Concetti Chiave
- Marino Moretti, nato a Cesenatico nel 1885, fu un poeta e scrittore italiano legato al movimento crepuscolare.
- Moretti esplorava temi pascoliani come gli affetti domestici e la contrapposizione tra casa e mondo esterno.
- Le sue poesie spesso descrivevano la noia quotidiana e l'inutilità della vita con un linguaggio uniforme e ripetitivo.
- Nel 1916, Moretti iniziò anche la sua carriera di romanziere, esplorando il mondo piccolo-borghese e le sue contraddizioni.
- Oltre alla poesia e ai romanzi, scrisse novelle e memorie, evidenziando una crescente insofferenza e anticonformismo.
Indice
Incontri e Collaborazioni Letterarie
Nato a Cesenatico (Forlì) nel 1885, non condusse a termine gli studi. A Firenze divenne amico di Palazzeschi (con il quale studiò anche recitazione), entrando poi in contatto con altri crepuscolari (Gozzano, Corazzini, Govoni, Gianelli). Dopo essere stato tra i firmatari del manifesto antifascista di Benedetto Croce, trascorse un'esistenza schiva e appartata, collaborando intensamente al "Corriere della Sera".
Temi e Atmosfere della Poesia
La sua attività iniziale è rivolta alla poesia. Nella prima raccolta, Fraternità (1905), dedicata al fratello morto e alla madre viva e piangente, l'atmosfera dominante è quella pascoliana: al centro sono gli affetti domestici, il legame condizionante con la madre, la contrapposizione fra la casa-nido è il mondo. Dopo i poemetto della Serenata delle zanzare (1908), le Poesie scritte col lapis (1910) introducono gli ambienti e le figure tipiche del crepuscolarismo morettiano: signorine appassite è chiusi ambienti di provincia; il grigiore e la noia quotidiana, segno di un'ansia e di una insoddisfazione represse; i cani randagi e gli organetti di Barberia; il senso dell'inutilità della vita, a cui corrisponde un linguaggio montoni e uniforme, basato sulle ripetizioni e sulle riprese; il mondo infantile, regressivo, dei banchi e dei compagni di scuola. Non mancano tuttavia momenti ironici, con toni di più risentita a graffiante cattiveria.
La situazione di fondo non muta nelle Poesie di tutti i giorni (1911), che ribadiscono lo stretto rapporto fra infanzia e dimensione del quotidiano. Non a caso il libro si apre con l'Ode al lapis; contiene una sorta di itinerario nei luoghi in cui si consuma la noia cittadina; ripropone il motivo delle beghine (Beghinaggio) e torna sulla raffigurazione di luoghi chiusi (La farmacia), sottratti al trascorrere del tempo.
Evoluzione Poetica e Critica
Il giardino dei frutti (1916) conclude il discorso poetico sin qui condotto da Moretti, accentuando le componenti critiche. Nelle poesie scolastiche prevalgono gli aspetti di una insofferenza corrosiva, mentre non mancano momenti di confessione persino brutale , psicoanaliticamente lucida e penetrante. Nel medesimo anno avviene l'esordio di Moretti come romanziere, con Il sole del sabato, cui seguiranno, tra gli altri, Guenda (1918), La voce di Dio (1920), L'Andreana (1935), I coniugi Allori (1946), La camera degli sposi (1958). Ambientate in un mondo piccolo-borghese, queste opere ne riflettono l'ideologia dominante, ma ne colgono anche la crudeltà e le storture. Ancora più numerose, tra il 1907 e il 1956, le raccolte delle novelle. Da segnalare, infine, i libri di memorie, che, dalle iniziali rievocazioni patetico-sentimentali, giungeranno poi a esiti più anticonformistici e insofferenti: Mia madre (1923), Via Laura (1931), Scrivere non è necessario (1937), I grilli di Pazzo Pazzi (1951). È morto a Cesenatico nel 1979.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali collaborazioni letterarie dell'autore?
- Quali sono i temi principali delle poesie dell'autore?
- Come si è evoluta la poetica dell'autore nel tempo?
- Quali opere narrative ha scritto l'autore dopo il suo esordio come romanziere?
L'autore, nato a Cesenatico nel 1885, divenne amico di Palazzeschi a Firenze e si associò con altri crepuscolari come Gozzano, Corazzini, Govoni e Gianelli. Collaborò intensamente con il "Corriere della Sera".
Le poesie dell'autore esplorano affetti domestici, il legame con la madre, la noia quotidiana, e l'inutilità della vita. Utilizza un linguaggio monotono e uniforme, con momenti ironici e toni graffianti.
L'evoluzione poetica dell'autore culmina con "Il giardino dei frutti" (1916), accentuando componenti critiche e confessioni psicoanalitiche. Successivamente, si afferma come romanziere e autore di novelle e memorie.
Dopo l'esordio con "Il sole del sabato" (1916), l'autore scrisse romanzi come "Guenda" (1918), "La voce di Dio" (1920), "L'Andreana" (1935), "I coniugi Allori" (1946), e "La camera degli sposi" (1958), riflettendo la società piccolo-borghese.