Concetti Chiave
- Il romanzo del Novecento si distingue per criteri innovativi rispetto alla tradizione, contribuendo a trasformare il sistema letterario italiano.
- La soggettività diventa centrale nell'interpretazione della realtà, con un focus sul tempo psicologico oltre a quello cronologico.
- I narratori spesso coincidono con i protagonisti, offrendo una narrazione in prima persona che esplora profondamente la coscienza e i processi interni.
- Il concetto di tempo nel romanzo cambia, introducendo un tempo interiore percepito, come illustrato ne "La coscienza di Zeno" di Svevo.
- Emergono nuovi concetti come l'epifania, momenti di comprensione profonda vissuti dai personaggi, che arricchiscono la narrazione.
Il Romanzo del Novecento
Il modello narrativo prevalente, e quasi unico nel panorama novecentesco, è quello del Romanzo che si diffonde su larga scala e riesce a raggiungere settori di pubblico sempre più ampi, fino a diventare un genere di consumo. Il presupposto di ciò è l’esistenza della società di massa che costituisce l’aspetto prevalente del Novecento. Il romanzo del Novecento è, in realtà, un tipo di narrativa che si presenta con criteri innovativi rispetto alla Tradizione e, in un certo senso, contribuisce a scardinare l’impianto su cui era basato il sistema letterario italiano nei secoli precedenti.
Assistiamo, infatti, con il Novecento alla nascita di un nuovo tipo di romanzo che distrugge le coordinate del romanzo tradizionale ottocentesco, che aveva avuto la sua grande affermazione con Manzoni, Verga, D’Annunzio
• La soggettività è fondamentale per interpretare la realtà l'esempio più chiaro è nella categoria del tempo. L’autore non pretende di avere una realtà oggettiva, ma ritrae una verità
• Nel romanzo tradizionale il Tempo andava inteso come tempo cronologico, con la successione ordinata del prima e del dopo. Nel Novecento, invece, il Tempo cambia radicalmente di significato. Accanto al tempo cronologico abbiamo un tempo psicologico e può apparire più o meno lungo e di diversa portata. Al tempo esteriore, che va inteso come successione rettilinea di momenti, si collega un tempo interiore, ovvero il tempo come viene percepito. “La coscienza di Zeno” di Svevo è forse uno dei primi esempi di questa rivoluzione, ma anche un romanzo come “La luna e i falò” di Cesare Pavese rende bene l’idea di questo nuovo tipo di tempo, che rompe con l’impostazione tradizionale del romanzo classico.
• Il narratore novecentesco si esprime in prima persona e coincide spesso con il protagonista dell’opera. Si tratta molte volte di un narratore interno, che presenta una focalizzazione centrata su uno o più personaggi e che prende il loro punto di vista, vivendo le vicende raccontate secondo la sensibilità di questo o di quel personaggio. Questo nuovo tipo di narrazione risponde molto bene all’analisi interiore e alla descrizione dei processi interni alla coscienza dei protagonisti che divengono fondamentali nei romanzi del Novecento In alcuni casi troviamo la distinzione tra l’io narrante, che racconta le vicende, e l’io narrato, che vive gli avvenimenti nel tempo specifico in cui essi sono collocati; e i due elementi – io narrante ed io narrato – convivono ed interagiscono tra di loro, come nella “Coscienza di Zeno” di Svevo.
• Nuovo concetto dell'epifania (Epifasis), ovvero dei momenti frazione degli occhi del soggetto che capisce comprende il senso profondo delle cose
Domande da interrogazione
- Qual è il modello narrativo prevalente nel Novecento?
- Come cambia il concetto di tempo nel romanzo del Novecento rispetto a quello tradizionale?
- Qual è il ruolo del narratore nei romanzi del Novecento?
- Cosa si intende per "epifania" nel contesto del romanzo novecentesco?
Il modello narrativo prevalente nel Novecento è il Romanzo, che si diffonde su larga scala e diventa un genere di consumo, grazie alla società di massa.
Nel romanzo del Novecento, il tempo non è più solo cronologico ma include anche un tempo psicologico, percepito soggettivamente, rompendo con l'impostazione tradizionale.
Il narratore nei romanzi del Novecento spesso coincide con il protagonista, esprimendosi in prima persona e offrendo una focalizzazione interna che esplora i processi interiori dei personaggi.
L'epifania nel romanzo novecentesco si riferisce ai momenti in cui il soggetto comprende il senso profondo delle cose, rappresentando una nuova concezione narrativa.