Concetti Chiave
- L'allegoria è un discorso con significato simbolico, diverso da quello letterale, spesso usata in letteratura come una metafora prolungata, come nella "Divina Commedia" di Dante.
- Quattro livelli di interpretazione dei testi, incluso l'allegorico, offrono diversi significati, dal letterale al desiderio di eternità, specialmente nei testi medievali e religiosi.
- Anche nella modernità, l'allegoria è presente, come evidenziato in opere come "Le cronache di Narnia", dove personaggi e eventi simboleggiano concetti religiosi.
- Umberto Eco distingue tra metafora, che non può essere interpretata letteralmente, e allegoria, che nasconde un significato ulteriore oltre a quello letterale.
- Dante illustra l'allegoria nella "Divina Commedia" spiegando che ogni senso, dal letterale all'anagogico, contribuisce a un'opera polisemica con significati complessi.

Allegoria: definizione e caratteristiche
L’allegoria è l’attribuzione di un significato simbolico, diverso da quello letterale, al discorso.
Come la metafora, anche l’allegoria si basa su un paragone non espresso; secondo la retorica antica, anzi, l’allegoria risulta da “una serie ininterrotta di metafore”, ed è perciò “una metafora prolungata”. La Commedia di Dante è tutta una lunga allegoria, e allegorie sono per lo più le parabole e le favole. Il termine deriva dal greco ἄλλος «altro» e ἀγορεύω «parlare».
Quintiliano, che era un retore e il primo insegnante stipendiato dell’Impero Romano, vissuto nel primo secolo d.C. fa alcuni esempi di allegoria riproponendo dei versi di Orazio:
Esempio in latino: O navis, referent in mare te novi / fluctus: o quid agis? Fortiter occupa portum…”
Traduzione in italiano: «O, nave, nuovi flutti ti riporteranno in mare: che cosa fai? Con forza aggrappati al porto…»
Dall'esempio qui di fronte possiamo vedere la metafora della nave Stato, che viene ripetuta e reiterata più volte come simbolo di tranquillità rispetto a quelli che possono essere i nuovi flutti, ossia i disordini e le trasformazioni che una società può subire. La presenza di più significati uno dopo l'altro, costituisce un meccanismo di ininterrotta metafora, che sarebbe quello alla base dell'allegoria.
Un erudito carolingio risalente al nono secolo, invece, riuscì a trovare diversi livelli di significato, presenti nei testi religiosi che sono gli stessi livelli che possiamo trovare anche in altri testi medievali, come per esempio la “Divina Commedia” di Dante Alighieri. I quattro livelli di interpretazione sono:
- Letterale = Che è quello che insegna i fatti
- Allegorico = Spiega cosa credere riguardo al testo
- Morale = ci spiega come comportarsi
- Anagogico = Spiega in che direzione muoversi
Nelle sacre scritture il primo livello è quello che percepiamo con i sensi, il secondo, quello che vede Cristo al Centro delle vicende, il terzo, quello che ammonisce e mette in guardia il fedele e il quarto è quello che dona al fedele il desiderio dell'eternità.
L’allegoria nella modernità
Possiamo rintracciare esempi di allegorie anche nella modernità; in particolare possiamo fare riferimento ad un romanzo di una saga intitolato “Le cronache di Narnia”. Lo scrittore, in una sua lettera fa proprio dei riferimenti alle allegorie e al rapporto tra modernità e religione:
«C’è mai stato qualcuno in questo mondo che: 1) giunse nello stesso periodo di Babbo Natale; 2) disse di essere il figlio del Grande Imperatore; 3) per la colpa di qualcun altro diede sé stesso a degli uomini cattivi che lo derisero e lo uccisero; 4) tornò in vita; 5) viene alle volte chiamato l’Agnello […]? Davvero non sai il Suo nome in questo mondo?»
Da questa allegoria si trae che:
- Aslan = è il Leone simboleggia Cristo
- Il grande imperatore = Simboleggia Dio
- La strega bianca = è il male
- Edmund = Simboleggia il traditore, ossia Giuda
Sempre in ambito moderno, Umberto Eco ha deciso di spiegare in modo più chiaro la differenza tra metafora e allegoria:
- Metafora = Non può essere interpretata letteralmente
- Allegoria = Può essere interpretata letteralmente e nascondere un significato altro

L’allegoria in Dante
Dante ci dà una spiegazione della Allegoria nella Divina Commedia, attraverso un’epistola a Cangrande della Scala; in un passo della lettera scrive: "[…] bisogna sapere che il senso di quest’opera non è unico, anzi essa può dirsi polisemica, cioè dotata di più sensi; infatti il primo senso è quello che si ottiene dalla lettera, l’altro è quello che si ottiene dalle cose significate attraverso la lettera. E il primo senso si chiama letterale, il secondo allegorico, o morale, o anagogico4. E questo modo di esporre, perché sia più chiaro, può essere osservato in questi versi: “Quando Israele uscì dall’Egitto, la casa di Giacobbe da un popolo barbaro, Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio”. Infatti, se guardiamo solo alla lettera, ci viene significata l’uscita dei figli di Israele dall’Egitto, al tempo di Mosé. Se guardiamo all’allegoria, ci viene significata la redenzione compiuta ad opera di Cristo; se guardiamo al senso morale, ci viene significata la conversione dell’anima dal lutto e dalla miseria del peccato allo stato di grazia; se guardiamo al senso anagogico, ci viene significata l’uscita dell’anima santa dalla servitù di questa corruzione verso la libertà della gloria eterna. E sebbene questi sensi mistici si chiamino con vari nomi, possono essere chiamati tutti generalmente “allegorici”, essendo diversi da quello letterale o storico. Infatti si dice allegoria dal greco alleon, che in latino si dice alienum o diversum. In base a quanto detto, è manifesto che duplice deve essere il soggetto, intorno a cui si articolino i due sensi. E dunque bisogna trattare del soggetto di quest’opera, in quanto lo si prende alla lettera; e poi in quanto lo si interpreta allegoricamente. È dunque il soggetto di tutta l’opera, presa solo in senso letterale, lo stato delle anime dopo la morte, inteso semplicemente; infatti riguardo ad esso e intorno ad esso si svolge il procedimento di tutta l’opera. Se invece si prende l’opera allegoricamente, il soggetto è l’uomo, in quanto meritando e demeritando per via del libero arbitro è soggetto alla giustizia del premio e del castigo.”
Ehi Dante, si spiega che la commedia è un poema polisemico, ossia è costituito da un'interpretazione letterale, ossia delle parole. Siccome sono scritte? E in seguito fa uso di tutte le altre interpretazioni per andare a fondo nel significato che voleva trasmettere al lettore. Di conseguenza abbiamo diverse figure allegoriche:
- Beatrice
- Virgilio
- Il Colle
- Le tre fiere
- La selva oscura
Domande da interrogazione
- Qual è la definizione di allegoria secondo il testo?
- Come viene utilizzata l'allegoria nella "Divina Commedia" di Dante?
- Quali sono i quattro livelli di interpretazione menzionati nel testo?
- Come viene illustrata l'allegoria nella modernità secondo il testo?
- Qual è la differenza tra metafora e allegoria secondo Umberto Eco?
L'allegoria è l'attribuzione di un significato simbolico, diverso da quello letterale, al discorso, ed è considerata una "metafora prolungata".
Dante spiega che la "Divina Commedia" è un'opera polisemica con diversi livelli di interpretazione: letterale, allegorico, morale e anagogico.
I quattro livelli sono: letterale, allegorico, morale e anagogico.
Un esempio di allegoria nella modernità è presente nella saga "Le cronache di Narnia", dove personaggi e eventi simboleggiano figure e concetti religiosi.
La metafora non può essere interpretata letteralmente, mentre l'allegoria può essere interpretata letteralmente e nasconde un significato altro.