Concetti Chiave
- Il romanzo contemporaneo si distingue per la crisi dell'intreccio, dove l'indagine psicologica dei personaggi prevale sulla trama narrativa tradizionale.
- Nel dopoguerra emerge la crisi dell'autore onnisciente, promuovendo una narrazione dove le situazioni si presentano autonomamente, senza intervento diretto dell'autore.
- I romanzi contemporanei esplorano nuovi contenuti come i "romanzi di idee" e i "romanzi del silenzio", che riflettono su temi filosofici e l'incomunicabilità umana.
- La ricerca linguistica e realistica porta alla nascita del romanzo sperimentale, con l'uso di linguaggi specialistici e narrativi complessi per esprimere il disagio moderno.
- La "morte del romanzo" è un tema centrale, con autori che esplorano l'anti-romanzo, influenzati dalla sociologia della comunicazione di massa e tecniche cinematografiche.

Indice
Il romanzo contemporaneo tra crisi dell’intreccio e approfondimento psicologico
La prima caratteristica del romanzo contemporaneo è la crisi dell’intreccio.
Pertanto, c’è la tendenza a considerare l’intreccio non più come elemento centrale del romanzo, ma soltanto come un accessorio meno essenziale rispetto a prima, privilegiando piuttosto l’indagine psicologica. Nelle forme più estreme, il romanzo arriva a non identificarsi più con l’aspetto narrativo. Ad esempio, la crisi dell’intreccio trova il capostipite in Marcel Proust, in cui l’analisi della psicologia dei personaggi costituisce il nucleo del romanzo, mentre l’intreccio è piuttosto esile e serve soltanto a congiungere le diverse situazioni psicologiche. Pertanto, si parla anche di “romanzo psicologico”. Faulkner e Virginia Woolf si rifanno, per esempio al romanzo borghese di fine Ottocento, ma la coerenza conseguenziale è affidata alla vita interiore dei personaggi invece che allo svolgersi delle vicende esterne.
A partire dagli anni Quaranta del XX secolo, con l’arrivo dell’esistenzialismo, entra in crisi anche il romanzo psicologico, perché viene messa sotto processo la funzione del personaggio nell’opera narrativa. A questo proposito, la frase di Sartre del 1939 è significativa: “eccoci finalmente liberati da Proust!”. I romanzi di Sartre sono infatti fondati sulla denuncia dell’assurdità delle varie situazioni umane e sulla vanità di ricercarne le cause profonde. Simone De Beauvoir, che si ispira a Sartre, a volte scrive alternando la prima persona alla terza persona, per rompere con lo schema secondo cui di volta in volta ci deve essere un protagonista attorno a cui ruota tutto il mondo degli altri personaggi. In pratica, si tratta della “morte” del personaggio tradizionale.
Per approfondimenti su Proust vedi anche qui
La crisi dell’autore all’interno dei romanzi contemporanei
Nel dopoguerra, entra in crisi anche il personaggio più nascosto del romanzo tradizionale, cioè l’autore, che fino ad allora era ritenuto onniveggente e omnisciente. Questo è il caso di Alain Robbe-Grillet, secondo il quale non deve essere l’autore a presentare le varie situazioni, ma devono essere le varie situazioni a presentarsi in modo autonomo e quindi oggettivamente. Il concetto da cui parte Robbe-Grillet è che il mondo non è né assurdo, né significativo: il mondo è (= esiste) e basta”. Sorge così la cosiddetta “avanguardia geometrica”, che persegue la totale estraneità ed il totale disimpegno dell’autore nei confronti della situazione narrata. L’espressione più radicale dell’avanguardia geometrica porta alla completa separazione del romanzo dalla narrativa. Una via di mezzo è rappresentata dal romanzo giornalistico-documentale, che non rinuncia alla partecipazione emotiva: un esempio significativo ci è fornito dal Voyage di Céline.
Per approfondire la differenza tra autore e narratore vedi anche qui
Contenuti contemporanei: romanzi di idee, romanzi del silenzio, romanzi sperimentali
Oltre che per problematiche della trama, il romanzo contemporaneo è caratterizzato anche dalla natura degli argomenti che esso affronta. Un tipico esempio di questo filone è il “romanzo di idee”, il cui esponente più importante è Musil, per il quale le convenzioni che stanno alla base dei principali avvenimenti sono continuamente criticate, e perciò la sua opera assume spesso un aspetto ironico.
Diverso dal romanzo d’idee, anche se con esso condivide la tendenza a sostituire la narrazione con la riflessione filosofica, è il “romanzo del silenzio”. Esso cerca di rappresentare in forma romanzata l’impossibilità di risolvere i drammi più radicali e profondi dell’esistenza umana. Il modello classico ci è dato da Kafka e soprattutto dall’opera di Broch, “La morte di Virgilio”. In quest’opera, la teoria del silenzio trova l’espressione più esasperata ed estrema, perché l’ideale del letterato diventa quello di Virgilio che decide di bruciare la propria opera: del resto, anche Broch scriveva il suo romanzo con l’intento poi di distruggerlo.
Affini ai “romanzi del silenzio” e ai “romanzi di idee” sono i romanzi che sono incentrati sul problema dell’alienazione e dell’incomunicabilità. L’aspetto più caratteristico di tale corrente è la tendenza a rappresentare l’incomunicabilità con lo sperimentalismo. Oggi il “romanzo sperimentale” include i tentativi più stravaganti di scrittura. Tuttavia, nella forma più qualificata, i nuovi tentativi sperimentali cercano di rendere la situazione di disagio semantico, cioè l’impossibilità di comprendere il proprio simile dell’uomo moderno, attraverso forme narrative abnormi e molto difficilmente intellegibili. Un esempio significativo ci è fornito dal tedesco Gruppo ’47, fra cui spicca lo scrittore Günther Grass. Il romanzo sperimentale presta molta più attenzione alla forma che non ai contenuti e spesso si incontra con la tendenza a rinnovare il romanzo dal punto di vista linguistico. Si hanno così gerghi specialistici, arcaismi e preziosismi, con l’intento di evitare il linguaggio ordinario, ormai considerato consunto e quindi incapace di esprimere fatti o emozioni che siano autentici.
Per approfondimenti sul romanzo sperimentale vedi anche qui
Dalla ricerca linguistica e realistica alla morte del romanzo
Una forma che ha avuto particolare successo nel dopoguerra è la ricerca linguistico-dialettale di Pasolini e di Sciascia. Si tratta di un tentativo che di ritornare ad una narrativa di tipo realistico. In Italia, tale tendenza si concretizza non solo nell’uso del linguaggio dialettale, ma anche nella preferenza accordata alle vicende della Resistenza o alla riscoperta di tematiche sociali, fino ad allora dimenticate, come la vita del sottoproletariato delle periferie urbane o degli adolescenti non integrati. In Inghilterra, il romanzo realista ha preso la forma di una reazione “arrabbiata” contro l’ipocrisia della realtà (cfr. teatro di Osborne).
Il romanzo realistico si è avviato anche verso un indirizzo psicanalitico, in cui il problema sessuale assume una posizione centrale nella vita umana. In alcuni casi, il romanzo psicanalitico tende a rifuggire dalle riflessioni filosofiche e diventare soltanto un romanzo della nevrosi: in questo caso, il tema della droga tende a sovrapporsi al tema del sesso, se non sostituendolo interamente. In questo caso, viene abbandonato il linguaggio realistico per avvicinarsi alle ricerche linguistiche e formali dello sperimentalismo. Si parla, allora, di “avanguardia viscerale”, il cui esempio più significativo è Kerouac che, a volte, si contrappone all’avanguardia geometrica.
Al culmine della problematica del romanzo contemporaneo ci sono alcuni critici che ritengono che, ormai, ci si sta avviando verso la “morte del romanzo”. Da questa convinzione deriva l’opera di alcuni scrittori che si pongono l’obiettivo di scrivere un anti-romanzo, come Robbe-Grillet o Calvino. Alla radice dell’anti-romanzo abbiamo l’influenza della sociologia della comunicazione di massa, che ritiene ormai invecchiata la civiltà letteraria perché soppiantata dal cinema e dalla televisione. Comunque, anche coloro che non credono che il romanzo sia soppiantato dal racconto televisivo, riconoscono comunque quanto sia tipico del romanzo contemporaneo il continuo ricorso a tecniche ereditate dal cinema e dalla televisione, che si concretizzano nella tecnica del flash-back o della visione di un evento da diversi punti prospettici.
Domande da interrogazione
- Qual è la principale caratteristica del romanzo contemporaneo rispetto all'intreccio?
- Come si manifesta la crisi dell'autore nei romanzi contemporanei?
- Quali sono alcuni nuovi contenuti dei romanzi contemporanei?
- In che modo il romanzo sperimentale si distingue dagli altri?
- Cosa si intende per "morte del romanzo" nel contesto contemporaneo?
La principale caratteristica del romanzo contemporaneo è la crisi dell'intreccio, dove l'intreccio non è più considerato centrale, ma piuttosto un accessorio, con un maggiore focus sull'indagine psicologica dei personaggi.
La crisi dell'autore si manifesta con la sua estraneità e disimpegno nei confronti della narrazione, come proposto da Alain Robbe-Grillet, dove le situazioni si presentano autonomamente senza l'intervento onnisciente dell'autore.
I nuovi contenuti includono romanzi di idee, romanzi del silenzio e romanzi sperimentali, che esplorano temi come l'alienazione, l'incomunicabilità e la critica delle convenzioni sociali.
Il romanzo sperimentale si distingue per la sua attenzione alla forma piuttosto che ai contenuti, utilizzando gerghi specialistici e forme narrative abnormi per rappresentare il disagio semantico e l'incomunicabilità.
La "morte del romanzo" si riferisce alla percezione che il romanzo tradizionale stia perdendo rilevanza, soppiantato da media come il cinema e la televisione, e alla nascita dell'anti-romanzo che adotta tecniche narrative innovative.