Concetti Chiave
- La ballata è un antico componimento poetico europeo, originariamente accompagnato dalla danza e dalla musica.
- È formata da stanze metricamente identiche e una "ripresa" cantata in coro, con una struttura che prevede "piedi" e una "volta".
- I versi utilizzati sono principalmente endecasillabi misti a settenari, con una rima finale costante che richiama la ripresa.
- Il massimo successo della ballata si è avuto nel XV secolo, con autori come Lorenzo il Magnifico e Angelo Poliziano.
- La ballata è stata riscoperta da poeti come Carducci, d’Annunzio e Pascoli dopo un periodo di oblio.
Indice
Introduzione alla ballata
La ballata o canzone a ballo è uno dei componimenti poetici più antichi della letteratura europea.
Struttura metrica
La sua struttura metrica è legata al motivo musicale sul quale, durante la danza, venivano cantati i versi. Essa è formata da una o più strofe, chiamate “stanze”, tutte dell’identica struttura metrica.A queste si aggiunge la “ripresa” che può essere di quattro versi, di tre, di due o soltanto da uno. La “ripresa” era cantata in coro da danzanti in cerchio, all’inizio del ballo e poi era ripetuta, sempre in coro, alla fine di ogni stanza che era cantata a solo da chi guidava la danza.
La stanza della ballata ha una prima parte, distinta in due “piedi” o “mutazioni” dello stesso numero di versi, in relazione ad un motivo musicale per due volte ripetuto, e una seconda parte, detta “volta”, in relazione ad un altro motivo musicale unico e diverso da quello della ripresa e da quello ripetuto nelle mutazioni. La struttura metrica della “volta” deve essere analoga a quella della “ripresa”.
I versi
I versi usati più comunemente nella ballata sono gli endecasillabi misti a settenari; la corrispondenza delle rime può essere varia, ma è costante la rima nell’ultimo verso di ogni stanza che riprende la rima dell’ultimo verso della ripresa.La ballata si dice “grande” se la ripresa è di quattro versi; “mezzana” con la ripresa di tre versi; “minore” con la ripresa di due versi, “piccola di uno, minima di un settenario e “stravagante” di cinque versi.
Storia
Da un punto di vista storico-letterario, la ballata conobbe il massimo successo nel XV secolo, con Lorenzo il Magnifico e Angelo Poliziano. Di Lorenzo il Magnifico possiamo ricordare il Trionfo di Bacco e Arianna, una ballata che fa parte dei Canti Carnascialesci. Nei secoli precedenti troviamo esempi di ballata nella poesia religiosa del Duecento con Jacopone da Todi e Guittone d’Arezzo oppure nella lirica amorosa con Guido Cavalcanti e nello Stil Novo.Nei secoli seguenti essa andò in disuso per essere totalmente dimentica. Fu riscoperta da Carducci d’Annunzio e Pascoli.
Un esempio: Rime dalla Vita Nuova XII 10-15, Dante Alighieri
(ripresa)Ballata, i' vo' che tu ritrovi Amore,
e con lui vade a madonna davante,
sì che la scusa mia, la qual tu cante,
ragioni poi con lei lo mio segnore.
(1.a mutazione)
Tu vai, ballata, sì cortesemente,
che sanza compagnia
dovresti avere in tutte parti ardire;
(2.a mutazione)
ma se tu vuoli andar sicuramente,
retrova l'Amor pria,
ché forse non è bon sanza lui gire;
(volta)
però che quella che ti dee audire,
sì com'io credo, è ver di me adirata:
se tu di lui non fossi accompagnata,
leggeramente ti faria disnore.
Con dolze sono, quando se' con lui,
comincia este parole,
appresso che averai chesta pietate:
«Madonna, quelli che mi manda a vui,
quando vi piaccia, vole,
sed elli ha scusa, che la m'intendiate.
Amore è qui, che per vostra bieltate
lo face,come vol,vista cangiare:
dunque perché li fece altra guardare
pensatel voi, da che non mutò 'l core».
Dille: «Madonna, lo suo core è stato
con sì fermata fede,
che 'n voi servir l'ha 'mpronto onne pensero:
tosto fu vostro, e mai non s'è smagato».
Sed ella non ti crede,
dì che domandi Amor, che sa lo vero:
ed a la fine falle umil preghero,
lo perdonare se le fosse a noia,
che mi comandi per messo ch'eo moia,
e vedrassi ubidir ben servidore.
E dì a colui ch'è d'ogni pietà chiave,
avante che sdonnei,
che le saprà contar mia ragion bona:
«Per grazia de la mia nota soave
reman tu qui con lei,
e del tuo servo ciò che vuoi ragiona;
e s'ella pel tuo prego li perdona,
fa che li annunzi un bel sembiante pace».
Gentil ballata mia, quando ti piace,
movi in quel punto che tu n'aggie onore.
Domande da interrogazione
- Qual è la struttura metrica della ballata?
- Quali versi sono comunemente usati nella ballata?
- Quando la ballata ha raggiunto il suo massimo successo storico-letterario?
- Quali sono le diverse tipologie di ballata in base alla ripresa?
- Qual è un esempio di ballata fornito nel testo?
La ballata è composta da una o più strofe chiamate "stanze", con una struttura metrica identica, e una "ripresa" che può variare da uno a quattro versi, cantata in coro all'inizio e alla fine di ogni stanza.
I versi più comunemente usati nella ballata sono gli endecasillabi misti a settenari, con una rima costante nell'ultimo verso di ogni stanza che riprende la rima dell'ultimo verso della ripresa.
La ballata ha raggiunto il suo massimo successo nel XV secolo, con autori come Lorenzo il Magnifico e Angelo Poliziano.
La ballata si dice "grande" con una ripresa di quattro versi, "mezzana" con tre versi, "minore" con due versi, "piccola" con uno, "minima" con un settenario e "stravagante" con cinque versi.
Un esempio di ballata fornito nel testo è "Rime dalla Vita Nuova XII 10-15" di Dante Alighieri.