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Concetti Chiave

  • Primo Levi, nato a Torino nel 1919, era un chimico e scrittore, deportato ad Auschwitz in quanto ebreo e sopravvissuto all'Olocausto.
  • "Se questo è un uomo" è il libro d'esordio di Levi che documenta l'esperienza nei campi di sterminio nazisti con un approccio sobrio e analitico.
  • "La tregua" continua la narrazione di Levi, illustrando il difficile ritorno in patria dei deportati con un tono avventuroso e a tratti umoristico.
  • Le opere successive di Levi, come "Il sistema periodico" e "La chiave a stella", esplorano l'intersezione tra cultura letteraria e tecnico-scientifica.
  • Levi descrive l'arrivo ad Auschwitz come una brutale esperienza fisica e psicologica, evidenziando la disumanizzazione e la perdita di solidarietà tra i deportati.

Indice

  1. Primo Levi
  2. Se questo è un uomo
  3. La tregua
  4. Le ultime opere
  5. Analisi dell'arrivo nel lager

Primo Levi

Nato a Torino nel 1919, Primo Levi si laureò in Chimica nel 1941. Entrato nel 1943 nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà, fu catturato dalle milizie fasciste e deportato dai tedeschi nel Lager di Auschwitz, in quanto ebreo. Riuscito a scampare allo sterminio e a ritornare a Torino, nel dopoguerra esercitò la professione di chimico, dedicandosi parallelamente alla letteratura. Morì suicida nel 1987.

Se questo è un uomo

Il libro d’esordio di Primo Levi, che ha goduto di un’immensa diffusione, è un resoconto dell’esperienza dei campi di sterminio nazisti: Se questo è un uomo. È un‘opera che si colloca nel filone documentario che fu ricco in quegli anni di scoperta della realtà, ma si stacca con eccezionale rilievo dallo sfondo del clima neorealistico, elevandosi al livello di un vero e proprio classico.
Il libro è una testimonianza sulla barberia estrema dell’universo dei campi di concentramento, sulla sua crudeltà, che mirava prima di tutto a distruggere la sostanza umana stessa del deportato.
Ciò che conferisce forza alla rappresentazione di Levi è l’assenza di emotività e di retorica. Se questo è un uomo è un libro di memorie, un documento e uno studio acutissimo.

La tregua

La tregua (1963) è un’ideale continuazione di Se questo è un uomo, in quanto narra la lunga odissea del ritorno in patria dei deportati. Le sofferenze e le pene sfumano spesso in un umorismo leggero, e la narrazione assume una dimensione avventurosa.

Alla Tregua seguono alcune raccolte di racconti:
- Storie naturali (1966)
- Vizio di forma (1971)
- Il sistema periodico (1975)
- La chiave a stella (1978)
- Lilit (1981)

In queste opere si propone un altro aspetto di Primo Levi, ovvero la sua qualità di tecnico che opera nell’industria. Nella sua opera il punto di contatto tra le due culture, quella letteraria e quella tecnico – scientifica, è da individuare nella chiarezza e nell’ordine.

Le ultime opere

Alle tematiche della persecuzione degli ebrei lo scrittore ritorna con un romanzo, Se non ora, quando?, che narra le vicende di un gruppo di partigiani ebrei dell’Europa orientale, sullo schema sempre di un’interminabile odissea, dalla Bielorussia sino a Milano.
All’esperienza del Lager è ancora dedicato l’ultimo libro di Levi, un saggio, I sommersi e i salvati, denso di terribili e tormentosi interrogativi.

Analisi dell'arrivo nel lager

Il ventiquattrenne Primo Levi, partigiano sulle montagne valdostane, fu catturato dalle milizie fasciste il 13 dicembre 1943. In quando ebreo, fu internato nel campo di Fossoli, nel Modenese, poi insieme ad altri seicento ebrei italiani fu caricato su un convoglio di vagoni merci piombati e dopo un viaggio durato più giorni, in condizioni spaventose, senza mangiare né bere, giunse al Lager di Auschwitz, in Polonia. Qui i deportati, scesi dal treno, furono privati dei bagagli e di tutti i loro averi. Gli uomini furono separati dalle donne e dai bambini, poi caricati su dei camion.

Nella descrizione dell’impatto dei deportati con la realtà ancora sconosciuta del Lager spicca innanzitutto la loro sofferenza fisica: la fame, la sete, il freddo, la fatica, le percosse. Ma altrettanto e forse più dolorosa è la sofferenza psicologica che viene loro inflitta.

È significativo il contegno del tedesco che alla domanda dell’interprete lo guarda come se fosse trasparente, come se nessuno avesse parlato. Per la folle ideologia nazista l’ebreo non è un uomo, è un essere a cui è consentito infliggere tormento perché per lui non valgono le leggi consuete dell’umanità.

Le condizioni disumane annullano ogni senso di solidarietà, per cui ciascuno pensa solo a sé, spinto da un cieco istinto di sopravvivenza, che lo induce a ricorrere a ogni mezzo pur di procurarsi il poco che gli consenta di sopravvivere.

Il quadro di questo orrore è tracciato da Primo Levi con straordinaria lucidità. Pur rievocando atroci esperienze vissute lo scrittore conserva la capacità di analisi dell’uomo di scienza e la dolente partecipazione umana a tante sofferenze.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Primo Levi e quale fu la sua esperienza durante la Seconda Guerra Mondiale?
  2. Primo Levi era un chimico e scrittore nato a Torino nel 1919. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu catturato dalle milizie fasciste e deportato nel Lager di Auschwitz in quanto ebreo. Sopravvissuto allo sterminio, tornò a Torino e si dedicò alla letteratura.

  3. Qual è il tema principale del libro "Se questo è un uomo"?
  4. "Se questo è un uomo" è un resoconto dell'esperienza nei campi di sterminio nazisti, focalizzandosi sulla barbarie e crudeltà che miravano a distruggere la sostanza umana dei deportati. Il libro è caratterizzato dall'assenza di emotività e retorica.

  5. In che modo "La tregua" si collega a "Se questo è un uomo"?
  6. "La tregua" è una continuazione ideale di "Se questo è un uomo", narrando l'odissea del ritorno in patria dei deportati. La narrazione assume una dimensione avventurosa e spesso sfuma in un umorismo leggero.

  7. Quali sono alcune delle opere successive di Primo Levi e quali temi trattano?
  8. Alcune opere successive di Levi includono "Storie naturali", "Vizio di forma", "Il sistema periodico", "La chiave a stella" e "Lilit". Queste opere esplorano il punto di contatto tra la cultura letteraria e quella tecnico-scientifica, evidenziando la chiarezza e l'ordine.

  9. Come descrive Primo Levi l'arrivo nel Lager di Auschwitz?
  10. Levi descrive l'arrivo nel Lager di Auschwitz come un'esperienza di sofferenza fisica e psicologica estrema. I deportati furono privati dei loro averi e sottoposti a condizioni disumane che annullavano ogni senso di solidarietà, spingendoli a un istinto di sopravvivenza cieco.

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