Concetti Chiave
- Marsilio da Padova, nato intorno al 1280, fu un teologo e medico che studiò a Padova e insegnò alla Sorbona, partecipando attivamente alle lotte politiche del suo tempo.
- La sua opera principale, "Defensor pacis", pubblicata nel 1324, difende Ludovico il Bavaro contro papa Giovanni XXII, sostenendo una visione innovativa dello Stato basata sul consenso popolare.
- Marsilio afferma che l'autorità statale è legittima solo se derivata dal consenso generale, rifiutando le basi teologiche e la centralità del potere papale nel governo temporale.
- Propone che la Chiesa non detenga potere temporale e che gli interessi spirituali siano gestiti da un'assemblea che includa rappresentanti laici, sfidando l'autorità del papa.
- La sua teoria introduce un approccio pragmatico alla politica, ispirato all'esperienza dei Comuni e agli Stati unitari, sostituendo motivazioni morali con analisi di necessità e utilità.
Breve cenno biografico di Marsilio da Padova
Nato verso il 1280, portò a termine la sua formazione a Padova, dove, per altro, oltre alla teologia, studiò medicina. Per un biennio, fu docente di teologia alla Sorbona di cui fu anche rettore.Quando nel 1313 rientrò in Italia, prese parte alle varie lotte politiche, in un momento che vedeva lo scontro fra Bonifacio VIII e Filippo il Bello o con l’imperatore: l’opera Defensor pacis, pubblicata nel 1324, costituisce una testimonianza di questa partecipazione. Lo scopo immediato dell’opera era di prendere le difese di Ludovico il Bavaro contro papa Giovanni XXII.
L’autorità ecclesiastica non mancò di condannare l’opera, per cui Marsilio decise di rifugiarsi presso l’imperatore Ludovico il Bavaro che seguì anche quando, nel 1327, discese in Italia.
Riservò gli anni successivi alla redazione del Defensor minor e si stabilì a Monaco di Baviera dove morì verso il 1342.
Sintesi della tematica trattata
Affrontando tale tematica, Marsilio sostiene che l’autorità dello Stato ha un senso ed è quindi legittima solo se deriva, non da disegni divini, o dalla volontà di un singolo o di una oligarchia, bensì dal consenso generale, che egli chiama “universitas”. Si tratta di una tesi fortemente innovativa, che si distacca dalla tematica tradizionale del pensiero politico medioevale e che per secoli costituirà il fondamento della scienza politica.
Analisi
L’opera è divisa in tre libri, chiamati anche “discorsi”.Nei primi due discorsi, Marsilio sostiene la tesi seguente: la legge è legittima a condizione che derivi dalla volontà popolare; il potete dello Stato è unitario e globale per cui esso ha il diritto di intervenire anche nell’amministrazione della società spirituale (teoria del regalismo); la Chiesa non deve avere alcun potere temporale; il vescovo di Roma non può considerarsi superiore a tutti gli altri vescovi; la missione di occuparsi degli interessi spirituali dei cristiani, non deve essere affidata al papa, ma ad un’assemblea generale o Concilio del quale oltre agli ecclesiastici devono far parte anche dei rappresentanti laici; la comunità civile ha l’obbligo di contribuire al mantenimento dei vescovi e di tutti coloro che gestiscono gli insegnamenti del Vangelo.
Il terzo discorso comprende un elenco di 42 tesi che, in pratica sintetizzano i concetti espressi nei primi due discorsi.
Marsilio ha dato avvio ad una concezione dello Stato basato sul potere della collettività e la sua novità è nell’aver concepito uno Stato che non affonda le proprie radici in motivazioni teologiche, come invece faceva Dante, bensì risponde ai bisogni e alla natura dell’uomo.
Elaborando questa teoria, Marsilio si ispira all’esperienza dei Comuni in cui la borghesia, classe emergente, elaborava degli ordinamenti sia politici che economici che corrispondevano alle sue esigenze. Si ispirava anche alla formazione degli Stati unitari che si erano formati (come la Francia) i quali nel momento in cui affermavano il proprio potere, rifiutavano le motivazioni morali che avrebbero limitato le loro azioni. A questo proposito, è sufficiente pensare al conflitto fra Filippo il Bello e Bonifacio VIII a proposito dei tributi che dovevano pagare gli ecclesiastici.
In sintesi, le motivazioni morali e religiose sono sostituite da criteri più scientifici e pragmatici come l’analisi delle necessità, l’utilità e i vantaggi di coloro che governano.
Domande da interrogazione
- Chi era Marsilio da Padova e quale fu il suo contributo principale?
- Qual è la tesi centrale dell'opera "Defensor pacis"?
- Come Marsilio da Padova vedeva il ruolo della Chiesa nello Stato?
- In che modo l'opera di Marsilio da Padova si distacca dal pensiero politico medioevale tradizionale?
- Quali sono le implicazioni della teoria di Marsilio per la scienza politica?
Marsilio da Padova, nato intorno al 1280, fu un teologo e medico che partecipò attivamente alle lotte politiche del suo tempo. Il suo contributo principale fu l'opera "Defensor pacis", che difendeva Ludovico il Bavaro contro papa Giovanni XXII e proponeva una visione innovativa dello Stato basata sul consenso generale.
La tesi centrale dell'opera "Defensor pacis" è che l'autorità dello Stato è legittima solo se deriva dal consenso generale, chiamato "universitas", e non da disegni divini o dalla volontà di un singolo o di un'oligarchia.
Marsilio da Padova sosteneva che la Chiesa non dovrebbe avere alcun potere temporale e che il vescovo di Roma non può essere considerato superiore agli altri vescovi. Proponeva che gli interessi spirituali dei cristiani fossero gestiti da un'assemblea generale che includesse anche rappresentanti laici.
L'opera di Marsilio da Padova si distacca dal pensiero politico medioevale tradizionale proponendo uno Stato basato sul potere della collettività e non su motivazioni teologiche. Si ispira all'esperienza dei Comuni e alla formazione degli Stati unitari, rifiutando le motivazioni morali che limiterebbero le azioni dello Stato.
La teoria di Marsilio ha implicazioni significative per la scienza politica, poiché introduce criteri più scientifici e pragmatici, come l'analisi delle necessità e l'utilità, sostituendo le motivazioni morali e religiose con un approccio basato sui bisogni e la natura dell'uomo.