Concetti Chiave
- Calvino utilizza il simbolismo per mettere in relazione l'era medievale con l'epoca contemporanea, evidenziando l'alienazione dell'uomo moderno attraverso l'analogia dell'armatura e dell'automobile.
- Il personaggio di Agilulfo rappresenta un uomo privo di corpo ma ligio al dovere, simile a un robot, che evidenzia la mancanza di autenticità e spontaneità nell'esistenza contemporanea.
- L'opposizione tra Agilulfo e Gurdulù mostra il contrasto tra consapevolezza del ruolo e inconsapevolezza dell'esistenza, sottolineando i difetti dell'eccesso e dell'unilateralità.
- Bradamante/Suor Teodora offre una prospettiva ironica e critica sulla realtà, attraverso il suo sdoppiamento di identità che permette di esaminare il mondo con occhi più disincantati.
- Calvino usa l'accumulazione e l'iperbole per creare comicità e sottolineare l'assurdità delle situazioni, rendendo il caos della guerra e la ridicolaggine del guerriero medievale apparentemente normali.
Indice
Analogie tra epoche
Interessante è notare come l'autore si serva di alcune caratteristiche di quest'epoca così remota per suggerire analogie con l'età contemporanea, ricche di significati simbolici.
• Il guerriero invisibile, chiuso nella sua armatura, rimanda anche visivamente all'uomo moderno che, chiuso nella propria automobile, passa accanto agli altri uomini senza alcuna forma di comunicazione.
Nella stessa direzione, l'armatura rappresenta simbolicamente il ruolo che spesso l'uomo si cuce addosso, fino a identificarsi totalmente con esso: perso il ruolo, tolta l'armatura, dell'uomo non rimane più nulla.• Nel battesimo delle armi di Rambaldo possiamo riconoscere tracce di quel senso di straniamento provato dall'uomo contemporaneo rispetto ai comportamenti collettivi, di massa. Il giovane paladino, infatti, quando si rende conto che il nemico che vorrebbe uccidere, per vendicare suo padre, non è che un punto, una semplice "posizione" nell'esercito avversario, si sente smarrito. Sembra chiedersi: dove è il senso? Perché sono costretto a fare quello che fanno tutti gli altri? Ma io, che cosa voglio, veramente, per me?
Simbolismo dei personaggi
Nel romanzo anche i personaggi, così come l'ambientazione, possiedono un forte significato simbolico. Esso emerge chiaramente dal confronto fra i tre uomini d'arme, Agilulfo, Gurdulù e Rambaldo, al momento di seppellire i morti.
Agilulfo, il cavaliere inesistente che dà il titolo al romanzo, è descritto come un cavaliere così ligio al dovere e scrupoloso nel realizzarlo da non sembrare neanche vero, e infatti non lo è: non ha corpo ed esiste solo come voce e per forza di volontà.
Nella sua metallica perfezione è simile più a un robot che a un uomo, eppure a volte si sorprende a rimpiangere una «carcassa», a invidiare gli uomini «esistenti» e qui Calvino intende lanciare una provocazione al lettore per la loro capacità di dare alla realtà «una impronta particolare», che troppo spesso, però, è lasciata al caso e non Viene valorizzata .
Contrasti tra Agilulfo e Gurdulù
Gurdulu, lo scudiero di Agilulfo, è uomo in carne e ossa, eppure non ha alcuna consapevolezza di sé e della propria esistenza. La contrapposizione tra i due personaggi non potrebbe essere altrettanto forte: tanto è consapevole del proprio ruolo Agilulfo e inconsistente fisicamente, tanto è inconsapevole Gurdulù («per nulla compreso della solennità del suo compito, fischia e canta») e interessato alla sola corporeità, come dimostra il suo incoerente apologo sul ciclo della morte e della vita. Si tratta dunque di due personaggi caratterizzati dai medesimi difetti: l'eccesso e l'unilateralità.
Rambaldo e l'umanità intermedia
Rambaldo rappresenta invece l'umanità intermedia, caratterizzata da piccoli difetti e mediocri virtù, che non ha perso ancora le speranze di «non sprecare nulla» di ciò che è e di ciò che potrebbe essere.
Suor Teodora e Bradamante
Per quanto riguarda Suor Teodora, altri non è che Bradamante, la donna guerriera il cui nome è una palese citazione delle eroine dell'Orlando innamorato e dell'Orlando furioso. Ella interpreta per tutto il romanzo un doppio ruolo, mostrandosi ora con l'identità di una suora, ora con quella della guerriera. Soltanto il finale svelerà che suor Teresa e Bradamante sono in realtà la stessa persona. Questo sdoppiamento, però, permette a Calvino di introdurre nel romanzo uno sguardo ironico, un punto di vista che pur essendo interno (Bradamante ha conosciuto direttamente i paladini e ha condiviso con loro diverse peripezie), si nutre del disincanto di chi si è ritirata dal mondo e adesso può osservarlo con occhi diversi, più lucidi e critici.
Comicità e tecniche narrative
Il romanzo è attraversato da una forte componente di comicità, spesso ottenuta raccontando cose assolutamente inconsuete o contraddittorie come se fossero del tutto normali e viceversa. Per ottenere questi effetti Calvino utilizza due tecniche, l'accumulazione e l'iperbole.
• Un esempio di accumulazione è rappresentato dall'introduzione di suor Teodora, che, parlando di sé e delle consorelle, afferma «si è ragazze di campagna, ancorché nobili, vissute sempre ritirate, in sperduti castelli e poi in conventi», ma si contraddice quando aggiunge «fuor che funzioni religiose, tridui, novene, lavori dei campi, trebbiature, vendemmie, fustigazioni di servi, incesti, incendi, impiccagioni, invasioni di eserciti, saccheggi, stupri, pestilenze, noi non si è visto niente». Mescolando vita monastica, pratiche liturgiche e azioni delittuose senza una coerenza, il discorso ottiene come effetto di far apparire come normale, come una realtà banale e quotidiana, lo stato di caos determinato della guerra.
• Un esempio di iperbole è rappresentato dalla descrizione dell'armatura di Rambaldo: la grande precisione e dovizia di dettagli è a tal punto esagerata da rendere quasi incredibile l'armatura, che pure era normale all'epoca. In questo modo la descrizione sottolinea l'aspetto assolutamente ridicolo del guerriero, che dovrebbe essere valoroso, ma che in realtà non riesce né a vedere fuori dall'elmo né a girarsi senza colpire qualcuno con la lancia.
Domande da interrogazione
- Quali sono le analogie tra l'epoca remota descritta nel romanzo e l'età contemporanea?
- Qual è il significato simbolico dei personaggi Agilulfo, Gurdulù e Rambaldo?
- Come viene utilizzato il personaggio di Suor Teodora/Bradamante nel romanzo?
- Quali tecniche narrative utilizza Calvino per ottenere effetti comici nel romanzo?
- In che modo il contrasto tra Agilulfo e Gurdulù è significativo nel romanzo?
L'autore utilizza caratteristiche dell'epoca remota per suggerire analogie con l'età contemporanea, come il guerriero invisibile che simboleggia l'uomo moderno chiuso nella sua automobile, e il senso di straniamento di Rambaldo che riflette il disagio dell'uomo contemporaneo nei confronti dei comportamenti di massa.
Agilulfo rappresenta la perfezione meccanica e la mancanza di corporeità, Gurdulù l'incoscienza e la corporeità senza consapevolezza, mentre Rambaldo simboleggia l'umanità intermedia con difetti e virtù mediocri, ma con la speranza di non sprecare nulla di ciò che è.
Suor Teodora, che è in realtà Bradamante, interpreta un doppio ruolo che permette a Calvino di introdurre uno sguardo ironico e critico, osservando il mondo con disincanto e lucidità, grazie alla sua esperienza diretta con i paladini e il suo ritiro dal mondo.
Calvino utilizza l'accumulazione e l'iperbole per creare comicità, come nell'introduzione di Suor Teodora che mescola elementi incoerenti, e nella descrizione esagerata dell'armatura di Rambaldo che sottolinea il ridicolo del guerriero.
Il contrasto tra Agilulfo, consapevole del suo ruolo ma privo di corpo, e Gurdulù, inconsapevole ma corporeo, evidenzia i difetti di eccesso e unilateralità, rappresentando due estremi opposti della condizione umana.