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Concetti Chiave

  • Niccolò Machiavelli nacque nel 1469 e visse in un periodo di tensione politica e militare in Italia, testimone del genio di artisti come Botticelli e Leonardo.
  • Il suo principale interesse era trovare una soluzione alla crisi politica dell'epoca, confidando nel popolo italiano e sostenendo la necessità di un esercito proprio.
  • Tra le sue opere più importanti ci sono "Il Principe", "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" e "Istorie fiorentine", che esplorano la fondazione e la conservazione di uno stato.
  • "Il Principe" propone un modello di azione politica pratica, ribaltando i trattati tradizionali sul governo e focalizzandosi sull'adattamento alle circostanze per il successo di un principe.
  • "La Mandragola" è una commedia che ruota attorno all'inganno, con personaggi disposti a tutto per raggiungere i propri obiettivi, mostrando la natura umana attraverso relazioni realistiche.

Indice

  1. La nascita e il contesto storico
  2. Carriera politica e prime opere
  3. L'esperienza con Cesare Borgia
  4. La caduta e la prigionia
  5. Il ritorno alla scrittura
  6. Il successo teatrale
  7. Opere principali di Machiavelli
  8. Analisi de "Il Principe"
  9. La struttura de "Il Principe"
  10. Il tema della guerra
  11. La virtù del principe
  12. La fortuna e il libero arbitrio
  13. La "Mandragola" e il suo contesto
  14. Personaggi e trama de "La Mandragola"
  15. L'inganno e la commedia
  16. La natura umana e il realismo
  17. La scena della pozione

La nascita e il contesto storico

Nasce nel 1469.

Gli anni della sua vita sono segnati da una forte tensione politica e militare, perché il territorio è continuamente pressato dagli stati stranieri che cercano di espandersi. Tuttavia in quegli anni in Italia si esprime il genio e la creatività di grandissimi artisti, come: Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffello, che sono sostenuti dai finanziamenti dei signori locali o dei papi.

L’interesse principale di Machiavelli però è quello di cercare una soluzione alla crisi politica. Lui è convinto che sia possibile agire per cambiare la situazione perché ha fiducia nel popolo italiano.

Carriera politica e prime opere

Nel 1498 prima diventa funzionario pubblico e poi viene nominato segretario della seconda Cancelleria, che gli permette di sbrigare affari interni e riguardanti la guerra. Durante il suo lavoro nel 1499 scrive la sua prima opera, che riguarda la guerra contro Pisa.

L'esperienza con Cesare Borgia

Durante gli anni al servizio della Repubblica fiorentina, Machiavelli studia l’arte dello stato, cioè la pratica quotidiana di governo e il trattamento con i subordinati, e i principi di altri stati. La sua attenzione ricade soprattutto su Cesare Borgia, duca di Valentinois, che aveva creato un grande stato in Romagna. Da lì lui capisce che uno stato può avere la possibilità di sostenersi soltanto se può contare su un esercito proprio.

Da questo pensiero realizza la leva militare cittadini che permette poi a Firenze di riuscire a riconquistare Pisa nel 1509.

La caduta e la prigionia

Nel 1512 una lega tra il papa, la Spagna, Venezia e l’imperatore tedesco contro la Francia determina un attacco delle truppe spagnole verso Firenze. Machiavelli viene sollevato dal suo incarico, incarcerato e torturato perché sospettato di una congiura antimedicea. Alla fine esce nel 1513 in occasione dell’amnistia.

Il ritorno alla scrittura

Nello stesso anno compone “Il principe” che poi concluderà con una dedica a Lorenzo il Magnifico sperando di ottenere nuovi favori. Tuttavia non fu così quindi Machiavelli si ritrova isolato e torna a scrivere “L’asino” che rimarrà incompiuto. Poi compone i “Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio”, un’opera per condividere la sua esperienza con le nuove generazioni, come una sorta di maestro che affida la sua speranza di rinnovamento.

Il successo teatrale

Nel 1518 torna alla sua originaria inclinazione per il teatro. Termina “La Mandragola” e ottiene subito un grandissimo successo.

L’anno successivo muore Lorenzo il Magnifico e vengono affidati a Machiavelli due incarichi di grande rilievo: esprimere per iscritto un parere circa la situazione politica di Firenze e redigere una storia della città a partire dalla sua formazione. Nello scritto per la situazione di Firenze, ammette che l’unica soluzione è la repubblica perché dopo la morte di Lorenzo, manca una personalità forte come lui che lo posso sostituire.

Opere principali di Machiavelli

Tra le opere più importanti ricordiamo:

- Il principe: scritto tra il 1513 e il 1514, è un breve trattato politico rivolto a Lorenzo de ‘ Medici, diviso in 26 capitoli dove viene illustrato come si deve comportare il capo di uno stato.

- I discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio: mai pubblicati, sono un commento all’opera dello storico Tito Livio. Sono brevi saggi ed esaminano il processo di fondazione delle repubbliche. Le due figure principali sono Romolo e Numa Pompilio.

- Le istorie fiorentine: composte tra il 1520 e il 1525, sono una storia della città di Firenze dal dominio di Cosimo fino alla morte di Lorenzo.

Analisi de "Il Principe"

In tutte le sue opere Machiavelli esamina il problema della fondazione e della conservazione di uno stato, e si cerca di rendere utile alla situazione italiana.

Ne “Il Principe” tratta dello stato non repubblicano, nei “Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio” parla delle repubbliche e degli stati fondati sulle leggi, invece nelle “Istorie fiorentine” prende in esempio Firenze che deve la sua decadenza al fatto di non aver saputo assumere nel tempo né la forma di una repubblica né la forma di un principato.

“Il Principe” nasce in una precisa circostanza ed è rivolto a una precisa persona. Machiavelli propone un modello di azione pratica legata irripetibile. Illumina i meccanismi della fondazione e conservazione di uno stato.

La sua forma rimanda ai trattati fatti sul governo, che descrivevano le qualità del principe ideale e le norme per la sua educazione. Machiavelli adotta la forma di questi trattati ma ne ribalta tutto. Secondo lui bisogna tenere conto delle condizioni in cui si sviluppa l’azione politica per costruire le qualità necessaria che porteranno il principe al successo. Egli deve saper adattare il proprio comportamento ai tempi, cioè riconoscere quali sono le possibilità che gli offrono le circostanze. Si conclude con un invito all’azione immediata, lo scrittore indica al principe una strada ambiziosa e difficile da seguire.

La struttura de "Il Principe"

“Il Principe” ha una finalità pratica immediata, e questo spiega la sua brevità complessa e la stretta connessione tra gli argomenti trattati. È diviso in 5 sezioni:

- I sezione: parla delle tipologie dei principati

- II sezione: parla della necessitò di armarsi di milizie proprie, senza dover ricorrere ai mercenari o all’aiuto di soldati di altri stati

- III sezione: tratta delle virtù e dei comportamenti che si addicono a un principe

- IV sezione: mette in mostra la situazione italiana e la commenta

- V sezione: esorta il principe ad agire immediatamente

Quindi inizia con una classificazione dei tipi di governo, seguendo un metodo che procede per esclusione. I tipi di governo sono due: repubblica e principato. I principati possono essere ereditari o nuovi. Da questa classificazione si inizia a parlare del caso italiano, dicendo che l’Italia presenta da un lato tanti poteri deboli e frammentati, dall’altro il potere del papa. L’unica cosa che si può fare quindi è fondare uno stato che tenga conto del potere papale. Machiavelli lascia intendere che l’unità d’Italia deve essere compiuta intorno al papa.

Per lui gli italiani sono un popolo sciolto, privo di governanti. L’unica cosa che può salvare un popolo così è una personalità forte in grado di guidarlo come per esempio Mosè per gli ebrei. Questa opera quindi propone a Lorenzo di raccogliere una popolazione senza governo, senza istituzioni, in balìa dei poteri stranieri e di imitare i grandi fondatori dell’antichità.

Il tema della guerra

Al centro del trattato Machiavelli mette il tema della guerra. Afferma la necessità che ha il principe di avvalersi di un suo esercito, costituito dai suoi sudditi, evitando mercenari e sussidi da altri stati. Il principe che vuole fondare il proprio stato deve essere egli stesso un capitano e guidare in prima persona i suoi eserciti, sempre ispirandosi agli uomini eccellenti del passato.

La virtù del principe

La virtù che deve possedere un principe per Machiavelli è intesa come efficacia nel perseguire i propri scopi. Nel suo trattato è presentata attraverso esempi. L’uomo virtuoso è identificato come il fondatore di uno stato duraturo, oppure somigliate a Cesare Borgia, che per fondare il suo stato in Romagna, ha ricorso alla violenza e all’inganno.

Secondo l’autore il principe virtuoso è guidato da un desiderio naturale di acquistare, cioè fondare un nuovo stato. Ma il suo desiderio può avere successo solo se è prima orientato verso i modelli antichi. La virtù presuppone anche prudenza, cioè capacità di capire in una situazione precisa. La prudenza è la virtù di colui che sa valutare la situazione e cogliere le occasioni utili al proprio fine. La virtù è anche determinazione nel procedere. L’uomo virtuoso deve capire che cosa fare nella situazione in cui si trova, deve agire subito calcolando tutte le possibili variabili.

La fortuna e il libero arbitrio

La principale difficoltà che un politico incontra nel suo cammino è appunto quella di adattarsi ad ogni possibile evenienza. Secondo Machiavelli il mondo è governato da una rete variabile di circostanze, che chiama fortuna. La fortuna è una potenza soprannaturale a cui l’uomo si deve adeguare perché non la può cambiare, ma che gli lascia margini per agire secondo il suo libero arbitrio.

La "Mandragola" e il suo contesto

Nel prologo di questa opera Machiavelli insiste nel carattere comico della vicenda e la definisce badalucco, cioè passatempo leggero. La materia del testo infatti è stata scelta dall’autore per alleggerire il peso dei suoi giorni. Lui sottolinea che il suo impegno intellettuale in un’opera tanto leggera è una specie di ripiego; è stato quasi costretto dopo il suo allontanamento forzato dalla vita politica.

Il riso suscitato dalla “Mandragola” è forzato perché tutta la storia gira intorno a sopraffazione e furberie di personaggi governati. Machiavelli che nelle opere precedenti aveva riflettuto sui modi dell’azione politica degli uomini, qui si trova costretto a constatare che l’uomo persegue un solo ed unico obiettivo, quello di affermarsi sopra gli altri.

La composizione è da collocarsi dopo il 1513, cioè dopo l’espulsione dagli incarichi politici.

È divisa in cinque atti. L’azione si svolge in una sola giornata e su un’unica scena: una strada di Firenze, dove si trovano due case una di fronte all’altra, con una chiesa in mezzo. L’argomento è raccontato in versi nel prologo, in cui l’autore elenca i personaggi e cerca di difendersi dalle critiche. Il resto è scritto in prosa.

Machiavelli si ispira apertamente alla tradizione teatrale latina di Plauto e Terenzio. Il suo interesse però è rivolto anche alle recenti novelli di Boccaccio e al teatro comico rinascimentale, tra gli autori considera molto anche Ariosto, di cui apprezza l’originalità e la fantasia.

Personaggi e trama de "La Mandragola"

I personaggi sono:

- Callimaco: protagonista che aspira a soddisfare i propri desideri conquistando Lucrezia

- Ligurio: aiutante di Callimaco che mira ad ottenere il successo grazie ai suoi inganni

- Nicia: marito di Lucrezia che cerca di avere un figlio a cui lasciare l’eredità

- Fra Timoteo: frate che si fa corrompere e convince Lucrezia a tradire il marito

- Sostrata: madre di Lucrezia che non esita a dire alla figlia di abbandonare i suoi scrupoli morali perché essa stessa non ne ha

- Lucrezia: moglie di Nicia, che difende il proprio pudore ma dopo aver sperimentato la differenza tra suo marito e Callimaco accoglie la sua nuova condizione

Tutti i personaggi come si vede sono guidati dal criterio egotistico dell’utile, e sono disposti a tutto pur di arrivare al proprio obiettivo.

L'inganno e la commedia

“La Mandragola” è costituita intorno ad un inganno. Il giovane Callimaco si è innamorato della bella Lucrezia. In suoi aiuto arriva Ligurio, che adopera la sua intelligenza per escogitare stratagemmi. Poiché Nicia dopo sei anni di matrimonio non ha ancora figli assume un medico, che sarà Callimaco. Lui gli proporrà di somministrare a Lucrezia una pozione con la radice di mandragola che riesce a rendere fertili tutte le donne. L’unico problema di quella pozione è che uccide la prima persona con cui la donna avrà un rapporto. Quindi grazie alla dialettica di Ligurio Nicia viene convinto a lasciare che sia Callimaco ad avere un rapporto con Lucrezia così che muoia. Fra Timoteo e Sostrata riescono a convincere Lucrezia. Durante la notte degli inganni tutta funziona perfettamente. Prima Callimaco si traveste da medico, somministra la pozione, poi diventa un vagabondo e passa la notte con Lucrezia, che sperimenta il nuovo amante e accetta di frequentarlo anche in seguito. La commedia si chiude con una benedizione in chiesa di tutti i protagonisti, felici di aver ottenuto quello che volevano.

La natura umana e il realismo

Le dichiarazione sugli uomini che vengono fatte ne “Il Principe”, qui vengono viste atto per atto. Per uno scopo infimo viene messa in moto una complessa macchina di imbrogli, in cui ciascuno recita una parte senza curarsi dell’altro. Ligurio ha il compito di guidare l’azione e di condurla al successo, invece Lucrezia ha la capacità di adattarsi alle circostanze anche capovolgendo le sue abitudini, però l’obiettivo raggiunto è spregevole.

La curiosità per la natura umana che ha l’autore viene mostrata nelle relazioni tra i personaggi che vengono descritte con minuzioso realismo. L’azione è costruita con coerenza, quasi fosse autentica. La lingua usata ha la vivacità della comunicazione quotidiana.

La scena della pozione

Callimaco spiega a Nicia che la pozione che farà concepire un figlio a sua moglie è fatta con la radice di mandragola. Il finto medico però rivela che la pozione è velenosa per il primo uomo che avrà rapporti con la donna che l’ha bevuta. Quindi bisogna trovare un sostituto. Bisogna convincere Lucrezia, quindi Ligurio suggerisce a Fra Timoteo di persuaderla.

In questa scena Callimaco assume un comportamento contradditorio: da medico esibisce e sostiene l’inganno della pozione. Ligurio da parte sua tiene i fili dell’inganno, pronto a intervenire al momento del bisogno. Lascia la parola all’amico per convincere Nicia, ma appena vacilla si fa avanti con soluzioni più sicure. Si ha l’impressione che dietro le spalle di Callimaco ci sia sempre Ligurio che controlla l’intera strategia.

Nicia manifesta stati d’animo elementari e instabili. È un uomo che viene dominato dagli eventi, che persegue il suo interesse con avidità e vigliaccheria. Usa un linguaggio istintivo.

Al contrario Ligurio ne usa uno molto razionale, come Callimaco fino a quando non rivela la sua pateticità.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Niccolò Machiavelli e in quale contesto storico visse?
  2. Niccolò Machiavelli nacque nel 1469 e visse in un periodo di forte tensione politica e militare in Italia, caratterizzato dalla pressione degli stati stranieri che cercavano di espandersi. Fu testimone del genio di artisti come Botticelli e Leonardo, sostenuti finanziariamente dai signori locali o dai papi.

  3. Qual era l'interesse principale di Machiavelli e come cercò di realizzarlo?
  4. L'interesse principale di Machiavelli era trovare una soluzione alla crisi politica dell'epoca, convinto della possibilità di cambiare la situazione grazie alla fiducia nel popolo italiano. Durante il suo servizio per la Repubblica fiorentina, studiò l'arte dello stato e l'importanza di avere un esercito proprio.

  5. Quali sono le opere più importanti di Machiavelli e quali temi trattano?
  6. Tra le opere più importanti di Machiavelli ci sono "Il Principe", che illustra come deve comportarsi il capo di uno stato; i "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio", che esaminano il processo di fondazione delle repubbliche; e le "Istorie fiorentine", una storia di Firenze che esplora la fondazione e la conservazione di uno stato.

  7. In che modo "Il Principe" di Machiavelli differisce dai trattati sul governo dell'epoca?
  8. "Il Principe" di Machiavelli adotta la forma dei trattati sul governo dell'epoca ma ne ribalta il contenuto, sostenendo che un principe deve adattare il proprio comportamento alle circostanze per avere successo, anziché seguire le qualità ideali descritte nei trattati tradizionali.

  9. Qual è il tema centrale della commedia "La Mandragola" di Machiavelli?
  10. Il tema centrale di "La Mandragola" è l'inganno, con una trama che ruota attorno alle furberie e alla sopraffazione dei personaggi per raggiungere i propri obiettivi. La commedia esplora la natura umana attraverso relazioni descritte con realismo, mostrando come l'inganno sia utilizzato per perseguire scopi personali.

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