Concetti Chiave
- La poesia del secondo dopoguerra si allontana dallo stile alto, adottando un linguaggio più cordiale e discorsivo per riflettere il comune sentire.
- L'antologia "Linea lombarda" segna una svolta, evidenziando una poesia che ritrova gli oggetti e raggiunge intensità con immagini rapide.
- La rivista "Officina" degli anni '50, con figure come Pasolini, promuove l'abbassamento della poesia verso la prosa, sfidando la tradizione simbolista.
- La poesia in dialetto viene rilanciata da Pasolini, che la utilizza per esprimere autenticità e un mondo arcaico, iniziando con la raccolta "Poesia a Casarsa".
- Forme poetiche come il cammeo, la meditazione morale e l'autobiografia emergono, esplorando la lirica attraverso parole comuni e riflessioni personali.
Indice
La poesia del secondo dopoguerra
La poesia del secondo dopoguerra volle dar voce ai vissuti di tutti, al comune sentire, con queste intenzioni dismise lo stile alto delle esperienze precedenti in favore di un linguaggio più cordiale e comunicativo, più impura e discorsiva.
Rinnovamento e Linea Lombarda
Un segnale interessante della svolta in atto fu una tempestiva memoriale antologia intitolata “Linea lombarda”, che raccoglieva testi poetici recentissimi, il curatore Luciano Anceschi additò nella fiducia di una poesia che ritrova gli oggetti e raggiunge il massimo di intensità per immagini rapide.
Si trattava dunque di un rinnovamento giudizioso, in parziale continuità con le esperienze recenti, quella promossa dalla linea lombarda era una risposta moderata al mutamento di clima ma pur sempre significativa con l’adozione di toni e tinte neocrepuscolari e la contaminazione del lessico letterario con un linguaggio medio o perfino molto basso.Officina e l'Antinovecento
Un impulso decisivo ad abbassare la poesia al livello della prosa, abbandonando lo stile sublime e il linguaggio analogico della tradizione simbolista, venne nella seconda metà degli anni ’50 dalla rivista “Officina” la cui importanza come punto di snodo letterario non sarà mai sottolineata abbastanza. Pasolini, in particolare, ebbe il merito di introdurre una nuova categoria storiografica, quella dell’Antinovecento che consentiva di rileggere in termini dinamici la storia recente della poesia italiana: nel corso dell’ultimo mezzo secolo la poesia italiana non si era mossa unicamente nel solco del Simbolismo, ma aveva tracciato anche una via complementare e certo minoritaria, ancorata alla realtà quotidiana, capostipite va considerato Giovanni Pascoli.
Esiti della nuova poesia
Gli esiti più ragguardevoli di questa inversione di marcia furono:
- Il cammeo, componimento breve tornito con grazia e misura, fresco ed elegante, tessuto di parole comuni con gradevoli effetti ritmici, l’unica forma per la quale si possa ancora parlare di lirica [Saba, Penna e Caproni];
- La meditazione morale, luogo di un esame di coscienza, di un monologo sulla miseria umana, prendendo quindi una piega riflessivo-argomentativa, con le movenze della prosa;
- L’autobiografia, archetipo novecentesco fissato in Saba, che fin dal 1921 aveva organizzato in suoi testi poetici in un Canzoniere dove fossero allineate in ordine cronologico le tappe della sua vita, al modello di questo si richiamarono altri poeti come Giovanni Giudici con “La vita in versi” anche se preferì proiettarsi in una controfigura debole, quasi per prendere le distanze da se stesso;
Pasolini e la poesia dialettale
Al nome di Pasolini va collegato anche il rilancio della poesia in dialetto, di cui egli fu autore e convinto paladino, l’autore esordì infatti nel 1942 con la raccolta “Poesia a Casarsa” scritte nella parlata friulana della madre, nel 1944 fondò anche nella città natale della madre [Casarsa] un periodico di poesia dialettale “Stroligut de cà da l’aga” e l’anno dopo la Piccola Accademia di lingua friulana. Il dialetto non costituiva per lui una lingua d’suo, essendo nato e cresciuto a Bologna, ma la elesse come espressione di un mondo arcaico e puro.
Domande da interrogazione
- Quali furono le caratteristiche principali della poesia del secondo dopoguerra?
- Cosa rappresentava la "Linea Lombarda" nel contesto del rinnovamento poetico?
- Quale fu il contributo della rivista "Officina" alla poesia italiana?
- Quali furono gli esiti più significativi della nuova poesia?
- In che modo Pasolini influenzò la poesia dialettale?
La poesia del secondo dopoguerra si distinse per un linguaggio più cordiale e comunicativo, abbandonando lo stile alto delle esperienze precedenti per dar voce ai vissuti comuni.
La "Linea Lombarda" rappresentava un rinnovamento giudizioso che, pur in continuità con esperienze recenti, adottava toni neocrepuscolari e contaminava il lessico letterario con un linguaggio medio o basso.
La rivista "Officina" contribuì a far abbassare la poesia al livello della prosa, abbandonando lo stile sublime e introducendo la categoria storiografica dell'Antinovecento, che rileggeva la storia recente della poesia italiana in termini dinamici.
Gli esiti più significativi furono il cammeo, la meditazione morale e l'autobiografia, che rappresentavano nuove forme espressive e riflessive nella poesia italiana.
Pasolini rilanciò la poesia dialettale, esordendo con "Poesia a Casarsa" in friulano e fondando un periodico e un'accademia dedicati alla lingua friulana, scegliendo il dialetto come espressione di un mondo arcaico e puro.