Beatr.ice12
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Concetti Chiave

  • Pirandello, siciliano di alta borghesia, studiò lettere in Italia e Germania, iniziando la sua carriera letteraria a Roma.
  • Amava la narrativa breve e il teatro, scrivendo opere che denunciavano convenzioni sociali e esploravano il tema della follia.
  • Il suo pensiero, influenzato da Schopenhauer e Nietzsche, si concentrava sul contrasto tra vita e forme sociali, definite come "maschere".
  • La produzione di Pirandello attraversò fasi diverse: grottesca, metateatrale e mitica, riflettendo la sua visione pessimistica del mondo.
  • Distinse tra comicità e umorismo, quest'ultimo come riflessione profonda oltre il semplice riso, evidenziando contrasti sociali.

Indice

  1. Le origini e la formazione
  2. Carriera e vita personale
  3. Il teatro e la società
  4. Il successo e il fascismo
  5. Il pensiero e le maschere
  6. Le fasi della produzione
  7. La visione del mondo
  8. Umorismo e comicità

Le origini e la formazione

Era siciliano nacque nell’attuale Agrigento che prima del fascismo si chiamava girgenti nel 1864.

Famiglia di alta borghesia padre direttore di miniere di zolfo.

Compiuti i primi studi fa lettere a Palermo poi a Roma, non si laurea e si trasferisce in Germania, impara il tedesco e la sua letteratura, si laurea li in lettere in romana.

Carriera e vita personale

Vive a Roma, grazie ai soldi mandati dal padre, inizia a scrivere tante novelle che raccoglierà prima di morire.

Ama due generi: narrativa breve (novelle) e il teatro.

1853= primo romanzo “l’escluso”, nel 94 si sposa con una ragazza molto ricca, instabile mentalmente, Maria Antonietta Portolano.

Inizia a lavorare come insegnante di lettere.

1903= un dissesto economico perché la miniera in cui il padre aveva investito per acquistare azioni, crolla una parte della miniera a causa di un allagamento, perdendo così tutti i soldi.

Lavora per guadagnare nel frattempo scrive novelle, testi teatrali, romanzi.

La moglie soffre di gelosia possessiva

Avrà un sociale, piccola borghesia, e ne descrive il grigiore di questa classe.

Inizia a considerare la società come una trappola, la sua famiglia è una trappola perchè la moglie lo imprigiona

Il teatro e la società

1910 a 1918= contatto con il teatro scrive “Pensaci Giacomino”; “Il piccone dell’onestà”-> denuncia la società perbenista (finto perbenismo); “Berretto a sonagli”-> tema follia, il folle può dire ciò che vuole perché tale;

Le opere turbano il pubblico, abituato alle tradizionali, le sue fanno riflettere.

1918 si conclude la 1guerra mondiale, come D’Annunzio favorevole all’interventismo, come rinascita per l’Italia (suo figlio parte in guerra e muore) sarà deluso e si sentirà in colpa.

Moglie, dopo la morte del figlio, diventa completamente folle e viene ricoverata in una struttura

Pirandello continua a scrivere opere teatrali, ottenendo molto successo.

Il successo e il fascismo

Girerà l’Europa, viene accettato dal pubblico il suo teatro paradossale ma non accettano “6 personaggi in cerca d’autore”-> teatro che parla del teatro.

Stabile economicamente, diventa ricco, e torna alla sua classe sociale di appartenenza.

Rapporto ambiguo con il fascismo-> si iscrive al partito fascista perchè voleva lavorare, non è un’adesione sentita, affascinato perchè conservatore ma per lui è un partito vuoto.

1925 grazie al partito diventa direttore del teatro d’arte di Roma.

1934 gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura; racchiude le novelle in “Novelle per un anno” e le opere teatrali in una raccolta “Le maschere nude”.

Lavora all’opera teatrale “I giganti della montagna” (ultima fase) è un’opera surreale che rimane incompiuta perchè nel 1936 muore di polmonite.

Il pensiero e le maschere

Il pensiero è influenzato da Schopenhauer, Nietzsche e Bergère, bergère sosteneva che la vita fosse un fluire incessante.

Pirandello è uno scrittore, drammaturgo, sceneggiatore cinematografico e tra le sue produzioni troviamo degli elementi in comune: uno è il contrasto tra la vita e la forma, l’individuo quando nasce si stacca da quel fluire continuo che è la vita, assumendo caratteri specifici, fisici, culturali, ecc, e quindi prendendo cosi forma, la forma però è una sorta di imprigionamento e questo porta a un contrasto interiore all’interno dell’individuo. Queste forme Pirandello le definisce ‘’maschere’’ e consistono non solo nel nostro aspetto fisico ma anche i fattori sociali ed è come se ognuno recitasse una parte.

Ognuno indossa maschere diverse in base al ruolo che svolge all’interno della società.

Questo spiega anche il titolo di un suo celebre romanzo ‘’Uno, nessuno, centomila’’.

Dietro ogni maschera è presente il fluire vitale. La maschera è necessaria a vivere, ma poi l’individuo lo percepisce come stretta.

Pirandello inizia a sentire la società come una trappola da cui non si può fuggire facilmente: la famiglia, le cose convenzionali sono delle imposizioni.

In ‘’uno, nessuno, centomila’’ alla fine il protagonista impazzisce sapendo che esistono molteplici identità tra le persone, per cui si strappa via la maschera, uniformandosi alla natura e tornando a far parte del flusso vitale.

Le maschere nude sono quelle persone che continuano ad indossare la loro maschera, consapevoli di ciò.

Le fasi della produzione

La sua produzione affronta tre fasi:

Fase del grottesco= rappresentate situazioni strane, paradossali e il fine è denunciare la falsità delle convenzioni sociali;

Fase metateatrale= il teatro che parla di teatro; si rompe la finzione scenica e gli autori dicono al pubblico che stanno recitando;

Fase mitica: teatro surreale= surrealismo-> le storie messe in scena sono fuori dal tempo e dallo spazio, vicende inusuali e personaggi spesso fantastici.

La visione del mondo

La visione del mondo di Pirandello è pessimistica, tipica degli intellettuali del 900, determinato anche dalla sua crisi personale.

Egli mette in dubbio due cose: l’esistenza un unico io ma anche una realtà oggettiva.

Umorismo e comicità

Uno dei suoi scritti‘’L’umorismo’’ spiega la sua visione del mondo e della letteratura ma anche il suo concetto di umorismo. Per Pirandello la letteratura non ha uno scopo istruttivo ma è piuttosto un mezzo di denuncia della società e mette in luce il contrasto tra ciò che è e ciò che appare.

Qui l’autore fa una distinzione tra umorismo e comicità:

-comicità = è l'avvertimento del contrario, non sappiamo come deve essere qualcosa, ma quando vediamo qualcosa di inaspettato e contrario a ciò che ci aspettiamo ridiamo, ma la mente non è stimolata a riflettere.

-l’umorismo è qualcosa che fa ridere ma fa anche pensare, per far capire questa differenza lui fa l’esempio della ‘’signora imbellettata’’, se noi vediamo una donna anziana vestita come una giovane ci fa ridere poiché contrasto con il concetto di signora anziana che ognuno si aspetta e questo puo essere comico, ma se magari riflettiamo sul perche la signora faccia ciò (mantenere amore piu giovane, sentire la propria giovinezza) questo fa riflettere.

‘’Lo ietattore’’ p una novella che ci fa riflettere; era escluso, chiese la patente per farlo e farsi pagare. Fa ridere ma fa riflettere sulle etichette.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Pirandello e quali sono stati i principali eventi della sua vita?
  2. Pirandello era uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore siciliano, nato ad Agrigento nel 1864. Proveniva da una famiglia di alta borghesia e, dopo aver studiato lettere in Italia e Germania, iniziò a scrivere novelle, romanzi e opere teatrali. Sposò Maria Antonietta Portolano, che in seguito soffrì di problemi mentali. La sua vita fu segnata da difficoltà economiche, il successo letterario e un rapporto ambiguo con il fascismo. Ricevette il premio Nobel per la letteratura nel 1934 e morì di polmonite nel 1936.

  3. Quali sono i generi letterari prediletti da Pirandello e quali temi affronta nelle sue opere?
  4. Pirandello prediligeva la narrativa breve, come le novelle, e il teatro. Nei suoi lavori esplorava temi come il contrasto tra la vita e la forma, l'identità personale, la follia, e la critica alla società perbenista. Le sue opere spesso presentano situazioni paradossali e personaggi che indossano "maschere" sociali, riflettendo sul ruolo dell'individuo nella società.

  5. Come Pirandello descrive il rapporto tra individuo e società nelle sue opere?
  6. Pirandello descrive il rapporto tra individuo e società come conflittuale. L'individuo nasce libero ma viene imprigionato dalle "maschere" sociali che deve indossare, perdendo così la sua autenticità. La società è vista come una trappola, con le sue convenzioni e aspettative che limitano l'espressione personale. Questo tema è particolarmente evidente nel romanzo "Uno, nessuno, centomila", dove il protagonista lotta per liberarsi dalle sue maschere sociali.

  7. Qual è il pensiero filosofico che influenzò Pirandello e come si riflette nelle sue opere?
  8. Il pensiero di Pirandello fu influenzato da filosofi come Schopenhauer, Nietzsche e Bergson, che sostenevano l'idea di una vita come flusso incessante e la critica alla realtà oggettiva. Queste influenze si riflettono nelle opere di Pirandello attraverso la rappresentazione del contrasto tra l'essenza fluida della vita e le forme rigide imposte dalla società, portando a un conflitto interiore negli individui.

  9. Come Pirandello affronta il concetto di umorismo nelle sue opere e quale distinzione fa tra umorismo e comicità?
  10. Pirandello affronta il concetto di umorismo come una forma di riflessione che va oltre la semplice risata. Fa una distinzione tra umorismo e comicità, sostenendo che la comicità nasce dal riconoscimento di un contrasto inaspettato, mentre l'umorismo invita alla riflessione su tale contrasto, spingendo a considerare le motivazioni profonde dietro le apparenze. Questo approccio è evidente in opere come "Lo iettatore", dove il riso si accompagna alla riflessione sulle etichette sociali.

Domande e risposte

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