Introduzione
Si tratta di una lauda dialogata che descrive le ultime fasi della vita di Gesù Cristo, cioè le umiliazioni subite e la crocifissione.La metrica
tricaAd eccezione della terzina iniziale con la schema AAB, il componimento è articolato in 33 strofe (corrispondenti agli anni di Cristo) di quattro versi settenari ciascuna secondo lo schema AAAB. L’ultimo verso è a rima costante: flagellato/pigliato/mercato/annunziato, ecc. Il momento della crocifissione è descritto in tre strofe collocate esattamente al centro dell’opera. Pertanto, essa risulta essere divisa in due parti uguali di 15 strofe ciascuna.I personaggi
I personaggi sono ridotti a due:• un anonimo personaggio che riferisce quanto è accaduto e che, quindi, riveste il ruolo di nunzio
• Maria, presentata nel suo strazio di madre
• la folla che chiede la crocifissione
• Gesù Cristo che rivolge parole di conforto alla madre
Da notare un vistoso anacronismo. Il Nunzio si rivolge alla Vergine Maria chiamandola donna del Paradiso: in pratica, con questo appellativo proietta sulla donna, all’epoca una povera creatura a cui è stato strappato il figlio, gli avvenimenti futuri di cui essa sarà protagonista, cioè l’ascesa in cielo e quindi l’oggetto di culto. Si tratta di un’interferenza fra il “prima” e il “dopo”, caratteristica della mentalità popolare.
Il testo coincide abbastanza il testo del Vangelo anche se si ha un forte spostamenti prospettiva. Infatti in centro della situazione è la Vergine, mentre a Gesù Cristo, il vero protagonista, sono riservati soltanto 16 versi, in tutto tre battute con funzione di consolazione
• “O Madre, dove sei venuta? Mi infliggi una ferita mortale, il tuo pianto che vedo così angoscioso mi uccide” (vv. 84-87)
• “O Madre, perché ti lamenti? Voglio ch etu resti, che tu sia di aiuto ai miei compagni che ho fatto miei seguaci per il mondo” (vv. 92-95)
• Madre dal cuore addolorato, affido alle tue mani Giovanni, il mio discepolo prediletto e voglio che egli sia chiamato tu figlio Giovanni, questa è mia madre prendila nel tuo amore, abbine pietà perché il suo cuore è trafitto (vv 104-111)
Peculiarità della lauda
Rispetto alle altre laude questa presenta delle caratteristiche particolari. Non esprime sdegni o polemiche dell’autore, cioè non presenta un aspetto lirico e soggettivo; si limita a descrivere la vicenda della passione di Cristo; di conseguenza, lo scrittore ha la necessità di essere meno impulsivo e di rappresentare l’evento in modo obiettivo. Questa osservazione vale per la struttura generale del componimento, ma non per la modalità espressiva con cui egli descrive l’amore di Maria per il figlio torturato: in tal caso è presente una rassegna delle qualità fisiche del Cristo (= bianco e vermiglio, dolze e pilcente) che diventa angosciante e drammatica perché esse sono state calpestate e distrutte.Inoltre questa lauda è dialogata ed assume quasi un aspetto teatrale: i personaggi non sono soltanto due come nel “contrasto”. Per questo motivo si può affermare che la lauda “Donna del Paradiso” segna il passaggio verso la lauda drammatica nella forma teatrale che si svilupperà nel XIV e XV secolo, soprattutto a Firenze.