Concetti Chiave
- Il nuovo romanzo abbandona il punto di vista onnisciente tradizionale, adottando prospettive multiple per riflettere la complessità della realtà.
- Le dimensioni spazio-temporali sono alterate, con passato e presente che si intrecciano, creando un tempo 'misto' e 'interiore'.
- La narrazione si sviluppa su piani multipli, con tecniche simili al cinema, come tagli e dissolvenze, per riflettere la percezione discontinua della realtà.
- I personaggi sono rappresentati in modo 'relativizzato', con una molteplicità di piani psicologici piuttosto che come entità coerenti e stabili.
- L'autore si presenta direttamente nel testo, utilizzando la prima persona, rendendo il romanzo un'espressione della coscienza in crisi dell'uomo contemporaneo.
Indice
La molteplicità dei punti di vista
Nel nuovo romanzo non c’è più un solo punto di vista, superiore e onnisciente che era poi quello del narratore tradizionale, il quale dall’alto delle sue certezze dirigeva l’organizzazione romanzesca, ma ci sono più punti di vista, più prospettive per adeguarsi alla mutevolezza di una realtà dallo spessore multiplo, che si accavalla, si rompe, torna a formarsi ma non è mai uguale a sé stessa o non è più quella di prima.
Non c’è più un solo punto di vista superiore ma più prospettive perché la realtà è mutevole, incasinata. (Anche l’esperienza cubista, ai primi del Novecento, andava insegnando che un oggetto poteva essere rappresentato simultaneamente da tutti i lati.)Alterazione delle reazioni spazio-temporali
Le reazioni spazio-temporali sono profondamente alterate rispetto al romanzo tradizionale; ora passato e presente si intrecciano e si sovrappongo continuamente; si passa dal tempo oggettivo, scandito dall’orologio, al tempo ‘interiore’, al tempo ‘perduto’, al tempo ‘misto’.
Discontinuità e percezione della realtà
Discontinuo è l’intreccio e la rappresentazione delle singole scene, com’è discontinua la percezione della realtà. La narrazione non si muove più su un solo piano, ma su più piani, simultaneamente, a seconda dei diversi punti di vista, con un gioco di tagli, di dissolvenze, che rimanda al modo di procedere della nascente cinematografia.
Evoluzione dei personaggi nel romanzo
I personaggi non sono più una realtà stabile e coerente da descrivere. Molti scrittori rinunciano a ‘rappresentare la storia dei loro personaggi con la pretesa della compiutezza esteriore, conservando la successione cronologica e concentrando tutta l’attenzione sulle importanti svolte esteriori del destino… Questo spostamento del centro di gravità esprime quasi uno spostamento di fiducia: si attribuisce meno importanza alle grandi svolte esteriori e ai colpi del destino, come se da essi non possa scaturire nulla di decisivo per l’oggetto; si ha fiducia invece che un qualunque fatto della vita scelto casualmente contenga in ogni momento e possa rappresentare la somma dei destini; si ha fiducia maggiore nelle sintesi, ottenute con l’esaurire un fatto quotidiano, piuttosto che nella trattazione completa in ordine cronologico’ (Auerbach - Mimesis). Dal personaggio ‘tutto tondo’ si passa al personaggio ‘relativizzato’ in una molteplicità di piani psicologici, a seconda delle varie e diverse immagini che esso assume nella coscienza degli altri. ‘Nel mio romanzo non dovete cercare quel vecchio ego stabile’ scriveva nel 1914 lo scrittore inglese David H. Lawrence.
Presenza dell'autore nel romanzo
L’autore non si mimetizza più dietro un egli impersonale, ma vuole essere presente; pertanto entra direttamente nel romanzo, parla in prima persona, usa l’io.
Il nuovo romanzo, dunque, diviene la trascrizione della coscienza in crisi dell’uomo contemporaneo, nella società borghese che lo schiaccia. Da questa narrativa usciranno personaggi spesso tesi a smontare la storia dei loro fallimenti e della loro coscienza frantumata. Non basta però dire che il romanzo all’inizio del Novecento si interiorizza e si isola dallo sfondo sociale, come a volte si sostiene; la verità è che il nuovo romanzo, pur riflettendo chiaramente la crisi dell’uomo e partendo dal sondaggio della sua coscienza, legge la realtà e la sua dimensione sociale. I suoi limiti semmai si devono rintracciare nella difficoltà e spesso nella incapacità di ipotizzare un ‘uomo nuovo’.
Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica principale del nuovo romanzo rispetto al punto di vista?
- Come sono alterate le reazioni spazio-temporali nel nuovo romanzo?
- In che modo la percezione della realtà è rappresentata nel nuovo romanzo?
- Come evolve la rappresentazione dei personaggi nel nuovo romanzo?
- Qual è il ruolo dell'autore nel nuovo romanzo?
Il nuovo romanzo si distingue per la molteplicità dei punti di vista, abbandonando il narratore onnisciente tradizionale per adattarsi alla mutevolezza della realtà.
Le reazioni spazio-temporali nel nuovo romanzo sono profondamente alterate, con passato e presente che si intrecciano e si sovrappongono continuamente, passando dal tempo oggettivo al tempo interiore e misto.
La percezione della realtà è discontinua, con la narrazione che si muove su più piani simultaneamente, utilizzando tagli e dissolvenze simili alla cinematografia nascente.
I personaggi nel nuovo romanzo non sono più stabili e coerenti; si passa dal personaggio 'tutto tondo' al personaggio 'relativizzato', con una molteplicità di piani psicologici.
L'autore nel nuovo romanzo non si nasconde più dietro un narratore impersonale, ma entra direttamente nel romanzo, parlando in prima persona e usando l'io.