Concetti Chiave
- Luigi Pirandello, nato nel 1867 vicino ad Agrigento, ricevette una formazione iniziale in casa prima di passare agli studi umanistici a Palermo.
- Sebbene Pirandello abbia iniziato i suoi studi universitari a Palermo e Roma, completò la sua laurea in filologia a Bonn, Germania.
- La sua visione pessimistica della vita influenzò profondamente il suo lavoro, culminando in un'attività frenetica dopo la Prima Guerra Mondiale.
- Nel 1924, Pirandello aderì al partito fascista e divenne direttore del Teatro d'Arte di Roma, vincendo il Nobel per la Letteratura nel 1934.
- Pirandello esplorò il concetto di maschera sociale, con individui che recitano ruoli predefiniti, tema centrale del suo romanzo "Il fu Mattia Pascal".
Indice
Infanzia e formazione di Pirandello
Luigi Pirandello nacque nel 1867 nelle campagne vicino ad Agrigento, dove la sua famiglia si era rifugiata per sfuggire ad un epidemia di colera. Ricevuta la prima istruzione elementare in casa, Pirandello frequentò le prime classi all'istituto tecnico, ma successivamente cambiò scuola, scegliendo il ginnasio per il suo interesse verso gli studi umanistici.
Studi e prime esperienze letterarie
Nel 1880 proseguì i suoi studi a Palermo, città culturalmente vivace e ricca di biblioteche che il giovane Luigi frequentava spesso.
Sul finire degli studi, egli compose i suoi primi versi e si iscrisse alla Facoltà di Legge e Lettere a Palermo che presto lasciò per trasferirsi a Roma. Ma anche da qui, a causa di un diverbio con un rettore dell'università, si trasferì a Bonn, in Germania, dove si laureò in filologia. Rientrato a Roma fu introdotto nel mondo letterario e giornalistico, lo scrittore si sposa e accettò la cattedra di Lingua italiana all'Istituto di Magistero di Roma. Alcune vicende personali lo orientarono verso una concezione pessimistica della vita, accentuando la sua triste concezione del vivere nel mondo.Carriera e riconoscimenti
Finita la guerra, Pirandello si immerse in un lavoro frenetico e senza soste, spinto dall'idea di rivelare al mondo la sua verità. Nel 1924 si iscrisse al partito fascista e assunse la direzione del Teatro d'Arte di Roma. Nel 1934 ottenne il Nobel per la Letteratura e due anni dopo, nel 1936, morì nella sua casa romana.
Mussolini, data la notorietà di Pirandello, propose di eseguire i suoi funerali di Stato, ma lo scrittore lasciò scritto di essere portato al cimitero col carro dei poveri. Luigi Pirandello se ne andò cosi, senza onori o discorsi ufficiali, avvolto in un lenzuolo come il più umile dei suoi infiniti personaggi che popolarono le sue opere.
Concezione della vita e della società
Secondo Pirandello gli uomini non sono liberi, ma sono come tanti burattini nelle mani di un burattinaio invisibile e capriccioso: il CASO.Quando nasciamo ci troviamo inseriti in una società precostituita, regolata da leggi, convenzioni, abitudini già fissate in precedenza indipendentemente dalla nostra volontà. In tal senso quindi, la società ci assegna una parte all'interno di quella rappresentazione teatrale che è la vita. Ci abituiamo quindi a muoverci secondo schemi ben definiti (medico, avvocato, commerciante, prete) che accettiamo per pigrizia o per convenienza, senza avere mai il coraggio di rifiutarli, anche quando contrastano con la nostra natura. Anche quando "la forma" che assumiamo contrasta con le nostre reali tendenze, spesso siamo incapaci di liberarci da quella forma sia per non urtare i pregiudizi degli altri o perché siamo incapaci di contrastare un mondo precostituito, nel quale ci troviamo immersi. La forma o la maschera che indossiamo è spesso l'unico punto fermo al quale ci aggrappiamo per non essere travolti da quella società fatta di modelli che tutti rispettano.
Il tema della maschera e dell'apparenza
A volte accade però che l'anima istintiva esploda violentemente lasciando emergere i reali pensieri interni, per cui escono fuori tutti quei sentimenti a lungo repressi che cambiano la vita dell'uomo. Allora la maschera si spezza e diventiamo come uno strumento stonato all'interno del concerto generale della società. Ma, una volta usciti dalla vecchia forma o maschera, il senso di libertà che proviamo è di breve durata perché il nuovo modo di vivere ci imprigiona in un'altra maschera, diversa dalla prima, ma altrettanto soffocante come ogni forma di prigione.
Questo contrasto tra la maschera e il volto, ossia tra l'apparenza esteriore e la realtà interiore dell'essere, è un tema ricorrente in tutta l'opera di Pirandello. Costituisce il motivo di fondo del suo romanzo più famoso: IL FU MATTIA PASCAL.
Domande da interrogazione
- Quali furono le prime esperienze formative di Luigi Pirandello?
- Come si sviluppò la carriera letteraria di Pirandello dopo la guerra?
- Qual era la concezione di Pirandello sulla vita e la società?
- Cosa rappresenta il tema della maschera nelle opere di Pirandello?
- Qual è l'opera più famosa di Pirandello che tratta il tema della maschera?
Pirandello ricevette la sua prima istruzione elementare in casa e successivamente frequentò il ginnasio per il suo interesse verso gli studi umanistici. Continuò i suoi studi a Palermo e poi a Bonn, in Germania, dove si laureò in filologia.
Dopo la guerra, Pirandello lavorò intensamente, iscrivendosi al partito fascista e dirigendo il Teatro d'Arte di Roma. Nel 1934 ricevette il Nobel per la Letteratura.
Pirandello vedeva gli uomini come burattini nelle mani del caso, inseriti in una società con leggi e convenzioni predefinite. Credeva che le persone accettassero ruoli sociali per convenienza, senza il coraggio di rifiutarli.
Il tema della maschera rappresenta il contrasto tra l'apparenza esteriore e la realtà interiore. Pirandello esplora come le persone indossino maschere sociali che nascondono i loro veri sentimenti.
Il romanzo "Il fu Mattia Pascal" è l'opera più famosa di Pirandello che affronta il tema del contrasto tra la maschera e il volto, ossia tra l'apparenza e la realtà interiore.