Concetti Chiave
- Il termine "classico" originariamente indicava un'opera di alta qualità, esemplare e da seguire, secondo la definizione di Aulo Gellio.
- Orazio definì un'opera classica in base a criteri di razionale chiarezza, equilibrio armonico e coerenza stilistica, da cui deriva il concetto di bellezza letteraria come equilibrio e armonia.
- Nel tempo, il concetto di bellezza e di classico è cambiato, influenzato da movimenti come il Romanticismo e le avanguardie del Novecento, che hanno rifiutato l'equilibrio classico.
- Un'opera classica rappresenta l'universale, al di là delle contingenze storiche, e mantiene il suo valore trasmettendo un messaggio perenne e universale.
- I classici sono una categoria in evoluzione, poiché i valori culturali cambiano nel tempo, influenzando ciò che viene considerato un classico in base ai mutamenti dell'ideale estetico.
Indice
Origine del termine 'classico'
Il termine “classico” viene adoperato per la prima volta da Aulo Gellio per indicare un autore eccellente, La parola deriva da “classis”, cioè dalla prima classe dei cittadini che comprendeva i più abbienti, mentre gli altri venivano definiti intra classem, cioè al di sotto della prima classe., Quindi, in sostanza “classico” significava “di prima qualità” e a tale definizione si associava poi il concetto di “esemplare”, cioè di esempio che tutti gli altri avrebbero dovuto seguire.
Ci possiamo, però chiedere, quali fossero i requisiti di un autore o di un’opera affinché fosse definito/a “classica.Criteri di classicità secondo Orazio
La risposta ci è fornita da Orazio nella sua Ars poetica: Un’opera d’arte, per essere definita classica deve possedere una razionale chiarezza di impostazione, un equilibrio armonico fra le varie parti, la congruenza fra l’argomento trattato e il registro stilistico usato, un sapiente uso della lingua. Da questo concetto di Orazio, è derivato il concetto di bellezza letteraria intesa come equilibrio, armonia. Pertanto un autore è classico se la sua opera è armonica e razionalmente equilibrata.
Evoluzione del concetto di bellezza
Tuttavia non sempre gli autori che definiamo classici rispondono ai criteri sopra indicati. Per esempio Rabelais o Shakespeare non esitano a ricorrere a dissonanze linguistiche che rasano il grottesco; a volte gli episodi si dilatano in episodi secondari molto lunghi oppure le regole linguistiche non vengono rispettate. Questo si spiega col fatto che, nel tempo, il concetto di bellezza ha subito delle modifiche non indifferenti, per cui, a poco a poco, esso si è allontanato da quello greco-romano. Nel periodo romantico del primo Ottocento, le nuove concezioni estetiche hanno rifiutato l’equilibrio e la misura perché si tendeva a valorizzare il sentimento, il sogno e tutto quanto è irrazionale. Con i primi anni del Novecento le avanguardie, come il futurismo, il dadaismo o il surrealismo, hanno radicalizzato questo attacco all’equilibrio classico. Orazio scriveva che se un pittore avesse dipinto una testa di donna con una criniera di cavallo, avrebbe suscitato l’ilarità del pubblico: oggi una simile irrazionalità (cfr. opere di Magritte o di Grosz) è accettata, anzi ammirata.
Regole estetiche antiche
Occorre aggiungere che nel dibattito estetico, gli antichi davano regole non sole relative alla forma, ma anche per il contenuto. A volte, si parlava di imitazione della natura, di riflesso della vita quotidiana, di celebrazione degli eroi (= epica), a volte dello scontro di passioni (= tragedia), oppure della rappresentazione delle vicende quotidiane (= commedia). In sintesi, nell’antichità, l’opera letteraria doveva avere come soggetto l’uomo, la sua condizione esistenziale, la sua storia. A questo proposito Marziale scriveva: “Hominem pagina nostra sapit” (= la nostra pagina sa di uomo).
Il classico come modello universale
Per noi, classico e tutto ciò che rappresenta l’universale, scisso dalla situazione contingente. Il “classico” diventa quindi un modello di riferimento che include anche l’accezione di “modello esemplare”.
Attualità dei classici
Non si può nascondere che un classico presenta comunque un carattere “datato” e quindi assai lontano da noi contemporanei, spesso per le modalità espressive e per le forme linguistiche. Per esempio, l’invasione napoleonica descritta in Guerra e pace non può trovare un riscontro nella realtà vissuta da un uomo contemporaneo. Tuttavia, nonostante questo aspetto, bisogna precisare che un classico può essere comunque sentito come contemporaneo, quando rappresenta una condizione perenne e costante dell’uomo e certamente non come riscontro di dati contingenti o storici ben definiti. Un altro esempio: la coscienza cristiana o il mondo classico che costituiscono i referenti culturali della poesia del Petrarca non appartengono più all’uomo contemporaneo; invece, l’uomo contemporaneo si riconosce nella conflittualità interiore del poeta o nelle problematiche legate all’esistenza umana, in senso lato. Pertanto classica è l’opera che, anche se vengono a mancare le condizioni storiche che l’hanno prodotta, mantiene il proprio valore e continua a trasmettere il suo messaggio universale al lettore (concetto della perennità del messaggio).
Aggiornamento della categoria dei classici
Occorre aggiungere un’ultima riflessione. La categoria dei classici è in continuo aggiornamento, perché i valori e gli orientamenti culturali dell’uomo variano col tempo. Per esempi, durante l’Umanesimo e il Rinascimento gli scrittori medioevali, Dante primo fra tutti, non costituiva certamente un classico, perché nel Quattrocento l’ideale estetico era orientavo verso l’equilibrio della cultura e della civiltà greco-romana. Pertanto, siccome il concetto di “bello” non è eterno, anche il concetto di “classico” può mutare nel tempo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine 'classico'?
- Quali sono i criteri di classicità secondo Orazio?
- Come è evoluto il concetto di bellezza nel tempo?
- Cosa rappresenta il classico come modello universale?
- Perché i classici sono ancora attuali?
Il termine "classico" è stato usato per la prima volta da Aulo Gellio per indicare un autore eccellente, derivando da "classis", la prima classe dei cittadini più abbienti.
Secondo Orazio, un'opera classica deve avere chiarezza razionale, equilibrio armonico, congruenza tra argomento e stile, e un uso sapiente della lingua.
Il concetto di bellezza si è allontanato dall'equilibrio greco-romano, con il Romanticismo e le avanguardie che hanno valorizzato l'irrazionalità e il sentimento.
Il classico rappresenta un modello universale, un riferimento esemplare che trascende le situazioni contingenti.
I classici sono attuali perché rappresentano condizioni perenni dell'uomo, mantenendo il loro valore e trasmettendo un messaggio universale nonostante il contesto storico.