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Concetti Chiave

  • La poesia "Uomo del mio tempo" di Salvatore Quasimodo critica la continua violenza umana, dal passato al presente, collegando episodi di violenza storica come la preistoria e la Seconda Guerra Mondiale.
  • Quasimodo sottolinea l'assenza di amore e religiosità nelle azioni umane, evidenziando come la scienza moderna venga spesso utilizzata per perpetrare genocidi e distruzione.
  • Il poeta richiama all'attenzione dell'uomo moderno la persistenza dell'istinto omicida, paragonando l'omicidio biblico di Caino e Abele alle atrocità contemporanee.
  • Nei versi finali, l'autore esorta le nuove generazioni a dimenticare il passato violento dei loro antenati per costruire un futuro di pace e cambiamento.
  • La poesia utilizza un linguaggio ricco di figure retoriche come analogie e metafore per enfatizzare il messaggio di impegno civile e riflessione sull'umanità.

Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,

con le ali maligne, le meridiane di morte,

t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno

Quando il fratello disse all’altro fratello:

«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,

è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue

Salite dalla terra, dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.


Sei ancora quello che usava la pietra e la fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella cabina d’aereo,

con le ali che portano sterminio, le ombre delle

ali degli aerei che portano morte,

t’ho visto dentro il carro armato, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto; eri tu,

con la tua scienza perfetta, usata per

l’annientamento

senza amore, senza Dio. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero gli avi, come

uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue ha lo stesso odore di quello del giorno in cui

Caino disse ad Abele:

“Andiamo nei campi”. E quell’eco crudele,

ancora presente

è arrivata fino a te dentro la tua vita quotidiana.

Dimenticate, o figli, le nuvole rosse di sangue

Salite dalla terra, dimenticate i vostri antenati:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri e il vento coprono il loro cuore.

La lirica “Uomo del mio tempo”, scritta da Salvatore Quasimodo appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è contenuta nella raccolta “Giorno dopo giorno” del 1947, in cui l’autore invita all’impegno civile.

Indice

  1. Temi principali della poesia
  2. Analisi delle figure retoriche
  3. Conclusione e riflessioni finali

Temi principali della poesia

La poesia si compone di una sola strofa, divisibile in due grandi sequenze. La prima, la più lunga, elenca tutti gli episodi in cui l’uomo ha usato violenza contro un suo simile.

All’inizio si fa riferimento alla preistoria e alle lotte fra tribù a colpi di pietra e fionda. Si ricordano poi la Seconda Guerra Mondiale con gli aerei bombardieri e i carri armati, ma anche il Medioevo con le sue torture e le forche per i condannati.

Nell’epoca moderna le conoscenze scientifiche sempre più precise, anche se usate per il genocidio, hanno sostituito i sentimenti e la religiosità, ma non hanno cambiato lo spirito omicida dell’uomo che è sempre stato presente e vivo in tutte le epoche.

Quasimodo cita il primo omicidio della storia ricordando che già fra i fratelli biblici, Caino e Abele, le gelosie portarono alla uccisione violenta di uno dei due e l’eco delle grida di Abele è ancora presente nel lamento di tutte le vittime.

Negli ultimi quattro versi l’autore supplica gli uomini suoi contemporanei di cambiare e dimenticare i crudeli massacri del passato, a causa dei quali la terra esala sangue e le tombe degli antenati sono sepolte dalla cenere della distruzione, sorvolate da avvoltoi e scosse dal vento che copre i loro sentimenti.

Analisi delle figure retoriche

La poesia si presenta con un’unica strofa composta da 17 versi liberi senza rime. La lingua è ricca di termini che riportano immediatamente a un periodo storico ben preciso, soprattutto nella prima parte ( “pietra e fionda” v.1 per l’epoca preistorica; “carlinga”, “carro di fuoco”, “scienza esatta” e “sterminio” vv. 2-6 per le Guerre Mondiali; “forche” e “ruote di tortura” ai vv. 4-5 per il Medioevo e L’inquisizione).

Le parole sono prese dal linguaggio comune ma sono utilizzate per comporre le molte figure retoriche che costellano il testo.

Molto ricorrente è l’apostrofe, con cui l’autore si rivolge direttamente all’uomo (“uomo del mio tempo” v.2, “t’ho visto” vv.4-5, “ eri tu” v. 5, “o figli” v.14) e l’insistenza sul pronome “tu”, sempre con la funzione di richiamare l’attenzione e la responsabilità dell’essere umano.

Un’analogia apre il componimento “sei ancora…” e un’altra analogia riporta al primo omicidio conosciuto (“ odora come nel giorno / quando il fratello disse all’altro fratello” vv. 10-11).

Simili all’analogia per effetto sono anche le due metafore presenti nella composizione: la prima “meridiane di morte” del v. 3 paragona l’ombra degli aerei da guerra che portano la morte fermando il tempo, con l’ombra della meridiana che segna il passare delle ore; la seconda, “nuvole di sangue”, al v. 14 (che contiene anche un enjambement) denuncia che la terra è talmente impregnata del sangue delle vittime da esalare nuvole rosse.

Un’altra figura di significato che troviamo spesso in questa lirica è la metonimia in cui si sostituisce il contenitore con il contenuto (come in “ali maligne” v. 3 in cui maligno è l’uomo che guida l’aereo e non la macchina stessa), oppure la causa per l’effetto (“scienza votata allo sterminio” v. 3) o ancora l’astratto per il concreto (“gli uccelli, il vento, coprono il loro cuore” in cui il concreto cuore sostituisce l’astratto sentimento).

Tutti questi artifici retorici sono utilizzati per accentuare il concetto chiave dell’opera cioè che l’uomo è premedito con le sue conoscenze scientifiche e tecniche ma che, nell’animo, è rimasto istintivo, crudele e competitivo come alle origini.

Conclusione e riflessioni finali

Quasimodo scrive il testo appena conclusa la Seconda Guerra Mondiale; egli perciò ha ancora molto vivo il ricordo delle tragedie degli scontri e dell’Olocausto e ha un giudizio molto negativo sull’uomo che definisce “del suo tempo”; proprio per questo egli invita i giovani a scordare completamente l’esempio dei predecessori per costruire qualcosa di nuovo, pacifico e che non porti sofferenza.

Un suo contemporaneo, Primo Levi, inviterà invece a non scordare mai ciò che è stato per non rischiare di ripetere i medesimi errori e ordinerà addirittura di tramandare ai posteri le crudeltà commesse perché la storia non diventi mai leggenda.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della poesia "Uomo del mio tempo" di Salvatore Quasimodo?
  2. La poesia esplora la violenza intrinseca dell'uomo attraverso i secoli, dalla preistoria alla Seconda Guerra Mondiale, sottolineando come la scienza e la tecnologia siano state usate per il genocidio, senza cambiare la natura omicida dell'uomo.

  3. Come viene rappresentato l'uomo nella poesia di Quasimodo?
  4. L'uomo è rappresentato come un essere che, nonostante i progressi scientifici, rimane istintivo e crudele, simile ai suoi antenati che usavano pietre e fionde, e continua a perpetrare violenza e sterminio.

  5. Quali figure retoriche sono utilizzate nella poesia e qual è il loro scopo?
  6. La poesia utilizza apostrofi, analogie, metafore e metonimie per accentuare il concetto che l'uomo, pur avanzato scientificamente, è rimasto primitivo e violento. Queste figure retoriche servono a richiamare l'attenzione e la responsabilità dell'essere umano.

  7. Qual è il messaggio finale che Quasimodo vuole trasmettere ai suoi contemporanei?
  8. Quasimodo invita i suoi contemporanei a dimenticare i massacri del passato e a costruire un futuro pacifico, distaccandosi dall'esempio violento dei predecessori.

  9. Come si differenzia l'approccio di Quasimodo rispetto a quello di Primo Levi riguardo alla memoria storica?
  10. Mentre Quasimodo invita a dimenticare il passato per costruire un futuro migliore, Primo Levi insiste sull'importanza di ricordare le atrocità per evitare di ripetere gli stessi errori, promuovendo la trasmissione della memoria storica.

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