Concetti Chiave
- Calvino si stabilisce in Francia negli anni '60, influenzato dall'OuLiPo e intellettuali come Raymond Queneau e Roland Barthes.
- La sua opera "Le città invisibili" riflette l'interesse per la letteratura come analisi dei segni e convenzioni culturali.
- Calvino utilizza il metodo combinatorio, ispirato dallo strutturalismo, creando narrazioni basate su strutture fondamentali.
- Il libro è una riscrittura moderna del "Milione" di Marco Polo, con città immaginarie che esplorano temi intellettuali e artistici.
- Marco Polo rappresenta la ricerca di ordine e significato in un mondo caotico, simboleggiando l'utopia attraverso descrizioni di città mentali.
Indice
L'influenza dell'OuLiPo su Calvino
In Francia negli anni ‘60 lo sperimentalismo letterario arriva ad un punto di non ritorno, quello da cui viene originata l’idea stessa del postmoderno letterario, grazie all’OuLiPo, ovvero l’officina di letteratura potenziale di Raymond Queneau.
Calvino si stabilisce in Francia ed entra in contatto col gruppo di intellettuali che fondarono l’OuLiPo, in modo particolare con Queneau, ma anche con Roland Barthes, che intanto avviava il discorso semiotico: il mondo ed il linguaggio vengono visti come sistemi di segni, ed attraverso i segni c’è la possibilità di definire il linguaggio e tutte le cose.Elementi chiave della letteratura di Calvino
Quindi abbiamo tre elementi che influenzano la letteratura di Calvino:
1. i laboratori di letteratura potenziale, che sono laboratori sperimentali per fare letteratura in modi diversi, quindi l’idea che tutto sia stato già detto e quindi non si crede più nell’oggettività della narrazione reale. Non credendo più nel reale lo si costruisce attraverso le varie combinazioni possibili (Calvino lo fa avvicinandosi alla matematica, scrivendo racconti fantastico-matematici)
2. lo strutturalismo, l’analisi strutturale della narrazione, del racconto, della struttura, del linguaggio, che prende il sopravvento fra gli anni ‘60 e ‘70.
3. la semiotica.
La città come simbolo culturale
Facendosi condizionare da questa idea che la realtà non esiste in realtà ma è sempre segno di qualcos’altro, Calvino dice che in realtà tutte le istituzioni, le abitudini, ecc. sono convenzionali. Nel mondo non c’è nulla che sia ontologico (che abbia una sua naturale essenza). Tutta la civiltà umana e la sua storia si regge su convenzioni. E qual è la sua più grande convenzione? La città, che è un’invenzione tutta umana, per definizione. Quindi ha una fortissima natura culturale e simbolica. La costruzione stessa della città ci parla della condizione della civiltà umana in quel preciso momento storico.
Se la realtà è sempre segno di qualcos’altro, se tutto quello che noi vediamo è un segno, la conoscenza del mondo significa conoscere il sistema dei segni attraverso cui quel mondo ci parla e analizzarlo. La letteratura finisce per essere un’attività che analizza e descrive i segni che l’uomo che mettere nel mondo.
Le città invisibili: simbolismo e riflessione
Calvino dice che il suo libro più significativo è Le città invisibili, poiché essendo la città il simbolo più complesso col quale mi posso confrontare, io dentro ci posso far confluire tutto quello che penso. Mi invento una città che sia il simbolo di quello che io voglio esprimere.
● Riscrittura in chiave moderna del Milione di Marco Polo (1289) : C.riprende la struttura base del racconto (Marco Polo che riferisce al Kublai Kan quel che ha visto) come cornice alle 55 descrizioni di altrettante città immaginarie, ipotesi mentali dal valore esplicitamente allegorico.
● Attraverso le città Calvino propone una riflessione sui suoi temi intellettuali e artistici: il significato e la possibilità di una letteratura come impegno, l’arbitrarietà e relatività della scrittura, il senso della storia individuale e collettiva.
● Dallo scacco esistenziale (il mondo è uno sfacelo senza forma) , dalla “resa” della scrittura incapace di dare ordine e significato alla realtà (tramonto della speranza di raccontare per rinnovare il mondo, restringimento degli spazi letterari) al “filo” che Marco Polo riannoda per una ricostruzione razionale del mondo. L”’utopia pulviscolare”.
SUTTURA
Il metodo combinatorio e la struttura
Riprende la storia del Milione di Marco Polo, che è la prima narrazione letteraria della nostra tradizione e dà l’origine a tutti i racconti di viaggio come per esempio la Divina Commedia.
All’interno di una cornice inserisce Marco Polo e Kublai Khan.
Utilizza il metodo combinatorio. Lo strutturalismo nasce come metodo per analizzare il racconto riportandolo alle sue strutture fondamentali. Calvino lo prende come fonte di ispirazione, partendo dalla struttura invece di arrivare alla struttura. Parte dalla descrizione di una struttura e da lì ne fa tanti racconti. Si chiama metodo combinatorio, ogni singolo racconto può essere collegato matematicamente ad un altro attraverso delle formule matematiche.
Tutte le città sono “donne” ed hanno tra di loro dei legami, fanno l’una parte dell’altra. Contemporaneamente, lo scheletro portante che sono le combinazioni possibili fra le città, ci porta a fare diversi collegamenti.
Marco Polo e l'utopia letteraria
Siamo nel 1972, molte certezze sono crollate per gli italiani. C’è una grande crisi del senso dell’impegno letterario. Come Pasolini, nelle ipotesi che fa nelle città immaginarie dice che la letteratura si dovrebbe arrendere, non ha più speranza di raccontare il mondo.
Allora Marco Polo costruisce un filo, e in esso costruisce una sorta di utopia (le città utopiche sono una delle fonti di Calvino. Tutte le letterature occidentali hanno descritto delle città utopiche, il mondo come dovrebbe essere ma non è). Marco Polo è un irrazionale ed ottimista che tuttavia cerca di razionalizzare e di dare un ordine alle cose. Dice che esiste un ordine invisibile, e noi dobbiamo muoverci proprio in funzione di esso. Con le sue minuziose descrizioni di città "mentali” il “visionario” e ardito Marco Polo rappresenta, secondo l'autore, “lo sforzo delle parole per render conto con la maggior precisione possibile dell'aspetto sensibile delle cose”, mentre il “melanconico” pessimista Kublai Kan è sempre intento a cogliere l’ordine invisibile che regge le città e simboleggia “la riduzione degli avvenimenti contingenti a schemi astratti” (sono tutte parole di Calvino).
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'influenza dell'OuLiPo su Italo Calvino?
- Quali sono gli elementi chiave della letteratura di Calvino?
- Come viene rappresentata la città nella letteratura di Calvino?
- Qual è il significato de "Le città invisibili" secondo Calvino?
- In che modo Marco Polo rappresenta un'utopia letteraria?
L'OuLiPo ha influenzato Calvino attraverso l'idea di letteratura potenziale e sperimentale, portandolo a esplorare nuove forme narrative e a considerare il linguaggio come un sistema di segni.
Gli elementi chiave includono i laboratori di letteratura potenziale, lo strutturalismo e la semiotica, che hanno portato Calvino a costruire narrazioni attraverso combinazioni matematiche e analisi strutturali.
La città è vista come un simbolo culturale e convenzionale, rappresentando la condizione della civiltà umana e fungendo da metafora per esplorare temi intellettuali e artistici.
"Le città invisibili" è considerato il libro più significativo di Calvino, poiché utilizza la città come simbolo complesso per esprimere riflessioni su letteratura, storia e la natura arbitraria della scrittura.
Marco Polo rappresenta un'utopia letteraria attraverso la costruzione di un ordine invisibile e razionale, cercando di dare senso al mondo con descrizioni dettagliate di città immaginarie, simboleggiando lo sforzo di comprendere la realtà attraverso le parole.