri.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del commercio nella guarigione di Zeno secondo il testo?
  2. Secondo il testo, il commercio ha un ruolo fondamentale nella guarigione di Zeno, poiché lo occupa per tutta la giornata, distogliendolo dai suoi problemi e rendendolo inutile la psicoanalisi.

  3. Come viene descritta la vita umana rispetto a quella degli animali nel testo?
  4. Nel testo, la vita umana è descritta come in continuo miglioramento o peggioramento, a differenza degli animali che si sono evoluti per adattarsi all'ambiente. Gli uomini non hanno cambiato il proprio fisico ma hanno creato oggetti, come le armi, che li rendono più furbi e deboli.

  5. Qual è la visione di Zeno sulla psicanalisi?
  6. Zeno vede la psicanalisi come inutile per la sua guarigione, affermando di essere guarito grazie al suo lavoro nel commercio e non grazie alle sedute psicanalitiche, mostrando una chiara sfiducia nell'efficacia della psicanalisi come terapia.

  7. Qual è la prospettiva di Zeno sul futuro della terra e degli esseri umani?
  8. Zeno immagina un futuro apocalittico in cui, a seguito di una "catastrofe inaudita" provocata dall'uomo con le armi, la terra tornerà alla sua forma originaria di nebulosa, liberandosi di tutti i "parassiti" e le malattie, ovvero gli esseri viventi che la occupano.

  9. Come viene rappresentato il concetto di "malattia" nel testo?
  10. Nel testo, il concetto di "malattia" assume significati diversi: viene usato per descrivere lo stato di Zeno secondo il dottor S., viene paragonato alla vita stessa, che è in continuo cambiamento e può migliorare o peggiorare, e infine viene associato alle conseguenze negative delle armi sulla selezione naturale e sulla forza degli uomini.

Domande e risposte

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